Circa una dozzina di raid aerei americani hanno colpito, tra il 12 ed il 13 marzo u.s., quattro province nel nord dell’Iraq lungo il confine siriano. Dei colpi sarebbero giunti anche a Deir ez-Zor (Abou Kamal) in territorio siriano.
I raid sono stati compiuti tanto da parte di droni quanto da parte di veri e propri caccia F-16.
Primo bilancio degli scontri balistici USA-Iraq : 5 morti e 7 feriti
Si tratterebbe di una risposta contro il lancio di quindici missili Katioucha contro la base aerea anglo-americana di Tajji, nei pressi di Kirkouk. In tale operazione sarebbero morti – secondo l’Agenzia di Stampa iraniana PressTV [1] – due militari, uno inglese e l’altro americano, ed un “contractor” americano.
In particolare – secondo quanto riporta il giornale francese “Le Figaro” – il Pentagono definisce la rappresaglia [2] come « risposta diretta alla minaccia rappresentata dai gruppi armati sciiti filo-iraniani che continuano ad attaccare le basi che ospitano le forze della coalizione ». Dal proprio canto, il Capo della diplomazia britannica Dominic Raab sostiene la legittimità dell’intervento [3] in quanto « risposta rapida, decisiva e proporzionata ».
Da parte propria, gli iracheni accuserebbero [4] due morti, sette feriti e pesanti danni all’aeroporto in costruzione di Karbala.
L’Iraq accusa gli USA di aver simulato l’attacco alla propria base
L’organizzazione Hachd al-Chaabi, indicata dal Pentagono di essere autrice dell’attacco che però non è stato rivendicato da alcuno replica alle accuse : «siamo in guerra contro gli occupanti americani ma non agiamo in maniera dissimulata».
Al contrario si tratterebbe – scrive ancora l’iraniana PressTV [5] – di un’operazione sotto “falsa bandiera” quale primo atto di una guerra aperta contro la resistenza irachena. In proposito il Movimento iracheno al-Nujaba invita la popolazione ad «una Resistenza contro i crimini commessi dagli Stati Uniti» [6].
L’emittente irachena Al-Mayadeen [7] scrive che «l’aggressione conduce a un’escalation e al deterioramento della situazione della sicurezza nel Paese ed espone TUTTI a maggiori rischi».
La Russia disponibile a sostenere l’Irak con i propri missili S-400
Da tempo, l’Iraq reclama la propria sovranità e il ritiro delle truppe d’occupazione americane e straniere in genere. Iran, Cina e Russia appoggiano queste richieste tanto che quest’ultima avrebbe pure dato la propria disponibilità a fornire missili S-400 [8] per difendere lo spazio aereo iracheno.
In questa situazione, non sorprendono le allusioni di ieri dell’Ayatollah Khamenei [9] circa un possibile attacco biologico contro l’Iran vestito da “Coronavirus”.
Fonte: https://www.pressenza.com/it/2020/03/nuovi-venti-di-guerra-caccia-usa-tornano-a-bombardare-lirak/
Articoli collegati:
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.