"L’economia circolare salverà il pianeta?" E’ questa la domanda che ci poniamo da tempo e che ora lanciamo come sfida contro l’ineluttabile declino dell’ambiente naturale, continuamente violentato da una politica aggressiva dell’uomo. L’economia su cui tutte le nazioni del pianeta prosperano è una componente determinante nella distruzione e nell’inquinamento dell’ambiente naturale. L’economia che oggi conosciamo è sorta grazie alla grande rivoluzione industriale del 1870, ma ancora prima nel 1700 in Inghilterra con le prime industrie tessili funzionanti con macchine a vapore, tuttavia il vero impatto sull’ambiente è iniziato nel 1870 con l’uso massiccio dei combustibili fossili.
Questa economia aveva ed ha ancora oggi come rapporto nei confronti dell’ambiente quello dello sfruttamento totale. Tutto questo si chiama economia lineare, dove si preleva dall’ambiente, si trasforma, si consuma e ciò che resta finisce nelle discariche o nei termovalorizzatori. Tradotto in parole semplici: ”Usa e getta”. A causa di questa politica di sfruttamento della natura oggi ci troviamo con l’inarrestabile deforestazione del pianeta, con spazi verdi coperti di cemento, con campagne avvelenate, deserti che avanzano, fiumi inquinati, arcipelaghi di plastica in tutti gli oceani e con una crescita preoccupante della fame nel sud del mondo.
Cosa fare allora? Non bastano più le campagne di sensibilizzazione sulla conservazione dell’ambiente, le crociate contro l’estinzione delle tigri o dei rinoceronti, contro lo sterminio delle balene e delle foche, serve qualcosa di più radicale e, visto che l’economia lineare è alla base di tutto questo sfacelo planetario perché allora non cambiare il concetto di economia stessa passando da quella lineare, usa e getta, a quella circolare. La natura nella sua saggezza ci insegna che nel suo mondo nulla finisce “in discarica” perché tutto viene riutilizzato in un circuito virtuoso che consente agli ecosistemi naturali di prosperare indisturbati nel tempo, senza apporti esterni.
Questo per noi umani si può tradurre in Economia Circolare. Pensiamo quindi che aldilà degli slogan, dei film documentari, delle marce per la natura e delle pubblicazioni verdi, oggi serve seppellire l’economia lineare e accendere quella circolare. Di questo, finalmente, se ne sono accorti politici, industriali, economisti, sociologi e la stessa gente comune, da qui la nascita di movimenti specifici, di progetti socio-economici nuovi, della richiesta di molte aziende di passare all’economia circolare.
Filippo Mariani
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