giovedì 18 ottobre 2018

DEF, osservazioni dei petenti e gaffes degli innocenti... Ovvero: "Al contadin non far sapere..."



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Al contadino non far sapere…

La differenza è che, quando non parlano attraverso i canali che qualcuno ha sancito istituzionali, anche se rispondono a privatissimi magnati del soldo, del mattone, del farmaco, questi formidabili catoni parlano di nascosto. Sono i casi in cui il teleobiettivo, o l’orecchio, o lo sguardo puntati non sono sotto loro stretto controllo. Parlano fitto fitto coprendosi la bocca. E non è per infastidire l’altro con l’alitosi. Qualunque sia il lezzo emanante dalle parole. Lo hanno imparato anche i calciatori che, bisbigliandosi trovate tattiche, o suggerendosi di spezzare le tibie a quello lì, pensano di fregare l’avversario. O magari lo spettatore tv perché non sappia della combine.

Così è successo che Di Maio, quello più cornuto nella coppia di governo, secondo gli illibati che c’erano prima, perché non fa smargiassate, o cose palesemente riprovevoli da ogni punto di vista, ma qualcuna di quelle che questi avrebbero dovuto fare e non si sono mai sognati e per questo sono stati messi dietro la lavagna. 

Quando è uscito un DEF in tutto e per tutto simile a quelli fatti prima, ma stavolta in odio al babbo UE, alla mamma BCE, alla zia FMI e al curato e con provvisioni non per due dozzine di ricchi, ma per qualche milionata di pezzenti sul divano, al maremoto forza 10 che gli si è sollevato contro, Di Maio è sbottato in “terrorismo mediatico”. 

Ha addirittura osato riferire che, come i dati ahinoi da tempo denunciano, la carta stampata perde lettori e anche Repubblica. Non sarà mica perché i lettori, più che leggerla, hanno mangiato la foglia? Ma come si permette, il parvenu! Quello delle gazzose allo stadio San Paolo!


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Fulvio Grimaldi - www.fulviogrimaldicontroblog.info

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