Al contadino non far
sapere…
La differenza è che,
quando non parlano attraverso i canali che qualcuno ha sancito
istituzionali, anche se rispondono a privatissimi magnati del soldo,
del mattone, del farmaco, questi formidabili catoni parlano di
nascosto. Sono i casi in cui il teleobiettivo, o l’orecchio, o lo
sguardo puntati non sono sotto loro stretto controllo. Parlano fitto
fitto coprendosi la bocca. E non è per infastidire l’altro con
l’alitosi. Qualunque sia il lezzo emanante dalle parole. Lo hanno
imparato anche i calciatori che, bisbigliandosi trovate tattiche, o
suggerendosi di spezzare le tibie a quello lì, pensano di fregare
l’avversario. O magari lo spettatore tv perché non sappia della
combine.
Così è successo che Di
Maio, quello più cornuto nella coppia di governo, secondo gli
illibati che c’erano prima, perché non fa smargiassate, o cose
palesemente riprovevoli da ogni punto di vista, ma qualcuna di
quelle che questi avrebbero dovuto fare e non si sono mai sognati e
per questo sono stati messi dietro la lavagna.
Quando è uscito un
DEF in tutto e per tutto simile a quelli fatti prima, ma stavolta in
odio al babbo UE, alla mamma BCE, alla zia FMI e al curato e con
provvisioni non per due dozzine di ricchi, ma per qualche milionata
di pezzenti sul divano, al maremoto forza 10 che gli si è sollevato
contro, Di Maio è sbottato in “terrorismo
mediatico”.
Ha addirittura osato riferire
che, come i dati ahinoi da tempo denunciano, la carta stampata perde
lettori e anche Repubblica. Non
sarà mica perché i lettori, più che leggerla, hanno mangiato la
foglia? Ma come si
permette, il parvenu! Quello delle gazzose allo stadio San Paolo!
Fulvio Grimaldi - www.fulviogrimaldicontroblog.
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