All’arma bianca i resti
dei partiti che furono, con pagine al tritolo giornali e tivù. Per Renzi ed amici, la bocciatura dell’UE del DEF è equivalsa a un
orgasmo come quelli che i vegliardi ricavano dalla memoria. Bersaglio
di tutti, “il governo più di destra della Repubblica” che, con
maglio non proprio dissimile dalle vecchie falce e martello, osa
picconare l’ordine nato dal ratto d’Europa.
Ne danno
testimonianza, nella gazzetta ormai monotematica (detta "manifesto"), mosca cocchiera dell’assalto
mediatico universale, con unanime spirito conservatore, direttori,
vicedirettori, editorialisti, cronisti, correttori di bozze,
poligrafici, portinai, strilloni.
E’ successa una cosa
gravissima, intollerabile, che minaccia l’ordine del cosmo come
allestito fin dai predecessori degli attuali reggenti e messo in
questione solo nel breve arco che va dal 1968 al 1977: il sistema di
trasferimento della ricchezza dal basso verso l’alto, come
concordato con la mafia e relativi referenti politici da allora ad
oggi, fin dallo sbarco americano del ’43.
Un “popolo disperso che
nome non ha” s’è stufato di essere “non donna di provincie ma
bordello”, s’è dato un nome, ha rivendicato la sua provincia
nell’ordine globale e, il 4 marzo 2018, ha votato diverso e
dissonante. Ne è scaturito un governo affatto differente rispetto a
quelli di tutta la storia prima. Un governo casinaro, di opposti e
affini, di sguaiataggini e tonfi (verdi) e farloccherie e cedimenti
(gialli), ma anche di provvedimenti solo sognati e che, per la prima
volta, ha provato, timidamente, debolmente, a rovesciare il paradigma
e restituire qual cosina del maltolto.
Dai soldi strappati agli
eurolicantropi non benefit e guiderdoni alla cricca del 10% che ha la
ricchezza del 50% (a proposito del disarmante “dove prendere i
soldi?”), ma stampelle a chi zoppica.
Dei 5,5 milioni di persone in
miseria, dei 12 che non si possono curare, dei 18 che hanno un piede
nella povertà e l’altro periclitante al limite, di cui non gliene
doveva fregare niente a chi era proposto al famoso trasferimento
globalista da sotto a sopra, da chi suda a chi sta al fresco, dalla
natura al cemento, dalla pace alla guerra, dall’aria al gas,
qualcuno un gialloverde, più giallo che verde, ha iniziato a
occuparsi. Abominio!
Fulvio Grimaldi - www.fulviogrimaldicontroblog.
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Integrazione de
L'Antidiplomatico: “Mercati e Unione europea in allarme,
opposizione all’attacco, richiamo del presidente della Repubblica
alla Costituzione, perché l’annunciata manovra finanziaria del
governo comporterebbe un deficit di circa 27 miliardi di euro.
Silenzio assoluto invece, sia nel governo che nell'opposizione, sul
fatto che l'Italia spende in un anno una somma analoga a scopo
militare. Quella del 2018 è di circa 25 miliardi di euro, cui si
aggiungono altre voci di carattere militare portandola a oltre 27
miliardi. Sono oltre 70 milioni di euro al giorno, in aumento
poiché l'Italia si è impegnata nella Nato a portarli a circa 100
milioni al giorno...”
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