Campo d'azione
D'amore e d'accordo
I cacciabombardieri italiani Tornado, Eurofighter 2000, F-16
Falcon e altri, che nel 2011 bombardarono la Libia
partecipando a 1.182 missioni nell´operazione Nato «Unified
Protector», sono di nuovo pronti al decollo. Non per una
nuova guerra alla Libia, ormai disintegrata e nel caos (anche
il terminale del gasdotto per l´Italia è sotto attacco), ma per
preparare altre guerre. Parteciperanno in novembre alla più
grande esercitazione di guerra aerea mai svoltasi in Israele.
L´esercitazione, denominata «Blue Flag» sul modello di
quella della U.S. Air Force, si svolgerà tra due settimane nel
Deserto del Negev. Poche e selezionate le forze aeree
invitate: quelle di Stati uniti, Italia e Grecia.
Complessivamente parteciperanno alla «Blue Flag» oltre
100 aerei e 1.000 militari. Sarà una esercitazione a fuoco,
con impiego di bombe e missili a guida di precisione. Lo
scenario simulerà un attacco in profondità in un territorio
nemico dotato di forti difese aeree (come è ad esempio
l´Iran): dopo averle neutralizzate, i cacciabolbardieri
colpiranno gli obiettivi terrestri rappresentati da bersagli
disseminati nel deserto. Nei duelli aerei, l´aviazione nemica
sarà impersonificata dall´«Aggressor squadron» delle forze
aeree israeliane, i cui piloti vengono addestrati a simulare
varie tattiche di combattimento, «in particolare quelle delle
forze aeree arabe».
Israele attribuisce grande importanza alla «Blue Flag». Le
forze aeree israeliane, ha dichiarato il generale Amikam
Norkin, stanno sperimentando nuove procedure «per
abbreviare la durata delle future guerre» potenziando la
propria capacità distruttiva: ciò permetterà di «accrescere di
dieci volte il numero di obiettivi che vengono individuati e
distrutti». Ora è il momento di sperimentare tale capacità in
una esercitazione congiunta con forze aeree avanzate, come
quelle statunitense e italiana.
A riprova delle capacità conseguite, il generale Norkin ha
sottolineato, in una intervista a Defense News (21 ottobre),
che negli 8 giorni dell´operazione «Pilastro di difesa»
effettuata a Gaza nel novembre 2012, l´aviazione israeliana
ha attaccato 1.500 obiettivi, il doppio di quelli attaccati nei 34
giorni della guerra in Libano nel 2006. Anche i piloti italiani
potranno dunque imparare molto partecipando
all´esercitazione di guerra aerea in Israele.
La «Blue Flag» serve allo stesso tempo a integrare le forze
aeree israeliane in quelle Nato. Finora esse avevano
effettuato esercitazioni congiunte solo con singoli paesi
dell´Alleanza, come quelle a Decimomannu con l´aeronautica
italiana. In tal modo Israele, anche se ufficialmente non è
membro della Nato, viene operativamente a far parte della
sua strategia e delle sue operazioni militari.
Ciò rientra nel «Programma di cooperazione individuale» con
Israele, ratificato dalla Nato il 2 dicembre 2008, circa tre
settimane prima dell´operazione israeliana «Piombo Fuso»
contro Gaza. Esso comprende una vasta gamma di settori in
cui «Nato e Israele cooperano pienamente»: scambio di
informazioni tra i servizi di intelligence; connessione di
Israele al sistema elettronico Nato; cooperazione nel settore
degli armamenti; aumento delle esercitazioni militari
congiunte; allargamento della cooperazione contro la
proliferazione nucleare (ignorando che Israele, unica potenza
nucleare della regione, rifiuta di firmare il Trattato di non-
proliferazione ed ha respinto la proposta Onu di una
conferenza per la denuclearizzazione del Medio Oriente).
A questa operazione parteciperà l´Italia con i suoi
cacciabombardieri. Essi decolleranno sulla testa degli oltre 6
milioni di italiani senza lavoro o quasi: non si sa su quale
capitolo del bilancio statale sarà addebitata la spesa per
trasferire in Israele aerei e personale militare e farli
partecipare all´esercitazione di guerra, ma si sa che sarà
altro denaro pubblico sottratto alle spese sociali.
Decollerranno i cacciabombardieri sulla testa di un
parlamento la cui quasi totalità probabilmente non è stata
informata della partecipazione italiana all´esercitazione di
guerra aerea in Israele ed è quindi all´oscuro (o noncurante)
delle sue implicazioni politiche, militari ed economiche.
Proprio mentre a Palazzo Montecitorio si discute delle
missioni militari, presentate dalla maggioranza come
indispensabili per la pace internazionale, soprattutto in Medio
Oriente. Se qualche deputato presenterà una interrogazione
sulla partecipazione italiana alla «Blue Flag», il ministro
Mauro risponderà che si tratta sì di una esercitazione di
guerra aerea, però «umanitaria».
Manlio Dinucci - (Il Manifesto, 7 novembre 2013)
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.