domenica 10 novembre 2013

Aerei italiani in israele per esercitarsi a nuovi bombardamenti "umanitari"



Campo d'azione 

D'amore e d'accordo

    
    I cacciabombardieri italiani Tornado, Eurofighter 2000, F-16 
    Falcon e altri, che nel 2011 bombardarono la Libia 
    partecipando a 1.182 missioni nell´operazione Nato «Unified 
    Protector», sono di nuovo pronti al decollo. Non per una 
    nuova guerra alla Libia, ormai disintegrata e nel caos (anche 
    il terminale del gasdotto per l´Italia è sotto attacco), ma per 
    preparare altre guerre. Parteciperanno in novembre alla più 
    grande esercitazione di guerra aerea mai svoltasi in Israele.
    L´esercitazione, denominata «Blue Flag» sul modello di 
    quella della U.S. Air Force,  si svolgerà tra due settimane nel 
    Deserto del Negev. Poche e selezionate le forze aeree 
    invitate: quelle di Stati uniti, Italia e Grecia. 

    Complessivamente parteciperanno alla «Blue Flag» oltre 
    100 aerei e 1.000 militari. Sarà una esercitazione a fuoco, 
    con impiego di bombe e missili a guida di precisione. Lo 
    scenario simulerà un attacco in profondità in un territorio 
    nemico dotato di forti difese aeree (come è ad esempio 
    l´Iran): dopo averle neutralizzate, i cacciabolbardieri 
    colpiranno gli obiettivi terrestri rappresentati da bersagli 
    disseminati nel deserto. Nei duelli aerei, l´aviazione nemica 
    sarà impersonificata dall´«Aggressor squadron» delle forze 
    aeree israeliane, i cui piloti vengono addestrati a simulare 
    varie tattiche di combattimento, «in particolare quelle delle 
    forze aeree arabe».

    Israele attribuisce grande importanza alla «Blue Flag». Le 
    forze aeree israeliane, ha dichiarato il generale Amikam 
    Norkin, stanno sperimentando nuove procedure «per 
    abbreviare la durata delle future guerre» potenziando la 
    propria capacità distruttiva: ciò permetterà di «accrescere di 
    dieci volte il numero di obiettivi che vengono individuati e 
    distrutti». Ora è il momento di sperimentare tale capacità in 
    una esercitazione congiunta con forze aeree avanzate, come 
    quelle statunitense e italiana. 

    A riprova delle capacità conseguite, il generale Norkin ha 
    sottolineato, in una intervista a Defense News (21 ottobre), 
    che negli 8 giorni dell´operazione «Pilastro di difesa» 
    effettuata a Gaza nel novembre 2012, l´aviazione israeliana 
    ha attaccato 1.500 obiettivi, il doppio di quelli attaccati nei 34 
    giorni della guerra in Libano nel 2006. Anche i piloti italiani 
    potranno dunque imparare molto partecipando 
    all´esercitazione di guerra aerea in Israele.

    La «Blue Flag» serve allo stesso tempo a integrare le forze 
    aeree israeliane in quelle Nato. Finora esse avevano 
    effettuato esercitazioni congiunte solo con singoli paesi 
    dell´Alleanza, come quelle a Decimomannu con l´aeronautica 
    italiana. In tal modo Israele, anche se ufficialmente non è 
    membro della Nato, viene operativamente a far parte della 
    sua strategia e delle sue operazioni militari. 

    Ciò rientra nel «Programma di cooperazione individuale» con 
    Israele, ratificato dalla Nato il 2 dicembre 2008, circa tre 
    settimane prima dell´operazione israeliana «Piombo Fuso» 
    contro Gaza. Esso comprende una vasta gamma di settori in 
    cui «Nato e Israele cooperano pienamente»: scambio di 
    informazioni tra i servizi di intelligence; connessione di 
    Israele al sistema elettronico Nato; cooperazione nel settore 
    degli armamenti; aumento delle esercitazioni militari 
    congiunte; allargamento della cooperazione contro la 
    proliferazione nucleare (ignorando che Israele, unica potenza 
    nucleare della regione, rifiuta di firmare il Trattato di non-
    proliferazione ed ha respinto la proposta Onu di una 
    conferenza per la denuclearizzazione del Medio Oriente).  
    A questa operazione parteciperà l´Italia con i suoi 
    cacciabombardieri. Essi decolleranno sulla testa degli oltre 6 
    milioni di italiani senza lavoro o quasi: non si sa su quale 
    capitolo del bilancio statale sarà addebitata la spesa per 
    trasferire in Israele aerei e personale militare e farli 
    partecipare all´esercitazione di guerra, ma si sa che sarà 
    altro denaro pubblico sottratto alle spese sociali. 

    Decollerranno i cacciabombardieri sulla testa di un 
    parlamento la cui quasi totalità probabilmente non è stata 
    informata della partecipazione italiana all´esercitazione di 
    guerra aerea in Israele ed è quindi all´oscuro (o noncurante) 
    delle sue implicazioni politiche, militari ed economiche. 
    Proprio mentre a Palazzo Montecitorio si discute delle 
    missioni militari, presentate dalla maggioranza come 
    indispensabili per la pace internazionale, soprattutto in Medio 
    Oriente. Se qualche deputato presenterà una interrogazione 
    sulla partecipazione italiana alla «Blue Flag», il ministro 
    Mauro risponderà che si tratta sì di una esercitazione di 
    guerra aerea, però «umanitaria». 

Manlio Dinucci - (Il Manifesto, 7 novembre 2013)

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