Prima del tramonto
La panettiera è una bella signora sempre sorridente, raccoglie gli spicci dal vassoio e solleva lo sguardo, ma il sorriso non c’è più: “Lo sa? – dice – Non ho mai visto tanta gente triste e depressa come oggi”. Nel negozio non c’è nessun altro e forse per questo la signora libera una riflessione che le preme sul cuore ma non le sembra carino esibire fra i clienti. Un pudore garbato che consiglia di non gravare lo zaino dei disagi che sta sulle spalle della sua clientela ricca di anziani e persone in difficoltà. Forse il cliente rimasto solo di fronte a lei sembra avere la sensibilità giusta.
Non so se “depresso” è la parola giusta per descrivere uno stato d’animo collettivo ormai penetrato in tutta la società; forse è più calzante parlare di gente delusa e sfiduciata, senza dimenticare chi ha raggiunto (e spesso varcato) le porte dello sconforto. Poco importa: la società di questo Paese sta scendendo una pericolosissima china, un dirupo del quale non conosciamo il fondo, spinta, con crudele ed autolesionista ostinazione, da una larga parte di chi compone l’esercito di politici e amministratori.
Arroganza, malaffare, inettitudine, nel vortice incandescente dell’infinita, estenuante rissa politica, agiscono da potenti buttafuori che respingono i cittadini e le loro urgenze di Istituzione, di Stato (in maiuscolo) che li dovrebbero guidare e sorreggere mentre vivono enormi difficoltà economiche e la vita stessa sul suolo di un Paese incantevole e pericoloso è messa a rischio. La lontananza fra cittadino e Istituzioni, fra gente e politica è ormai siderale, in pericoloso aumento, e l’ipotesi di un riavvicinamento è un azzardo perché l’abbandono, l’inconsistenza ed il disprezzo mostrato da chi dovrebbe fare ed invece male o nulla fa, ha dotato la gente di una crosta di diffidenza sotto la quale covano un disagio profondo e una rabbia nera.
Dal Governo alle Regioni, dagli Enti pubblici alle Asl, politici, funzionari, burocrati (triade odiatissima) quasi mai all’altezza dei loro compiti, con prepotenza e cinismo, spregiano e zittiscono i cittadini che pagano loro gli stipendi più alti del mondo e fanno correre all’Italia un rischio tremendo.
E i segnali di pericolo dal fermento sociale in ebollizione arrivano e sono chiari, come i tentativi di infiltrazione e collegamento delle Nuove Br col movimento No Tav, sacrosanto ma fragile. La sola via d’uscita pacifica pretende che la politica delle Istituzioni torni ad ascoltare e credere ai cittadini, respirando la stessa aria e mangiando lo stesso pane. Prima del tramonto.
Mario Ferrari
La Sesia venerdì 29 novembre 2013
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