Il piacere che ti dà lo scorrere delle pagine di un libro è unico. E’ meraviglioso poi sfogliare un libro antico, consultare dei manoscritti e volumi rari, sentire il particolare profumo della carta ingiallita. Quel profumo che innesca in te la voglia di leggerli, di sfogliare delicatamente quelle pagine così pregiate, di scorrere con gli occhi quelle righe quasi sbiadite, di vivere ogni attimo e immaginare le sensazioni vissute e provate dall'autore. L’emozione che si ha, visitando una biblioteca tra migliaia di volumi, è sicuramente non paragonabile a quello che si prova navigando in internet.
Tra i ripiani delle biblioteche si posso trovare vecchi libri che trattano svariati argomenti: opere letterarie, repertori enciclopedici, monografie d’arte,…. Alcuni sono pregevoli per la loro rarità e altri per la loro rilevanza scientifica. Altri ancora, in aggiunta al loro contenuto degno di attenzione, sono notevoli per la bellezza illustrativa. Tra i più stupendi sono gli Atlanti Celesti che risalgono tra il XVI e XIX sec., le cui immagini sono di un’attrattiva non comune. Senza togliere il valore agli altri libri di diverse discipline, ho di proposito richiamato gli Atlanti Celesti perché recentemente ho avuto l’occasione di scoprire la straordinaria bellezza delle illustrazioni rappresentate in un’opera del XVII secolo dell’astronomo Johannes Hevelius (Danzica 1611-1687).
L’opera, il “Prodromus Astronomiae”, è suddivisa in tre volumi. Il terzo, chiamato “Firmamentum Sobiescianum, sive uranographia”, è un atlante stellare di 56 tavole (carte celesti) che riproducono le costellazioni. Degli Atlanti dell’epoca d’oro, il Firmamentum è senz’altro il più raro, il più bello, il più accurato; da subito considerato uno dei capolavori della scienza seicentesca. Le illustrazioni, incise dallo stesso Hevelius, non temono il confronto con alcun altro lavoro e sono diventate popolari per il loro splendore e precisione.
Tra le tavole presenti troviamo le costellazioni boreali, zodiacali e australi. E’ il caso di far notare che la moderna astronomia non ne riconosce alcun reale significato. Difatti le costellazioni sono raggruppamenti arbitrari di stelle visibili a occhio nudo, disegni immaginari tracciati con linee altrettanto immaginarie sulla volta celeste, secondo quelle che sono le proiezioni dell’inconscio umano. Tutte le stelle, anche quelle che distano tra loro decine o centinaia di anni luce, poste sulla sfera apparente del cielo notturno, in cui si perde la dimensione della profondità, sembrano trovarsi sullo stesso piano dando l’illusione che si trovino affiancate. In sostanza, le costellazioni non sono nulla più che un disegno immaginario tracciato nel cielo. Qui non ci interessa tanto la veridicità scientifica dell’Opera, quanto l’aspetto artistico perché si tratta di un capolavoro dell'arte incisoria.
Franco Stobbart
Recensione di "ATLANTI STELLARI"
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