A distanza di tremila e trecento anni le cose non sembrano mutate: potenze straniere tornano a fare della Siria un gigantesco campo di battaglia. Le cifre del conflitto si commentano da sole: 110.000 morti, 600.000 feriti, 3.000 scuole distrutte e 900 trasformate in luoghi di ricovero per senza tetto, quattro milioni di sfollati all'interno del Paese e due milioni e mezzo esuli. La comunità cristiana, che prima della guerra, contava il 10 per cento della popolazione (circa 2 milioni di fedeli), oggi è ridotta al 6,5 per cento, poiché un terzo dei cristiani è espatriato (700.000 persone).
Ciò che i media occidentali, europei in testa, fingono di non sapere, o non dicono, è che la guerra civile in Siria, contrabbandata nel 2011 come “grande primavera araba”, in realtà, è il tentativo dei fondamentalisti islamici votati alla guerra santa (gli jihadisti) d'impossessarsi del Paese, né più e né meno di quanto specularmente hanno tentato di fare i Fratelli musulmani in Egitto.
L'offensiva in atto in diversi Paesi della cosiddetta Mezzaluna Fertile è di tornare ai califfati, agli stati confessionali islamici. I fondamentalisti musulmani giocano sulle divisioni dell'Occidente, soprattutto dell'Europa, che non ha un unico ministro degli Affari esteri, ma tanti piccoli ministri indaffarati a badare all'orticello del proprio Paese. Nella crisi siriana si sono mossi, tra vari Paesi, gli interessi di Arabia Saudita, Francia, Stati Uniti, Gran Bretagna, Turchia, (chi avrà armato l'"esercito di liberazione" che da tre anni tenta d'abbattere il governo del presidente Bashar al-Assad?) e Russia (con quali armi si sta difendendo l'esercito di Damasco?).
Alla luce di ciò che sta emergendo – le armi chimiche per uccidere inermi civili sarebbero state usate dagli jihadisti e dai loro alleati guerriglieri di Al-Qāʿida con il preciso scopo, tramite la falsa propaganda, di accusare di un orribile crimine di guerra il nemico, cioè l'esercito regolare siriano e quindi il presidente Bashar al-Assad – va riconosciuta la fermezza del premier russo Putin nell'opporsi al presidente statunitense, Obama, favorevole ad un intervento militare in Siria, seppure con mirati bombardamenti contro installazioni militari, grazie alle “bombe intelligenti”. Giusto qualche migliaio di vittime civili in più, allo scopo di punire (ma non di togliere di mezzo) il "tiranno siriano". A scongiurare il bombardamento “mirato”, fortunatamente, è sopravvenuto il provvidenziale e lungimirante intervento di papa Francesco, che ha chiamato alla preghiera, per un giorno intero, oltre un miliardo di cattolici e, insieme a loro, l'intera comunità dei credenti a qualsiasi religione appartenessero.
Samaan Daoud s'è anche chiesto come mai la stampa occidentale, compresa quella italiana, non vada a verificare ciò che accade nei campi profughi in Giordania e in Turchia (dove si addestrano i terroristi islamici), o perché non riveli che i combattenti jihadisti provengono da 84 diversi Paesi con l'unico obiettivo di tenere in permanente stato di guerra, contro Damasco, l'area settentrionale del Paese da loro occupata. Sono cadute nel vuoto, perché ignorate dai media, le stesse autorevoli parole del Gran Muftì di Siria, il supremo capo spirituale musulmano del Paese, il quale ha invitato «a deporre le armi e a ricostruire l'uomo», avvallando implicitamente l'opera del presidente Bashar al-Assad. Insomma, una inspiegabile deformazione, attraverso i media, di quanto realmente accaduto negli ultimi due anni in Siria.
Tocca così ad un esule di fede cristiana («non al servizio del governo», come ha tenuto a precisare Samaan Daoud), peregrinare per l'Italia per spiegare ciò che avviene nel suo Paese. Dopo i liceali dell'Istituto Maria Ausiliatrice e gli studenti della scuola media Kolbe (incontrati nella mattinata del 31 Ottobre), il 4 Novembre alle 21, Daoud sarà al Centro culturale Fatebenefratelli di Valmadrera, invitato dall'Amministrazione comunale. Là, davanti ad un pubblico di persone adulte, troverà probabilmente il coraggio di mostrare ciò che, opportunamente, non ha messo sotto gli occhi di giovani studenti: raccapriccianti immagini di persone orribilmente mutilate per essere incappate nelle pene della Shari'a, la legge islamica. Nel nome della giustizia islamica (e del concetto di democrazia assimilato da tanti "pii musulmani") è amputata la mano di chi è sorpreso a rubare, anche se fosse un po' di cibo per sfamare il proprio figlio.
Resegone di Lecco
(Fonte: http://www.resegoneonline.it/)
Per cultura razionalista siamo indotti alla più o meno inconsapevole teleologica certezza che l'evoluzione umana sia rappresentabile da un grafico con una curva in crescendo. Il nodo è proprio qui. Senza quella più o meno consapevole certezza mai esordiremmo con "A distanza di tremila e trecento anni le cose non sembrano mutate..."
RispondiEliminaSe non per aspetti tecnico-bidimensionali, per i quali effettivamente si può prospettare che un accendino è l'evoluzione della pietra focaia, non c'è alcuna evoluzione. Il motivo è tanto sorprendentemente semplice quanto convincente. Abbiamo solo pochi sentimenti. Alla fine sono due. Uno di attrazione e uno di repulsione. La combinazione stocastica o causale dei sentimenti obbliga l'uomo ad una continua oscillazione tra quei pochi stati che i sentimenti gli concedono. Da questi si genera tutta la storia. Quindi la storia si ripete per necessità.
Solo gli spiritualisti hanno argomenti per sostenere l'evoluzione umana. Resta da vedere se quell'evoluzione che ci porterebbe a vivere di prana e nell'amore reciproco, che ci toglierebbe dalla storia per farci essere Uno, possa effettivamente riguardare tutti o solo alcuni.
grazie per l'attenzione
lorenzo merlo