sabato 7 settembre 2013

M5S in Croce(tta) - Roma si prepara a seguire l'esempio Sicilia con un "governo minoritario di larghe vedute"

Gay Pride - Foto criptica di Gustavo Piccinini

Dato che spero di spiegare fuori dal politichese, papale, papale, la premessa è necessaria. Crocetta è un Presidente della Regione Siciliana che rappresenta la minoranza di una minoranza. 

Ricordiamo infatti che, nel 2012, votò solo il 40% dei siciliani. Lui, con meno del 15% dei voti realmente espressi, si ritrovò a capo della Sicilia. Rappresentata pure, minoritariamente, dai deputati eletti alla poco onorevole Assemblea Regionale. Grillini in testa, con 15 cosiddetti cittadini, rappresentanti del popolo protestatario. Popolo che, però, aveva preferito in massa l'astensione. Ed in più la scheda bianca e nulla. 

So benissimo che i politicanti di professione se ne fregano altamente della volontà popolare. 


Speravo che, con Crocetta ed i Grillini (di origine sinistrorsa), il "nuovo avanzasse".  Ritenevo pertanto che, NON rappresentando la reale volontà popolare, si sarebbero dimessi subito per richiedere un consenso maggioritario. 


Quando mai !

Crocetta si insediò con toni trionfalistici degni di un presidente balcanico (dei tempi belli dell'Urss).  Idem fecero i virgulti Grillini. Che allegramente sorvolarono sul fatto di non rappresentare certo quel che i siciliani avevano indicato, l'astensione. 

Da Presidente appena eletto il primo si dette subito alla campagna ingaggi di nuovi deputati compagni di viaggio.  Ovviamente tutti, ad un giorno dalle elezioni, folgorati dal carisma dell'uomo nuovo. 


Così, tra lombardiani e pidiellini vecchi e nuovi, Crocetta formò il nuovo governo.  Che, novello Ulisse, dimostra di saper far navigare pure in acque tempestose. Si sa che Sala d'Ercole è più pericolosa di Scilla e Cariddi. Ma il Presidente ha trovato un equipaggio di "larghe intese" oltreché di "larghissime vedute". 


Così Crocetta decide, la Assemblea ratifica a "geometria variabile". 


Una volta votano a favore i componenti la maggioranza più quelli della (finta) opposizione di destra. Si strappano le vesti i grillini .
L'altra, tra gli strepiti dei seguaci berlusconiani, i voti necessari si trovano con il concorso dei 15 casaleggiani di supporto. 


Alla fin fine, per la compiaciuta, gigionesca soddisfazione del Presidente Crocetta, di fatto si trovano TUTTI  d'accordo nel sostenere il governo siciliano. 


Non a caso il Presidente è tentato dall'idea di sbarcare in Continente. Chi, meglio di lui, potrebbe procurare ad un governo nazionale  di "grande appoggio" ?

P.S. Quanto sopra era stato elaborato tempo fa. Le polemiche suscitate in casa Grillo dal senatore 5 Stelle Luis Alberto Orellana con la ammissione che "in Sicilia abbiamo delle alleanze in corso", mi ha convinto che il contenuto è più che una ipotesi. 


Ovvero, prendendo qua e là, anche a Roma si troveranno i senatori sufficienti per tenere a galla le "intese". E, con esse, Letta.
Piaccia o meno a Berlusconi i numeri potranno esserci. Sempre che si segua il modello Sicilia. Con consulenza del precursore Crocetta.

Grazie per l'attenzione.



Vincenzo Mannello
http://www.vincenzomannello.it/

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