mercoledì 19 giugno 2013

IRAN, SIRIA, RUSSIA, CINA, USA E ISRAELE. CONSIDERAZIONI INTERNAZIONALI


Su tutta la vicenda IRAN, SIRIA, LIBANO, ecc., essendo tra l’altro sprovvisti, di notizie di prima mano, si possono fare solo una serie di valutazioni.

Partiamo dal fatto certo che la carta che si sta giocando in quel settore strategico è di eccezionale importanza, perché, niente meno, riguarda tutta la strategia mondialista che mira ad una Repubblica Universale, previa distruzione di ogni sovranità nazionale. Di riflesso ci sono anche gli interessi geo strategici di Israele e i suoi sogni di dominio mondiale.

Ora noi sappiamo che “Lorsignori” sanno benissimo che questo è un momento storico decisivo, perché l’edificazione di un Ordine Mondiale globalizzato, con capitale a Gerusalemme, non è affatto scontata. 

A parte l’eterogenesi dei fini, che sempre nella storia crea risultati imprevedibili, ci sono poi gli interessi geopolitici delle Nazioni che, alla lunga, non sono facili da annichilire o deviare.

Ergo, “Lorsignori” e le frange più oltranziste del mondialismo e dello stesso Israele, sanno benissimo che se ora, sia pure con grossi rischi di deflagrazione mondiale, è possibile vincere militarmente la partita, tra, diciamo, una diecina di anni, potrebbe non essere più così e l’affacciarsi di nuove grandi realtà (Cina su tutte, ma anche l’IRAN), rischierebbe di rimettere in gioco tutto.

Quindi costoro vogliono la guerra.

Magari una guerra, anche con scambio atomico, brevissimo (che poi sarebbe sopportato dagli stati fregnoni che ospitano basi Nato), ma comunque una guerra, sicuri che la Russia (tra l’altro militarmente inferiore) cederebbe subito, l’hanno messa in conto e come.

Ma il rischio comunque sarebbe grosso e quindi fino ad oggi hanno prevalso le strategie “possibiliste”, quelle che confidano nel lento lavorio delle grandi massonerie mondialiste, del fatto che i russi stessi, sono interessati a tanti organismi e istituzioni mondiali, soprattutto sul piano commerciale.

Queste correnti, meno guerrafondaie, sperano quindi che a poco a poco, dal di dentro e tramite pressioni esterne, sia possibile ottenere gli stessi obiettivi, che con gravi rischi potrebbero essere raggiunti con la guerra.

Lo scatenamento delle tante ONG, gruppi gay, movimenti umanitari, ecc., controllati dalle Intelligence Occidentali, hanno tutti lo stesso obiettivo: far collassare il governo russo di Putin e le forze che ancora si oppongono alle correnti mondialste.

La cosa non è facile perchè Putin rappresenta i naturali interessi geopolitici della Nazione ed anche strategicamente la Russia non potrebbe perdere l’alleanza con l’Iran o la base strategica in Siria. Ogni cedimento sovietico, inoltre, come i rapporti internazionali insegnano, darebbe avvio ad una serie di conseguenze a cascata per le quali i russi, non sarebbero più credibile in tutto il medioriente e quindi tutti si rivolgerebbero all’Occidente.

In questo frangente, la vittoria della Siria sui criminali mercenari scatenatigli contro, sostenuta dalla Russia, è stata quindi molto importante.

Viceversa le elezioni in IRAN vinte dal “moderato” Rohani, aprono inquietanti interrogativi. Del resto sappiamo benissimo come l’IRAN sia infeudato da sempre da tante realtà occidentali, come un certo fondamentalismo religioso crei insofferenza nella popolazione, come il boicottaggio e le sanzioni hanno impoverito lo strato sociale del paese e quindi tutto questo ha contribuito alla vittoria dei “moderati”

Non è un paradosso, quello che ora sto per dire, ovvero: non è detto che un governo “moderato” e aperto all’occidente, sia preferibile per l’avversario, come i commenti di prassi, positivi, che arrivano dagli USA, sembrerebbero indicare.

In realtà l’Occidente, chiamiamolo così, ha la assoluta necessità di piegare anche l’IRAN prima che sia troppo tardi, quindi non è interessato a mediazioni (a meno che non siano finalizzate ad una capitolazione totale dell’IRAN), ma persegue l’obiettivo del TUTTO anche a costo della guerra.
In qustoria esta ottica un avversario che si presenti al mondo come “estremista” potrebbe essere preferibile a uno moderato, sempre e comunque da distruggere.
E del resto, questi “moderati” difficilmente potrebbero lavorare totalmente contro gli interessi geopolitici nazionali.

Quindi aspettiamo a dare giudizi. Dobbiamo ancora valutare esattamente cosa stia accadendo in Turchia, area geografica determinante per tutta la situazione e soprattutto per uno scenario bellico.
Dobbiamo valutare cosa si cela veramente dietro i nuovi conati guerrafondai di Obama. Dobbiamo valutare esattamente di che portata sono certi accordi che sembrano intercorsi con la Cina, un paese che nella ha sempre lavorato in funzione degli interessi Occidentali.


Possibile che Obama, avendosi messo in tasca una specie di accordo con i cinesi, confidando di una mezza “neutralità” del nuovo IRAN a cui inevitabilmente seguirebbe, obtorto collo, un defilarsi del Libano degli Herzbollah, voglia ora puntare decisamente alla distruzione della Siria di Assad?

Maurizio Barozzi

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