domenica 28 maggio 2023

PNRR. Dalla UE soldi solo per spese "inutili" al Liceo Classico di Roma Albertelli ...



Mi ha colpito la notizia riportata da poche fonti, tra cui - diamogli atto – “Il fatto quotidiano”, secondo cui il Consiglio di Classe del Liceo Classico di Roma Albertelli ha rifiutato i contributi concessi all’Istituto dal PNRR (cioè i fondi europei di “Resistenza e Resilienza” concessi anche su progetti specifici relativi alla scuola) . Risulta che il Ministero dell’Istruzione abbia addirittura minacciato il commissariamento del Liceo.

In interviste ad agguerrite rappresentanze studentesche e ad alcuni insegnanti emergono con chiarezza i motivi del rifiuto e della protesta. I progetti in approvazione al PNRR non riguardavano le reali necessità della scuola, cioè la scarsezza delle aule scolastiche e soprattutto degli insegnanti, la scarsa remunerazione degli stessi insegnati e del personale scolastico che spegne ogni entusiasmo, ecc.
 
I progetti riguardavano la cosiddetta “digitalizzazione” che si esaurisce nell’acquisto di materiale elettronico e nell’indirizzare gli studenti verso le “nuove tecnologie”. Lo scopo di questa impostazione è con tutta evidenza, da un lato, assicurare lauti profitti e l’allargamento del mercato per le imprese del settore mediante una vera o presunta nuova rivoluzione tecnologica; dall’altro lato, preparare le nuove generazioni di studenti a diventare appendici di dispositivi elettronici, dispositivi “intelligenti” e robot, rinunciando sostanzialmente all’impegno di affrontare problemi generali e studio della realtà fisica, storica, culturale e sociale. Si vuole che i nuovi studenti diventino abili nel gestire computers, smartphone, robot “intelligenti”, ecc. , senza capire bene a che serva e a chi serva perché hanno scarso discernimento sui problemi generali ed i grandi principi e valori.
 
Una notizia complementare alla precedente è quella delle proteste degli studenti universitari sulla mancanza e l’insufficienza degli alloggi per gli studenti fuori sede. Non ci vuole molto a capire che per assicurare una reale eguaglianza tra i giovani c’è anche il reale diritto allo studio. Questo diritto comporta anche che gli studenti fuori sede, o quelli provenienti da famiglie più disagiate, possano usufruire di alloggi decenti a buon mercato, oltre che a borse di studio ed altri strumenti di sostegno.
 
Ebbene, ora si scopre che anche su questa materia esistono progetti del PNRR, ma con il piccolo particolare che i tre quarti dei finanziamenti non andrebbero alle strutture pubbliche (che potrebbero garantire un più equo utilizzo dei fondi a favore degli studenti più disagiati), ma andrebbero ai privati con scarsissime garanzie. In altre parole gli alloggi degli studenti fuori sede diverrebbero solo occasione di profitto per imprese private che gestirebbero i fondi secondo i loro interessi. Si sa che solo a Roma e Milano gli alloggi dovrebbero coprire le esigenze di molte decine di migliaia di giovani. Si sa anche che a Napoli (dove sono previsti quasi 30.000 studenti fuori sede bisognosi) le imprese private non presentano progetti perché si ritiene “sarebbero poco convenienti:
 
Anche nel caso degli alloggi per studenti, come nel caso della “digitalizzazione “ delle scuole, tutto avviene all’insegna della speculazione e del disprezzo di ogni istanza culturale e sociale. Ma come meravigliarsi di questo? Basta pensare che l’Unione Europea, con la complicità dei nostri governi di “sinistra” e di “destra” è diventata il tempio della speculazione capitalistica neo-liberista più sfrenata.
 
Vincenzo Brandi



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