venerdì 19 maggio 2023

I progetti dello zio Sam: "Dopo l'Ucraina si passa alla Polonia"



L’obiettivo del Deep State nord-americano, per rimpinguare le casse di chi sappiamo, resta sempre quello: una bella guerra globale, forse anche nucleare-tattica (ma da combattersi lontano dal territorio americano, come le due precedenti guerre mondiali), un conflitto che annichilisca l’Europa, distrugga la sua economia, ed allontani definitivamente l’incubo di un accordo euro-russo che possa attentare agli interessi – economici e non soltanto economici – degli Stati Uniti e dei Pierini inglesi.

Certo – sia detto per inciso – questa incredibile UE ha fatto di tutto per affossare gli interessi europei a pro degli yankee: dalle sanzioni alla Russia (primo passo dell’euromasochismo) fino all’autoflagellazione finanziaria per dare a zelensky munizioni a profusione (anche con i fondi del PNRR, secondo l’ultima genialata della gentildonna di Bruxelles). Anche i singoli Stati-membri hanno fatto la loro sporca figura: e non penso tanto all’Italia, quanto piuttosto alla Germania, che ha financo fatto finta di non sapere che a far esplodere il gasdotto russo-tedesco Nord Stream siano stati gli alleati nord-americani (come peraltro quell’ineffabile Biden aveva fatto intendere poco tempo prima).

Ma lasciamo stare gli inebetiti europei, e torniamo a quelli che muovono davvero i fili dello scenario ukraino: nord-americani e volenterosi soci britannici. O, meglio, questa incredibile amministrazione Biden (speriamo che le prossime elezioni la spazzino via) e coloro che, anche a Londra, condividono il folle progetto di distruggere la Russia come potenza mondiale e di saccheggiare le sue enormi risorse naturali.

Veniamo dunque “a bomba”, è proprio il caso di dire. Che cosa succede in Ukraina? Non ho certo la presunzione di dirlo con sicurezza, non sono un esperto di cose militari. Ma cosí, a naso, la mia sensazione è che la vittoria “immancabile” di cui il comico di Kiev è venuto a parlare qui da noi, sia molto, ma molto problematica, se non addirittura impossibile. I russi sono in grado di radere al suolo l’intera Ukraina nel giro di ventiquattr’ore. Non l’hanno ancóra fatto (e speriamo che non lo facciano mai) perché mezza Ukraina è russa o filorussa. D’altro canto, i filorussi in Ukraina vincevano le elezioni; almeno fino a quando gli amanti della democrazia in stile USA non hanno organizzato il colpo-di-Stato (antidemocratico) del 2014.

Perché, allora, zelensky si agita tanto, perché parla e riparla di quella mitica “grande controffensiva ukraina” che viene misteriosamente rimandata di giorno in giorno? Probabilmente perché sa di essere oramai all’ultima spiaggia. Personalmente – ma è solamente la mia sensazione – credo che zelensky abbia un’unica via di uscita: quella di far precipitare le cose e di provocare un intervento ufficiale (quello ufficioso c’è giá) della NATO e, conseguentemente, lo scoppio di una guerra mondiale.

Se cosí non dovesse essere, credo che il despota di Kiev sará presto “posato” dagli americani, e sostituito con qualche altro personaggino disposto a giocare lo stesso ruolo. Non per caso, in questo momento a Varsavia c’è giá chi scalda i motori.

Tornando ad oggi,  sui testi ufficiali non verrá mai detto che il conflitto in Ukraina non è cominciato l’anno scorso, con la “operazione speciale” di Putin, ma otto anni prima, quando i proconsoli ukraini dei nord-americani hanno iniziato una vera e propria guerra contro i filorussi del Donbass, provocando 13.500 morti, 35.000 feriti, un milione e mezzo di profughi. E scusate se è poco.

Sono cose note e arcinote. Basta digitare “Guerra del Donbass” su Wikipedia per rinfrescare la memoria. Ma guai a ricordarle nei dibattiti televisivi. La versione ufficiale è che il conflitto in corso sia stato provocato dalla invasione “immotivata” della Russia di Putin. E chi dice il contrario è additato al pubblico ludibrio.

Intanto nella “patria della democrazia” forse qualcuno giá lavora per il dopo-Ukraina. La Polonia – dicevo – è in pole position. Ma non mancano scenari alternativi, come quello della Finlandia che, non a caso, è stata recentemente arruolata nella NATO.

Vorrei sbagliarmi, vorrei proprio sbagliarmi.


Stralcio di un articolo di Michele Rallo



 

1 commento:

  1. Agli USA conviene la guerra – Scrive J.H.: “Due guerre ‘mondiali’ di fila, la Prima e la Seconda, avevano stremato il globo. Solo agli Stati Uniti—protetti da due grandi oceani che tenevano a distanza i nemici erano rimasti dei soldi in tasca. Basti pensare che un altro dei Paesi ‘vincitori’, la Gran Bretagna, sul lastrico, ha dovuto mantenere il razionamento fino addirittura al 1954. Per gli Usa invece, gli anni Cinquanta e Sessanta sono stati un periodo di inaudita prosperità...”

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