Altro che “interesse nazionale”, “lotta alla pandemia”, “personalità di alto profilo”!
Mattarella sta cercando con un colpo di mano di installare un governo più asservito agli Agnelli-Elkann, ai Benetton e al resto della borghesia imperialista del nostro paese, all’UE e alla NATO, emulando e superando quanto fatto dal suo compare Napolitano nel 2011 e nel 2013.
Per motivi ben noti che si riassumono nella progressiva sottomissione del M5S al sistema delle Larghe Intese, un faccendiere che a livello elettorale pesa meno del 2%, Renzi, ha manovrato per mandare a gambe all’aria Conte e sostituirlo con un altro faccendiere, direttamente indicato dai mercati, dalle banche e dal circolo della speculazione finanziaria internazionale (non a caso all’annuncio del mandato a Draghi i giornali titolano “festeggiano le borse”!). Mattarella è stato il regista dell’operazione. La manovra di palazzo, però, è zoppa.
Il “governo di alto profilo” di cui ciancia Mattarella sarà – e non potrà che essere – un accrocchio di funzionari della speculazione. Saranno anche “nomi importanti”, ma solo nella misura in cui servono a mettere d’accordo le varie fazioni della classe dominante in modo che i partiti votino la fiducia in Parlamento. Ma sono nomi che non godono della fiducia e del sostegno della classe operaia e delle masse popolari.
Non fasciarsi la testa prima del tempo: se dovrà fronteggiare la mobilitazione delle masse popolari, il governo Draghi non riuscirà a installarsi e a operare. Non ci sono “ragioni di stato”, “bene comune” e “appelli alla responsabilità” che tengano, se ne torna da dove è venuto. Ne sono consapevoli anche Mattarella e i suoi compari: è proprio per prevenirla che danno a intendere che Draghi, innanzitutto, si occuperà di prorogare il blocco dei licenziamenti!
Chi, in Parlamento, vuole fare gli interessi delle masse popolari ha poche scuse e nessun margine di tempo “per riflettere”; il M5S, LeU e - dove ci sono - i sinceri democratici ovunque collocati devono:
- votare a oltranza contro la fiducia a Draghi e a ogni altro governo imposto da Confindustria, banchieri e funzionari della UE;
- appoggiare e sostenere tutte le proteste e le mobilitazioni dei lavoratori e delle masse popolari.
Un inciso sul M5S. Non aspettiamoci che il M5S si metta oggi alla testa della mobilitazione popolare. Non lo ha fatto nel 2013 [quando Beppe Grillo chiamò alla mobilitazione di piazza, ma fece subito marcia indietro] contro i colpi di mano di Napolitano, non lo ha fatto nel 2018 quando ha vinto le elezioni e Mattarella ha fatto carte false per imporgli un’alleanza con la Lega, non lo farà oggi. Tuttavia, se non vuole essere travolto definitivamente dalle manovre con cui le Larghe Intese lo hanno “cotto a fuoco lento” è costretto a fare una scelta di campo: o con le Larghe Intese o con le masse popolari in mobilitazione.
È già chiaro che i vertici dei sindacati di sistema non hanno intenzione di mobilitare i loro iscritti e anzi ammiccano al “governo tecnico”: aspetteranno passivamente che la macelleria sociale faccia il suo corso per piagnucolare in TV quando il bue è scappato dalla stalla.
È altrettanto chiaro che le redini della mobilitazione di cui c’è bisogno le tengono in mano i lavoratori e le loro organizzazioni di classe, gli organismi operai e popolari, i sindacati combattivi, i movimenti popolari (NO TAV, NO TAP e altri), il movimento studentesco, i comitati e le associazioni per la difesa della sanità pubblica, le reti solidali, ecc.
Bisogna che ogni organizzazione comunista, operaia e popolare, ogni sincero democratico che ha a cuore la Costituzione, ogni associazione vuole fare gli interessi delle masse popolari si impegni per far marciare la resistenza.
Non serve un governo che faccia gli interessi dei capitalisti, serve un governo che faccia gli interessi delle masse popolari!
Serve un governo deciso a rompere con i ricatti e della Comunità Internazionale del Vaticano, degli imperialisti UE, USA e sionisti perché sono un cappio al collo delle masse popolari.
Serve un governo deciso a spazzare via i traffici degli innumerevoli comitati di affari, consorterie, cosche e clientele che operano da parassiti su ogni attività economica, politica e sociale.
Serve un governo che metta al primo posto la difesa dei posti di lavoro esistenti e che ne crei di nuovi. Non è vero che “non c’è lavoro”, di lavoro da fare ce n’è tanto, ma i capitalisti non investono in ciò che non produce profitto e in mancanza di profitto sono ben disposti a mandare in rovina i territori, i servizi e il paese.
Serve un governo che faccia funzionare il paese negli interessi dei lavoratori e delle masse popolari anziché negli interessi dei capitalisti e degli speculatori.
Resistenza - pcarc_news@riseup.net
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