La psicologia di massa dimostra che spesso le persone quando sono aggregate in grandi quantità assumono comportamenti da gregge o mandria contagiandosi a vicenda tramite il panico ed assumendo comportamenti antitetici con l'istinto di sopravvivenza e soprattutto con l'intelligenza applicata, panico e stupidità che concorrono ad aumentare il numero delle vittime di un eventuale attentato terroristico, seppur pessimamente organizzato e gestito da improvvisati, spesso decerebrati e strafatti di para-anfetamine e con armi che a malapena sanno usare.
L'opuscolo "Difendersi da un attacco terroristico" *) di Carlo Biffani mi ha fatto venire in mente le
frequenti scene che si vedono in numerosi film americani (sceneggiature a
mio avviso non casuali) dove le potenziali vittime sono quasi sempre
rappresentate da donne stupide e imbranate che seppur in pericolo di
vita, anziché nascondersi avendone l'opportunità, si mettono a correre
in piena luce e in mezzo alla strada, come se la loro vita dipendesse
dalla velocità di fuga (magari con i tacchi a spillo), anziché
nell'impiego dell'intelligenza e della capacità di nascondersi o
difendersi trasformando in arma qualsiasi oggetto sia a portata di mano.
Credo sia la rappresentazione simbolica del gregge di pecore (della
pecora rimasta isolata), la stupidità ci rende pecore al macello, ma
l'intelligenza può trasformarci all'occorrenza in lupi, invertendo il
ruolo tra preda e predatore.
Occorre altresì tener presente che, anche
nella nostra tanto vituperata Italia, che tendiamo sempre a
sottovalutare essendo noi italiani tendenzialmente esterofili e i nostri
media prevalentemente produttori di disinformazione, esiste un'ottima
organizzazione di sicurezza (migliore di quelle di molti altri paesi
occidentali), in particolare nell'antiterrorismo, con alcune unità
specializzate e super addestrate, che negli ultimi anni sono state
decentrate sul territorio in cellule di pronto intervento, circa una
ventina sparse geograficamente secondo criteri di rapido intervento, in
grado quindi di essere operative sul luogo di un eventuale attentato
terroristico in poche decine di minuti (aviotrasportate). Si sta altresì
operando istituzionalmente affinché anche le Forze dell'Ordine
distribuite sull'intero territorio nazionale si dotino di nuclei di
primo intervento affinché possano attivarsi immediatamente per contenere
i danni in attesa dell'arrivo degli specialisti.
Certamente sarebbe auspicabile che l'Italia adottasse una
legislazione meno limitativa nei confronti almeno delle armi passive di
difesa personale. Non pretendo certo che ogni cittadino possa portare
con sé armi da fuoco, come in Texas dove si possono comprare anche nelle
bancarelle delle sagre di paese esibendo solo un documento di identità,
ma che almeno si possano portare con se bastoni telescopici, taser,
spray al peperoncino, ecc., senza incorrere in una denuncia per porto
d'arma impropria, sarebbe veramente il minimo. Anche perché i pericoli
che si corrono non sono solo rappresentati dai potenziali terroristi, ma
dalla criminalità comune, che non mi pare stia diminuendo, semmai il
contrario, aggredendoci anche nelle nostre abitazioni.
Pretendere, come fa lo stato in maniera arbitraria,
basandosi sul monopolio della violenza e quindi dell'uso delle armi, che
il cittadino sia disarmato e inerme e deleghi totalmente la sua difesa
solo alle Forze dell'Ordine è anacronistico oltre che assurdo e spesso
dagli esiti letali.
La legittima difesa è riconosciuta in tutti i codici penali
nazionali e dal diritto internazionale, anche dalla Carta delle Nazioni
Unite, e non si può certo pretendere che si eserciti solo urlando per
la paura e invocando aiuto.
Claudio Martinotti Doria
+) - http://www.difesaonline.it/evidenza/recensioni/carlo-biffani-difendersi-da-un-attacco-terroristico
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