Due importanti giornalisti della sinistra tradizionale, Aude Lancelin e Serge Halimi (autore di *I nuovi cani da guardia: giornalisti e potere*) hanno ben riassunto quest’elezione ancor prima che avesse luogo. Non era difficile.
Nel suo editoriale su *Monde diplomatique*, Serge Halimi esprime il proprio disgusto nei confronti di «un nuovo voto utile». *«Il candidato globalista»* (ha fatto il 50% in America del nord, compatrioti espatriati, complimenti!) *vincerà contro la nazista di turno, Marine Le Pen.* Nelle grandi occasioni e indecisioni possiamo contare su questa dinastia insurrezionale per arginare la pressione mondiale e locale. E ancora onore alla tattica di Philippot.
*Aude Lancelin in un testo toccante ha parlato di «putsch democratico». Si tratta piuttosto di un putsch plutocratico, e spiega fino a che punto i padroni della stampa e del CAC40 [indice borsistico ndt] abbiano imposto Macron il puledro di Hollande (complimenti, presidente, ci è riuscito) e Drahi-Bergé-Niel alla popolazione stordita. *
*Come diceva Céline con la vasellina e la pazienza l’elefante riesce a fottersi la formica.*
Ho seguito per tre minuti (ho rivisto Come si distrugge la reputazione del più grande agente segreto del mondo con Belmondo) i commenti sui canali spagnoli. Si parla di populismo (Podemos è amico di Mélenchon, il senatore-insegnante di turno) e dei grandi problemi causati dall’immondo debito del quale dovrebbe occuparsi l’impiegato di Rothschild (la stampa spagnola è più libera di quella francese, là la popolazione preferisce il calcio all’informazione h24).
Questo è quanto. Ma mi sembra che tutti dimentichino tre cose che chiariscono il trionfo di François Hollande e delle quali parlavo già un anno fa.
*Innanzitutto Léon Bloy (morto nel 1917, recuperate questo maestro della penna):*
*«e questa processione è contemplata da un popolo immenso, ma cosi imbecille che è possibile rompergli i denti con il maglio ed evirarlo con delle pinze di ferro, prima che si accorga di avere dei padroni, — spaventosi padroni che tollera e che si è scelto lui stesso».*
*E non conosceva Bergoglio che svuota le chiese di cristiani ma riempie la sua Italia di rifugiati. I cristiani voteranno Macron e Fillon.*
*Louis-Ferdinand Céline* (leggete il mio libro) : *«E i francesi sono contentissimi, perfettamente d’accordo, entusiasti. Una tale fesseria va oltre l’essere umano. Un ebetismo del genere smaschera un istinto di morto, la pesantezza di una fossa comune, una perversione mutilante che non si potrebbe spiegare se non ammettessimo il fatto che i tempi sono arrivati, che il Diavolo ci afferra, che il Destino si compie. »*
Infine c’è una terzo aspetto che spiega la futura vittoria di Macron: Tutto andrà bene. E andrà sempre meglio, i «siti-catastrofe» che disperatamente tentano di vendervi dell’oro vi ingannano enormemente e vi disinformano. Le cose andranno bene e dimenticherete Bill Bonner, Jovanovic, il collasso economico e Zerohedge, e tutto quanto ha contribuito a far eleggere The Donald. Le cose andranno bene, i pensionati muoiono, l’immondo debito cresce come all’epoca di Montesquieu che già ne ride come un giornalista di MSM [Mensuel de l’industrie]:
*«D’altronde questo re è un gran mago: esercita il suo impero anche sullo spirito dei suoi sudditi, li fa pensare come vuole.* *Se nel suo tesoro c’è solo un milione di scudi, e gliene occorrono due, gli basta persuaderli che uno scudo ne vale due, ed essi ci credono. Se deve sostenere una guerra difficile, e non ha denaro, non deve far altro che metter loro in testa che un pezzo di carta è denaro, ed essi ne sono tosto convinti».*
Leggete Steven Zarlenga.
Insomma non abbiamo aspettato Draghi (né Drahi, il padrone della stampa che finanzia la politica, non è una novità!!!).* Quanto a sapere se Macron accoglierà i rifugiati con la benedizione del papa e della Merkel, se abolirà il cash, raddoppierà le imposte e si armerà per partire in guerra contro la Russia, è un problema del suo elettore. *Non contento, questo nativo francese un po’ stanco la prossima volta voterà per il figlio di Sarkozy!
*Si dimentica che la Macron-economia è arrivata in Francia dopo gli esempi spagnoli e italiani.*
*Si trova uno sciocco adolescente di quarant’anni, senza carattere e genuflesso al capitale, lo si fa incensare dai media e si aspetta. Abbiamo visto Renzi in Italia ed è stato un cataclisma, *e Rivera in Spagna che nei suoi dibattiti con il tranquillo galiziano Mariano Rajoy (che amo, sono centrista in Spagna) è stato talmente tignoso da perdere le elezioni!
Bisogna piacere alla casalinga divorziata sulla cinquantina e d’altronde cade a fagiolo, e voi sapete perché.
*Questi giovani lupi dai denti cariati *mi fanno pensare ai candidati di cui si prendeva gioco a suo tempo Boris Vian in Et on tuera tous les affreux. Siamo arrivati agli androidi, alla politica fluorescente di Elon Musk e della tecnoscienza.* E la generazione di Renzi-Rivera-Macron-Philippot è più spaventosa di quelli della mia generazione (Valls-Obama-Cameron) che era già una mostruosità teratologica rispetto alla generazione dei Chirac-Kohl-Giscard. Negli* USA siamo già alla generazione della presidenza Lolita-Barbie (o «ragazzina») con Ivanka che ci farà morire dal ridere con i suoi cocktail mondani e nucleari. Ci affidiamo a lei.
*Non si può più arrestare la regressione.* Per concludere preciso che non ho niente contro Drahi. Semplicemente non leggo i suoi giornali; preferisco Eraclito e Chrétien de Troyes.
C’è infine un momento nel quale si è stufi di compatire le persone. Primo, non va poi così male, secondo, le persone amano i propri aguzzini. E come diceva sarcasticamente Lancelin, non sentono il peso delle loro catene.
Quanto al sistema, è vivo e sta alla grande!
Nicolas Bonnal
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