Negli ultimi decenni con l’impoverimento dei terreni e delle colture trattate con fertilizzanti chimici, insetticidi, fungicidi ecc, i prodotti vegetali risultano enormemente impoveriti dei loro componenti nutrizionali e questo può portare a delle carenze in coloro che si nutrono di prodotti del mercato.
Ma il problema non è solo alimentare, la Regione Umbria, ad esempio, ha inserito alcuni anni fa tra le misure agroambientali, un pagamento per presunte riduzioni di impiego di diserbanti sul tabacco, da 3/4 presunti a 2 interventi e per altrettanto presunte riduzioni di quantità di impiego di fungicidi chimici (ovviamente non controllabili). In tal modo la tabacchicoltura chimica ottiene un contributo doppio a quello dell'agricoltura biologica… una contraddizione palese anche considerando i danni riconosciuti causati dalla coltivazione del tabacco.
La pianta del tabacco impoverisce il terreno dove cresce e ha bisogno di concimazioni con fosfati, sostanze azotate e potassio. Dopo il raccolto il terreno impoverito permette solo la coltivazione di tuberi ma non di grano e cereali e non si può coltivare tabacco per due anni consecutivi perché la produzione successiva sarebbe di pessima qualità. Perciò il sistema più facile per ottenere grandi e sistematiche produzioni di eccellente qualità è reperire terreni vergini, oppure abbattere foreste per fare posto a nuove colture. Si calcola che ogni anno nel mondo si abbattono circa 2 milioni e mezzo di ettari di foresta per coltivare tabacco. Tutto questo accelera la distruzione del suolo, porta alla desertificazione, mette a rischio oltre 2 milioni di specie animali, e mette in crisi intere comunità locali...
Tornando all'Umbria, quello che era definito il cuore verde d'Italia, oggi è il simbolo di un degrado ambientale irrecuperabile. Le famose Cascate delle Marmore lasciano sgocciolare a valle un'acqua fetida. Ed una delle cause, oltre alla desertificazione, sta nell'uso “agricolo” delle acque, negli allevamenti industriali di suini e in quelli fluviali di trote. La terra umbra oggi è piena di veleni tant'è che le acque superficiali solo ormai imbevibili e per fornire ai cittadini un liquido decente le amministrazioni debbono ricorrere a pozzi artesiani sempre più profondi, con l'ulteriore e lento impoverimento e inquinamento delle falde acquifere profonde. In più ci si è messo il tabacco a completare il quadro distruttivo della ex Regione verde.
“L’agricoltura in Umbria continuerà ad avere una delle sue colonne portanti nel tabacco...” Lo ha deciso il fu presidente del consiglio (e Delfino di se stesso) Matteo Renzi che un anno e mezzo fa ha sottoscritto un “importante” accordo con Philip Morris per la valorizzazione della filiera del tabacco in Umbria ed in altre regioni italiane con vocazione all'avvelenamento (come la Campania), con un un potenziale investimento complessivo di circa 500 milioni di Euro entro il 2020.
Avete inteso bene l'americana Philip Morris ci paga 500 milioni di Euro per distruggere la fertilità dei nostri campi, soldi appena sufficienti per comprare poi dall'America qualche bombardiere e bomba in più per accontentare la corsa agli armamenti dell'America (leggi NATO)...
Paolo D'Arpini
European Consumers Tuscia
Tabacco. Veleno prima e dopo
Umbria. Avanti con l'inquinamento per legge – Scrive Giuseppe Altieri a commento/integrazione dell'articolo:
RispondiElimina“17 maggio 2017 - Hanno appena bocciato l'appello al Consiglio di Stato sui bandi del vecchio PSR Umbria 2007-2013 (Bando del 2009) attuato dalle aziende biologiche Umbre sulle misure inerenti i pagamenti agro-ambientali per l'agricoltura biologica e Integrata. Questi magistrati purtroppo non si rendono conto dell'enorme distrazione di risorse comunitarie "mal legalizzata" da parte delle regioni ed approvata dalla Commissione Europea Coordinata dal Dott. Colleluori - DG Agri. ...laddove i fondi destinati prioritariamente per il supporto dell'agricoltore Biologico a compensazione dei benefici sociali forniti, vengono erogati invece a favore di aziende che comprano chimica a volontà, falsificando la disciplina dell'agricoltura integrata ("disciplinari di produzione integrata").”