E' uscito il XIII Rapporto sulla libertà religiosa nel mondo, pubblicato a cura della Fondazione Pontificia “Aiuto alla Chiesa che Soffre”.
Organizzazione fondata nel lontano 1947 a Konigstein (Germania) dall'eroico religioso premostratense olandese, Padre Werenfried Vaan Strateen, morto nel 2003, ma lasciando in eredità ai posteri l'opera benefica di un'associazione, che ormai da svariati decenni si occupa di monitorare da vicino le discriminazioni verso le comunità religiose cristiane di minoranza a livello internazionale, continente per continente.
Nulla più si sa, a dire del Rapporto, delle sorti di una piccola comunità cattolica nord coreana, in quando sono innumerevoli i sacerdoti che al termine delle loro funzioni vengono arrestati dalla polizia e condannati ai lavori forzati a vita, a seguito di processi farsa. Si sa con una certa precisione, stando sempre alle cifre fornite dal Rapporto, che nei campi di lavoro sarebbero ristretti dai 100 mila ai 200 mila prigionieri. L'unico culto ammesso nello Stato Nord Coreano è il culto rivolto verso la dinastia "comunista" regnante.
Né, mi sia permessa questa aggiunta, si può ignorare la minaccia che la Corea del Nord costituisce per la pace mondiale, dopo i due esperimenti atomici, passati sotto silenzio sia dalla confinante Cina che dall'attuale “Pontefice” Bergoglio, che con i cinesi preferisce inciuciare, in barba a tutti quei vescovi e fedeli cattolici che hanno pagato e pagano con la reclusione o con la vita la fedeltà a Roma nei laogai cinesi.
Sotto il profilo del rispetto dei diritti delle minoranze religiose non è di molto migliorata la situazione di quei cristiani che vivono nei paesi a maggioranza islamica, in particolare, poi, in alcuni stati, quali Arabia Saudita, Nigeria, Somalia Afghanistan, Pakistan, Siria ed Iraq, dove ai progetti di islamizzazione totale della società i cristiani stanno offrendo un vero e proprio olocausto, pagato a prezzo del proprio sangue e della propria vita. Anche per queste situazioni non è che la Chiesa bergogliana abbia saputo prodigarsi più di tanto, “sbattendo i pugni sul tavolo” come avrebbe consigliato loro, se fosse ancora vivo San Giovanni Paolo II.
Una piccolo segnale di speranza arriva dai Paesi dell'Africa e del Medio Oriente, mentre fluida ed abbastanza ambigua resta la situazione in India, come ben sanno le Suore della Carità, ordine fondato da Santa Madre Teresa di Calcutta, che si sono viste più volte aggredite, per il loro apostolato materiale in favore dei più bisognosi ed esclusi dalla società.
Ed, infine, dulcis in fundo sed in cauda venenum, non sorprenda più di tanto, se anche il cosiddetto Occidente libero e democratico è stato incluso nel XIII Rapporto Internazionale. Nichilismo morale, politeismo dei valori, presunta via offerta dal convenzionalismo dei cosiddetti valori condivisi, il cosiddetto “ciò che ci unisce e non quello che ci divide” (fraseologia ambigua che volentieri lo scrittore francese Leon Bloy avrebbe inserito nella sua “Esegesi dei luoghi comuni”), una sorta di dottrina in salsa New Age che sta imponendo in Occidente come dittatura del Pensiero Unico. Un esempio ci viene proprio in questi giorni dalla sempre più deludente Francia, dove è in preparazione un disegno di legge finalizzato a colpire il mondo cattolico con la chiusura dei siti Pro Life.
Giuseppe Bracchi - lazio.gb@libero.it
(Fonte: http://www.lacitta.eu/)
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