sabato 24 dicembre 2016

Ultimo colpo di Barack Obama: "Vietate le trivellazioni di petrolio e di gas naturale offshore nell’Artico e nell’Atlantico"


Risultati immagini per Obama no alle trivellazioni

Barack Obama prima di lasciare il posto a Donald Trump ha assestato l’ultimo colpo in tema di ambiente. Un colpo forte, destinato a restare, visto che sarà molto complesso per il suo successore ribaltare la decisione. Obama ha infatti vietato in modo permanente le trivellazioni di petrolio e di gas naturale offshore nell’Artico e nell’Atlantico. 

In che modo? L’amministrazione Obama fa riferimento ad una misura contenuta in una legge del 1953 (Outer Continental Shelf Lands Act) che dà al presidente la possibilità di agire in modo unilaterale sulla questione. E se alcuni presidenti hanno deciso di applicare questo provvedimento solo su piccole aree, Obama ha deciso di estendere il divieto dalla Virginia al Maine e lungo la maggior parte della costa dell’Alaska. 

Per ora, scrive il New York Times, la certezza è che il provvedimento firmato dal presidente Usa possa, oltre che attirare l’ira di Trump, finire in un tribunale e aprire una battaglia legale. Ma soprattutto, per far saltare la decisione di Obama, la nuova amministrazione dovrà preparare un rapporto dettagliato per cui potrebbero servire almeno due anni. 

Poi bisognerebbe organizzare le concessioni con le multinazionali, operazione che potrebbe richiedere altro tempo. A questo punto, Trump dovrebbe presentarsi alle elezioni per cercare il suo secondo termine. Quindi il piano di Obama sarebbe un ultimo tentativo finale per cercare di tamponare l’azione di Trump nei prossimi quattro anni, sperando in un nuovo presidente ambientalista e democratico nelle elezioni del 2020. 

Il New York Times fa notare come la partita nei prossimi anni sarà molto combattuta, anche se il team di legali ed esperti di Obama si sia studiato tutte le possibilità e abbia usato uno strumento molto potente per temporeggiare. La nuova legge prevede che le perforazioni siano messe al bando nel 98% delle acque dell’Artico di proprietà dello stato federali, circa 46 milioni di ettari: una regione che contiene decine di specie animali a rischio, tra cui l’orso polare e le balene della Groenlandia. 

Allo stesso tempo vieta le perforazioni lungo la costa atlantica in corrispondenza dei canyon sottomarini, dove vivono specie di coralli e di pesci molto rari. Oltre ad Obama, anche il primo ministro canadese, Justin Trudeau, ha annunciato un provvedimento simile per le acque dei mari del suo paese. Da anni i grandi gruppi petroliferi tentano esplorazioni dell’Artico: sono molto costose e difficili e spesso si sono concluse senza alcun risultato. Ad esempio Royal Dutch Shell ha scoperto un pozzo nel 2015 dopo anni di analisi. Il risultato? Ha speso più di 7 miliardi, anche se alla fine il giacimento era vuoto. 

Tra i sostenitori di Trump tuttavia c’è chi spera che il miliardario possa intraprendere azioni legali per bloccare la decisione di Obama. Bill Clinton ad esempio aveva usato la stessa misura di Obama mettendo in sicurezza 121 milioni di ettari. Il presidente George W. Bush in otto anni alla Casa Bianca era riuscito a riaprire alle trivellazioni 20 milioni di ettari, che invece erano protetti dalla decisione di Clinton 

Carlo Consiglio 

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