....sino al 17 ottobre 2015,
forti dei 3 milioni di firme raccolte in tutto il continente, centinaia
di migliaia di persone scenderanno in piazza per chiedere
l’interruzione dei negoziati sul TTIP e gli altri
accordi di libero scambio. L’obiettivo della mobilitazione
internazionale è intrecciare le molteplici istanze promosse dalla
società civile, costruendo un grande blocco di opinione pubblica
contraria ad un sistema di commercio internazionale che mette i diritti
umani e civili in secondo piano rispetto agli interessi delle grandi
multinazionali e dei gruppi finanziari.
Sino al 17 ottobre, le campagne internazionali Stop TTIP organizzeranno eventi, mobilitazioni, presidi in centinaia di città, tutti con un intento preciso: fermare il Trattato transatlantico fra USA e Ue, bloccare il negoziato TiSA sulla liberalizzazione di tutti i servizi e impedire la ratifica del CETA, l’accordo di libero scambio fra Ue e Canada.
«I movimenti tornano in piazza per affermare che serve una netta inversione di rotta – dichiara Marco Bersani, fra i portavoce della Campagna Stop TTIP Italia
– Il TTIP dev’essere fermato subito per riaprire la strada ad un nuovo
modello sociale, fatto di beni comuni, diritti e democrazia, in Italia e
in Europa».
La
più grande manifestazione è attesa a Berlino, e ad essa parteciperà
anche una parte della campagna italiana. Nel nostro Paese sono previsti presidi in decine di centri urbani, dove loschi businessmen & women
si riverseranno nelle strade per svendere ai cittadini acqua, sanità,
cibo e diritti. Alla parte creativa verrà affiancata una massiva
campagna di pressione istituzionale, con valanghe di tweet ed e-mail che
affolleranno gli account dei parlamentari italiani troppo “distratti”
in merito a un tema che riguarda da vicino la vita di ciascun cittadino.
Il
6 ottobre, nel frattempo, si è conclusa con un successo senza
precedenti la prima fase della raccolta di firme dell’iniziativa
autorganizzata dei cittadini europei contro il TTIP e il CETA. È stato superato anche il tetto dei 3 milioni di adesioni,
a dimostrazione che esiste una opposizione vasta e trasversale agli
accordi di libero scambio. Questo dissenso è in costante crescita e non
può più essere trascurato dalle istituzioni: il processo di ratifica del
CETA non deve avvenire ignorando le preoccupazioni della società
civile, così come le trattative su TTIP, TiSA e TPP non godono del
consenso necessario per proseguire. La continua mancanza di trasparenza
da parte dei negoziatori è inaccettabile e le numerose mine per la
democrazia contenute in questi accordi devono essere disinnescate. Ne è
un esempio il TPP, Trans Pacific Partnership,
“fratello” del TTIP sul fronte del Pacifico. Dopo un lungo negoziato
segreto, gli Stati Uniti insieme ad altri 11 Paesi di America, Asia e
Oceania sono giunti ad un accordo che ora passerà al vaglio dei governi
nazionali.
«Oltre
ad essere svincolato dal rispetto dei patti internazionali sul
cambiamento climatico, il TPP presenta innumerevoli punti critici –
descrive Elena Mazzoni, tra i coordinatori della Campagna Stop TTIP Italia
– Porterà ad un aumento della deforestazione e dell’inquinamento,
renderà più difficile l’accesso ai farmaci generici per le fasce più
povere di popolazione e conterrà una clausola ISDS che permetterà di
anteporre i profitti delle multinazionali ai diritti dei popoli».
«Le
mobilitazioni delle prossime settimane, e l'obiettivo di tre milioni di
firme raggiunto e superato, segnano la prima grande vittoria dei
movimenti della società civile – dichiara Monica di Sisto, portavoce della Campagna Stop TTIP Italia
– Ogni minimo tentativo da parte della Commissione europea e dei
governi di tenere sotto silenzio un negoziato così importante è fallito
miseramente, e più si scoprono le carte più risulta insostenibile la
ricetta che le lobbies economiche vogliono propinarci. Ci sono milioni
di cittadini che non sono disposti a mettere sul piatto standard di
qualità, un tessuto economico fatto di piccola e media impresa, una
pesante riorganizzazione del tessuto sociale europeo in cambio delle
finte promesse fatte da chi, grazie a questo trattato, risulterà
vincitore. Dalla crisi si esce in modo diverso: scommettendo sui
territori, su un'agricoltura sostenibile e sempre più localizzata, sulla
difesa dei diritti e non sul loro lento smantellamento. Questo
sosteniamo come Campagna Stop TTIP Italia e questo verrà ribadito in
centinaia di piazze di tutta Europa».
CAMPAGNA STOP TTIP ITALIA
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