Il 13 ottobre 2015 il governo antidemocratico di Renzi, con l’appoggio determinante della nuova P2 di
Verdini, è riuscito a far passare al Senato il Disegno di legge (Ddl) sulle
controriforme istituzionali, cuneo della trasformazione reazionaria e
autoritaria dello Stato borghese.
“Una
bellissima giornata” l’ha definita il segretario del PD. Sicuramente lo è stata
per Squinzi, Marchionne e i pescecani dell’alta finanza che lo hanno messo a
Palazzo Chigi, d’intesa con Washington e la cupola vaticana.
Da
tempo abbiamo denunciato con forza il tentativo della frazione dominante della borghesia
di rafforzare - con l'abolizione del bicameralismo "perfetto", la
limitazione delle prerogative parlamentari e altre misure che stravolgono i
fondamenti costituzionali - la sua dittatura, di consolidare il ruolo del
governo quale suo "comitato d'affari", tanto prono ai voleri del capitale
monopolistico quanto ostile ai lavoratori.
Per
contrastare questo disegno eversivo non ci aspettavamo nulla da un Parlamento che
con il mercimonio dei voti, il trasformismo più sfacciato di questo o quel
gruppo parlamentare, il nullismo aventiniano, le risse da bettola, ha dato
eloquenti prove della sua inarrestabile decadenza.
Non
ci sbagliavamo. Ma oggi c'è un'altra questione che vogliamo porre
all'attenzione della parte più avanzata degli operai e dei lavoratori.
Anche
se il Ddl Renzi-Verdini passerà in quarta lettura alla Camera, esso dovrà
essere sottoposto al referendum popolare confermativo previsto dall'art. 138
della Costituzione, poiché sarà approvato, quasi certamente, con una
maggioranza inferiore ai due terzi.
Chi
deve decidere dunque, sui tentativi di modifica reazionaria della Costituzione
repubblicana non sono i politicanti e i partiti borghesi, con le loro
miserabili manovre e contromanovre parlamentari, e tanto meno la massoneria
filoatlantica.
Chi
deve decidere in ultima istanza è il popolo italiano, come già fece nel 2006
bocciando nettamente il progetto controriformatore di Berlusconi, che aveva la stessa
natura di quello promosso oggi dal bulletto fiorentino.
Ma
cosa si sta facendo per assicurare fin d'ora una futura vittoria dei NO alla
controriforma?
Abbiamo
assistito nelle ultime settimane ad uno squallido spettacolo: nulla hanno fatto
le varie componenti della sinistra riformista e socialdemocratica (la minoranza
PD, SEL, Rifondazione, PdCI, ecc.) per denunciare il carattere di classe delle
controriforme, per chiamare seriamente le masse alla lotta contro la svolta
autoritaria, per preparare il terreno alla battaglia referendaria che si dovrà
tenere il prossimo anno. Si ripete sul piano politico lo stesso cedimento
avvenuto sul terreno sindacale sul Jobs Act.
Operai,
lavoratori sfruttati! A voi spetta prendere nelle vostre mani la lotta per sconfiggere,
con una potente mobilitazione di massa, il disegno reazionario della borghesia
italiana. Su tutti i terreni e con tutti i mezzi a ciò necessari. Con il fronte
unico di lotta nelle fabbriche e nelle piazze, e con il NO al Ddl Renzi-Verdini
nel futuro referendum! Uniamoci, organizziamoci, lottiamo!
Piattaforma Comunista –
per il Partito Comunista del Proletariato d’Italia
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