Vladimir Putin ha fissato il nuovo obiettivo ad altissima priorità. Vivo possibilmente, ma è solo un dettaglio. L’importante è arrivare prima degli Stati Uniti e della Gran Bretagna. Putin ha ordinato ai suoi specnaz di portare in Russia il boia dello Stato Islamico, responsabile di aver decapitato diversi ostaggi stranieri, il 27enne Mohammed Emwazi.
Sappiamo che gli specnaz sono in Siria missioni hunter killer e
targeting leader e per coordinare sul terreno i raid russi. Agiscono
dalla base di Hmeymim, in supporto della 7th Guards Airborne Division.
La tempistica della nuova direttiva non è casuale. Dopo aver siglato
il memorandum of understanding con gli USA, Putin cerca adesso un vero
e proprio “colpo”. Se davvero riuscisse a portare Emwazi vivo in
Russia, la popolarità di Putin, in un momento in cui nonostante le
controffensive la situazione in Siria è in una fase di stallo,
schizzerebbe alle stelle. E gli strateghi del Cremlino questo lo
sanno. Dopo aver lavorato all’immagine (interna) dell’ex tenente
colonnello del KGB che da “solo” si è schierato contro lo Stato
islamico a protezione dell’Occidente, il russo che ha fatto “fuggire”
gli USA dalla Regione (la Theodore Roosevelt è stata ritirata dal
Golfo Persico per i ritardi accumulati nella manutenzione) e che ha
“scioccato” il mondo con le sue truppe, adesso Mosca cerca la
consacrazione internazionale dando la caccia al nemico numero uno di
Londra e Washington.
Appare superfluo rilevare quanto ne guadagnerebbe, in termini di
immagine davanti al mondo, il numero uno del Cremlino. A differenza
della Coalizione, Putin ha truppe combattenti in Siria e l’alleanza
con Assad, gli iraniani, Hezbollah e gli sciiti provenienti dall'Iraq
e dall'Afghanistan, potrebbe conferirgli un vantaggio tattico non
indifferente. Perché il problema è proprio questo: la cattura di
Mohammed Emwazi serve più ai russi (ed ai loro alleati) di quanto non
si possa immaginare. E dal Pentagono questo lo sanno: la cattura del
boia sarebbe un colpo devastante per il prestigio americano.
La direttiva, secondo fonti interne vicine al Cremlino, pone in cima
alla lista il boia, seguito dal leader dello Stato islamico, Abu Bakr
al-Baghdadi. Per portare a termine questa missione, Putin ha
incaricato la ‘Vympel’ (unità delle forze speciali agli ordini dei
servizi segreti russi). Gli specnaz del ‘Vympel’, già operativi in
Cecenia, Caucaso ed Ucraina, sono specializzati nello spionaggio e
nella raccolta di informazioni: è stata fin dagli anni ’80 utilizzata
anche per missioni di ‘targeting leader’.
Il boia dello Stato Islamico, responsabile di aver decapitato diversi
ostaggi stranieri risponde al nome di Mohammed Emwazi, nato nel
Kuwait, ma cresciuto nella zona ovest di Londra. Emwazi, 27 anni è
cresciuto in una famiglia benestante. Si è laureato presso
l'Università di Westminster, con una tesi in programmazione
informatica. Mohammed Emwazi ha raggiunto la Siria nel 2012 per
l’indottrinamento sul campo. Pochi mesi dopo sarebbe diventato il
boia, protagonista di quei video che tanto sdegno hanno provocato
nell’Occidente.
La sua prima apparizione risale all'agosto dello scorso anno, quando
decapitò il giornalista americano James Foley. Secondo l’analisi
computerizzata effettuata sugli altri video (timbro vocale, movenze,
cadenza, pulsazioni, altezza, impronte, mappatura fisiologica, colore
della pelle e peso indicativo), Emwazi avrebbe poi giustiziato il
giornalista americano Steven Sotloff, l’operatore umanitario
britannico David Haines, il tassista inglese Alan Henning e
l’operatore umanitario americano Peter Kassig.
Nei suoi primi video, l'uomo appariva vestito con un abito e con un
passamontagna nero che lo ricoprivano integralmente, ma non i suoi
occhi e la parte superiore del naso. Fin dal primo video, il boia ha
svelato alcuni indizi. Il suo marcato accento britannico, nei video in
cui scherniva le potenze Occidentali prima di trucidare gli ostaggi, è
stato il primo tassello del mosaico. Gli ostaggi liberati dall’Isis
avrebbero riferito che gli inglesi a guardia degli occidentali rapiti
in Siria erano in quattro ed erano chiamati “I Beatles”.
Emwazi fu arrestato una prima volta nel 2009, in Tanzania, dove si
sarebbe recato per un safari dopo la laurea con due amici (un tedesco
convertito all'Islam di nome Omar e un altro uomo, Abu Talib). In
realtà, le autorità inglesi sospettavano già una sua affiliazione
verso i gruppi terroristici attivi in Somalia. Atterrati presso
l’aeroporto di Dar es Salaam, in Tanzania, nel maggio del 2009, sono
stati arrestati dalla polizia e trattenuti una notte prima di essere
espulsi. Emwazi si trasferisce poi in Kuwait, sua città natale, dove
lavora per una società di computer. Ritorna a Londra almeno alte due
volte prima di partire per la Siria.
Franco Iacch
(Fonte: http://www.difesaonline.it/
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.