Egregio Paolo D’Arpini, condivido e sottoscrivo il tuo Programma, ispirato da una forte spiritualità laica.
Ricevo e leggo con interesse i tuoi pensieri.
Tempo fa, riflettendo sulla nuova figura estetico centrica dell’artista attuale che definisco un Metartista, ovvero un mostro del cerebralismo affetto da megalomania artistica e faciloneria morfo-sintattica, per lo più orientata verso il disfacimento etico – estetico dagli effetti scandalistici, scrivevo che più cresce in noi il desiderio di conoscere più tendiamo a distruggere il Mondo, a disfarlo, illusi che solo violentandolo - nella forma che noi stessi gli abbiamo assegnato- lo si possa comprendere e dominare.
Del disfacimento in atto l’Arte ne è già una vittima, mentre la Spiritualità già da tempo commemora la sua dipartita!
Crediamo di abitare e amare il Mondo, invece lo popoliamo di chimere e lo rendiamo specchio delle nostre vacuità per poi rinnegarne i riflessi.
Qual è, allora, il senso della presenza dell’artista e dell’Uomo in questo mondo violento e violentato ed anche fin troppo de-umanizzato a causa forse dell’uso e dell’abuso bio-irragionevole della rete e del virtuale?
Al momento della stesura del Metartista mi chiedevo, ed ora -alla luce del tuo Programma- chiedo a te: non pensi che oggi l’atto d’amore verso il Mondo sia confuso con l’atto programmato di disfarlo perennemente? Non riusciamo a stabilire una netta e retta connessione tra il viverlo e il predicarlo, perché ?
Secondo me si vola già troppo in alto per poter Prospícere ad arte. La veduta aerea e d’insieme ha oscurato i piani geometrali e soprattutto quello perpendicolare, necessario come luogo o Quadro su cui si forma l’immagine prospettica. Purtroppo non esistono più le rette d’intersezione. Eliminate quelle geometriche aumentano a dismisura le rette dei politici.
Bisognerebbe veramente sposare, realmente e misticamente, i voli dell’aquila e della quaglia e divorziare definitivamente con questa politica priva di philanthropìa, paidéia e di humanitas. Insomma, priva di tutto.
Siamo sempre più lontani dal ri-appropriamento della Realtà in termini di ri-abbraccio vitale con le persone, le cose e la Natura.
Scrivi: "Ci vuole uno scossone intellettuale ed amorevole nella nostra attitudine…" Infatti vivere il Mondo è possibile solo sulla base di un’autentica vocazione all’innamoramento…
Sono queste alcune ragioni per le quali condivido e sottoscrivo il tuo Programma.
Giuseppe De Filippo
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