domenica 22 agosto 2010

“Il gran complotto degli statali.. ovvero genesi e fine della crisi economica..” secondo Danilo D’Antonio

Carissimi Conterranei, come va?Non so per voi, ma a me pare siano brutti tempi questi, in cui la povertà torna a farsi sentire persino nei Paesi più ricchi:>Una famiglia italiana su cinque è povera.

Ma leggiamo queste incoraggianti parole circolate di recente su una lista di persone innamorate della natura:
>se vuoi sognare pensa a terreni che spesso vengono abbandonati e costano>1/2 euro/mq, lontani dalle grandi città ... con una manciata di soldi si potrebbe>vivere sereni in micro casette ...

Già, è proprio così. Una delle strade da percorrere, per eliminare la povertà, è proprio quella della liberazione degli esseri umani dalla dominazione ambientalista. Quello ambientalista si è ormai rivelato a tutti gli effetti un regime totalitario, un regime che impone e reprime non solo sulle aree di proprietà collettiva, sui terreni del demanio, sui beni pubblici, dove è più che giusto si attui una politica decisa collettivamente, ma anche sui modesti campi delle singole persone, della gente comune, dove le libertà individuali dovrebbero essere invece garantite dalla democrazia.Quello ambientalista è un regime che si è ormai diffuso quasi ovunque sul Pianeta, un regime che proibisce all'essere umano, nel modo più assoluto, di vivere sulla terra, in nome di una più che ipocrita difesa del territorio, considerato che poi la terra svuotata degli umani diviene regno di ricchi turisti e visto che per decenni quegli stessi ambientalisti hanno taciuto alle popolazioni il verificarsi di questo imponente fenomeno:http://spg.hyperlinker.org

Ricordiamo, e mai lasciamocelo sfuggire di mente, che ogni dittatura, ogni totalitarismo ha avuto tra le prime sue strategiche mosse quella di privare dei propri beni, in particolare la terra, categorie di persone ritenute inferiori o di ostacolo ai propri ideali. Oggi gli ambientalisti non fanno eccezione, pretendendo ripulire il "loro" paesaggio e territorio dagli esseri umani che secondo loro lo impestano!E' stato un atto criminale privare l'essere umano del diritto di vivere sulla terra. Pensate che in certi Paesi, quelli più innamorati della natura, sussiste ancora ciò che viene chiamato l'"allemansrätt", il "diritto di ogni uomo": quantomeno di accamparsi sulla terra, naturalmente rispettando la natura. In Italia, invece, come in altri Paesi facili all'avvento delle dittature, perfino chi s'accampa sulla sua terra viene trattato come un criminale.Ma ora vediamo un momento come è nata questa crisi economica così come ogni altra dalla fine della guerra. Esistono persone le quali, referenziandosi l'una con l'altra, ottengono un posto per giunta fisso, a vita, nelle Università, che pure dovrebbero essere ad accesso pubblico.

Dall'alto delle loro cattedre, pur non avendo mai lavorato materialmente in vita loro e pur non essendosi mai mischiate con quella gente "qualunque" ch'eppure fornisce loro da mangiare e star più che bene, pretendono dare ordini, per il tramite dei politici che li raccomandano, su come debbano essere condotte le attività economiche.Economisti che non hanno mai piantato un chiodo, messo un mattone sopra un altro, collegato un filo od un tubo, pescato un pesce, allevato un animale o coltivato un vegetale, economisti che non sono mai usciti dalle loro aule magna magna (1) e studi professionali con l'aria condizionata, pretendono decidere come gli esseri umani, i comuni mortali che invece faticano per vivere, si debbano comportare. Sottoposta alle loro forzature, può l'economia non procedere sempre traballante? Ebbene: che siate di destra o di sinistra, signori economisti, gradite uscire tutti fuori dalle Università ed andare a lavorare. Imparate a procurarvi da soli di che vivere: perché non è più tempo per noi gente comune di portarvi in spalla.

Per far terminare questa crisi economica occorre innanzitutto permettere agli esseri umani (non alle imprese ma agli esseri umani, si capisca la differenza perch'è tanta) di svolgere ogni attività ritengano opportuno senza dover portare sulle loro spalle il peso di questi capoccioni che non hanno mai confrontato direttamente una sola delle loro idee con la realtà. Fuori gli statali dalle Scuole ed Università di proprietà collettiva! Scuole ed Università si liberino della cultura campata in aria, e ciònonostante imposta, degli statali e si aprano finalmente ad una cultura reale e realistica, vissuta in prima persona dai cittadini, quindi ben esperita e tutta da vivere.Per liberarci dalla defaillance economica non occorre altro che:1) liberare gli esseri umani (non le imprese ma gli esseri umani e le loro famiglie, si capisca infine la differenza) dall'oppressione ambientalista;2) liberare gli esseri umani (non le grandi imprese ma gli esseri umani e le loro famiglie, si riesca a distinguere le prime dalle seconde) dal peso degli statali;3) aprire la Funzione Pubblica alla partecipazione dei cittadini, in modo che una fresca cultura possa finalmente diffondervisi ed invece di sciuparvi così tante energie con antidemocratici ed inutili controlli e repressioni sulla popolazione questa possa invece indirizzare alla produzione di utili beni e servizi le attività pubbliche, che così potranno in gran parte sostenersi da sole.Dalla fine della seconda guerra mondiale le crisi economiche sono nate principalmente in conseguenza dei dettami di studiosi che non hanno mai emesso una goccia di sudore da fatica.

Per una economia naturale, che sappia reagire spontaneamente e senza artifizi ai cambiamenti attraverso cui si esprime sempre la realtà, fuori gli immobili ed immobilizzanti statali dalla Funzione Pubblica e dentro i cittadini in una dinamica alternanza, com'è tipico della vita biologica. Dall'autoritarismo permesso dagli statali a politici scollati dalla realtà, si passi all'autorevolezza di un governo che viva in simbiosi con la popolazione. Fuori gli statali, perché permanendo essi ad occupare abusivamente a vita la Funzione Pubblica mai verrà spazzata via quella loro visione artefatta del mondo e mai riusciremo a vivere su questo felici.Infine, per la salvaguardia dell'ambiente, si consideri che qualunque donna ed uomo liberi di vivere sulla propria terra ne divengono automaticamente i più fidati e coinvolti conduttori e custodi. Esattamente il contrario di quegli isterici ambientalisti radical chic che pretendono dettar legge su aree che hanno visto solo riportate sulla carta e che mai si degneranno di visitare.

Gli ambientalisti la smettano di distruggere alla radice l'ancora debole pianta della nostra democrazia. Curino anzi quest'ultima perché il miglior metodo di salvaguardia dell'ambiente.

Danilo D'Antonio, Rosal de la Frontera Huelva, España

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