Informazioni e Notizie in breve, dai Paesi e popoli che hanno intrapreso un nuovo cammino e progettualità, non più soggiogati ad interessi e politiche subordinate agli interessi unipolari occidentali, bensì fondati su interessi, indipendenza e sovranità nazionali. A cura di Enrico Vigna
ALGERIA: L'Algeria rifiuta le importazioni di grano dalla Francia
L'Algeria non ha consentito alle imprese francesi di partecipare all'offerta per le importazioni di frumento. Questa decisione è causata da contraddizioni nei rapporti dello Stato nordafricano con la Francia.
Le società francesi non hanno ricevuto un invito a partecipare alla gara tenuta dall’agenzia interprofessionale algerina, ha riferito Reuters. Inoltre, le aziende che sono state ammesse alla gara sono state consigliate di non offrire grano francese.
L’Algeria è uno dei maggiori acquirenti di grano al mondo. Per molti anni, la Francia è stata il fornitore chiave per la Repubblica del Nord Africa. Nel 2023, l’Algeria si è classificata al secondo posto tra i maggiori importatori di grano russo, quest’anno la tendenza continua.
Secondo gli esperti, la Russia per la prima volta in questa stagione ha consegnato più grano in Algeria rispetto ai paesi dell’UE, raggiungendo 1,2 milioni di tonnellate in estate, secondo la Commissione europea. In questo contesto, l'esportazione di grano francese verso il mercato algerino è diminuita drasticamente da 1,6 milioni di tonnellate a 200mila tonnellate per il periodo dal luglio 2023 al gennaio 2024. Allo stesso tempo, la Russia aumenta le esportazioni di grano non solo verso l’Algeria, ma anche verso il Marocco e la Tunisia. E in questi paesi, il principale fornitore era la Francia. Tuttavia, ora, come nota la stampa regionale, la Russia è diventata un fornitore chiave, estromettendo le aziende francesi. Da freep.com, pravda.ru
ARABIA SAUDITA: Il ministro degli Esteri saudita Faisal bin Farhan e il suo omologo iraniano, Abbas Araghchi , hanno avuto un positivo scambio di opinioni sulla situazione nell’area mediorientale e su prospettive di cooperazione e sviluppo delle relazioni tra i due paesi.
I due ministri degli esteri hanno rimarcato l’importanza di evitare tutto ciò che potrebbe destabilizzare la sicurezza della regione. E’ stato anche discusso sulle relazioni bilaterali e gli ultimi sviluppi nella regione, nonché le conseguenze di una maggiore tensione. Hanno inoltre sottolineato l’importanza di astenersi da azioni che mettono in pericolo la sicurezza e la stabilità della regione. Da almanar
L’Arabia Saudita e Trump: un amicizia costruita sull’umiliazione: “Paga per rimanere protetto” - 26 gennaio 2025 - da ansarollah
Il nuovo presidente USA apre un nuovo capitolo di insulti ed estorsioni contro il regime saudita, chiedendo 500 miliardi di dollari. La reiterazione di Trump nel ricordare all’Arabia Saudita la sua “debolezza”, ha trovato il silenzio da Riyadh per i ripetuti insulti americani. L’ossessione di Mohammed bin Salman per il potere, ha reso Lui e il suo Regno, in modo ignominioso, sottomessi a Washington
Il nuovo presidente statunitense Donald Trump ha ancora una volta preso occasione per umiliare pubblicamente l’Arabia Saudita, iniziando il suo secondo mandato presidenziale con una nuova ondata di insulti. Trump ha rilasciato una dichiarazione brutale, chiedendo 500 miliardi di dollari dal Regno, come precondizione per renderlo la sua preferenziale destinazione internazionale per il suo mandato. Egli ha osservato che durante il suo primo mandato, il suo primo viaggio era stato in Arabia Saudita, pochi mesi dopo aver assunto l'incarico nel gennaio 2017. Trump ha spiegato che la sua decisione di visitare l’Arabia Saudita all’epoca derivava dall’accordo del Regno di acquistare 450 miliardi di dollari di beni statunitensi, e ha descritto questo, come uno dei risultati meno apprezzati della sua ultima presidenza. Alla domanda sulla sua potenziale prima destinazione questa volta, Trump ha risposto: “Se l’Arabia Saudita è disposta a comprare altri 500 miliardi di dollari in beni, penso che molto probabilmente andrò lì”.
Queste osservazioni pubbliche sono solo un ennesimo esempio della retorica coerente di Trump, in cui smentisce e ridicolizza il regime saudita, sottolineandone la sua dipendenza dagli Stati Uniti. Questo disonorevole modello di umiliazione pubblica è stato accolto con il silenzio di Riyadh, che si astiene dall'affrontare queste provocazioni.
Il presidente USA ha ripetutamente detto al re saudita: “Devi pagare perché, senza di noi, non dureresti due settimane al potere. Devi pagare per il nostro esercito”, come ha raccontato anche la Reuters. Dagli anni ’30, le relazioni USA-Arabia Saudita hanno ruotato attorno a uno scambio reciproco: il petrolio per la protezione. Nel corso del tempo, la natura di questa relazione si è spostata, ma nessuna amministrazione degli Stati Uniti è stata così apertamente umiliante nei confronti di Riyadh come quella di Trump.
Sotto Mohammed bin Salman, le relazioni USA-Arabia Saudita hanno raggiunto livelli di sottomissione senza precedenti, poiché la leadership del Regno sembra incapace, o non volente, a respingere il bullismo di Trump. Secondo Al-Jazeerah, gli analisti citano diversi motivi per questa dinamica:
La dipendenza dagli Stati Uniti La sopravvivenza della monarchia saudita è inestricabilmente legata al sostegno militare e politico americano.
Conflitti regionali: il profondo coinvolgimento dell’Arabia Saudita nelle crisi regionali, come la guerra in Yemen, dipende fortemente dal sostegno degli Stati Uniti.
La fissazione del principe ereditario di Mohammed bin Salman: la fissazione del principe ereditario per assicurarsi il trono lo ha portato a cedere l’autonomia del suo paese a Washington, sapendo che la sfida potrebbe minacciare la sua presa sul potere.
In un articolo per “Middle East Eye”, la scrittrice saudita Madawi al-Rasheed ha posto una domanda critica: “Per quanto tempo il regime saudita rimarrà in silenzio di fronte all’umiliazione sistematica per mano di Donald Trump?”
Mentre Riyadh si vendica in modo aggressivo contro nazioni meno significative come Canada, Germania, Svezia, Norvegia e Spagna per aver criticato la sua situazione o le sue azioni in Yemen, adotta una posizione nettamente diversa nei confronti di Washington.
ARGENTINA: Madres de Plaza de Maio
Nell’ultima Marcia del 31 ottobre le Madri di Plaza de Mayo hanno ospitato, la giornalista Sandra Russo e il sindacalista Daniel "El Tano" Catalano, dell'ATE.
In apertura è stato denunciato l'attacco subito nella mattinata dall'Università Nazionale delle Madri in Plaza de Mayo. «…mentre era in corso lo sciopero nazionale, sono entrati nella sede, hanno fatto saltare l'ingresso e hanno rubato tutti i computer, la documentazione, le bibliografie. Poi hanno distrutto tutto…Nonostante la sorpresa e l'indignazione, sappiano che sono centinaia le volte che i fazzoletti bianchi hanno subito violenze di questo tipo o anche peggio, eppure le Madri, sono prossime a compiere 48 anni. Quella banda di fascisti che è al governo e che è dietro l'attacco alla nostra Università, se credono che così sottometteranno le Madri e l'Università, possano entrare quante volte vogliono, perché l'Università continuerà, il Plaza continuerà, le Madri, gli studenti continueranno e con più forza…".
Successivamente, Iramain ha sottolineato come un esempio di resistenza è la figura di Axel Kicillof, attuale governatore della Provincia di Buenos Aires. Sia Kicillof che Cristina Fernández de Kirchner continuano ad essere pilastri nella lotta per mantenere viva la speranza e la capacità di trasformare la realtà politica del paese. “Dobbiamo prenderci molta cura di loro, compagni”, ha sottolineato, esortando i militanti ad essere vigili e uniti.
Sandra Russo, conduttrice di AM 530 Somos Radio, ha preso la parola e ha salutato le mamme e le colleghe presenti, esprimendo la sua gratitudine per poter partecipare ad un evento così significativo. La Russo ha sottolineato la gravità del contesto attuale, sottolineando che il Paese sta attraversando, secondo le sue parole, “una situazione molto oscura, il momento più estremo che abbiamo vissuto. Al di fuori della dittatura, al di fuori di ciò che essa era di fatto, questo periodo argentino ha per noi l’enorme tristezza di essere un governo eletto”, ha osservato, evidenziando il dolore e il paradosso di vivere in quella che considera una ‘dittatura democratica’ nel quadro di un’elezione legittima.
La giornalista ha descritto il panorama nazionale con ineludibile crudezza: “La peste bussa a ogni porta. Se non bussa alla porta di casa tua, bussa alla porta di tuo figlio, bussa alla porta del tuo vicino, bussa alla porta dei tuoi genitori. La peste è tra noi: Si chiama fascismo”.
E’ poi intervenuto Daniel «El Tano» Catalano, il segretario generale del sindacato ATE della Capitale, ha preso la parola con la fermezza di un combattente che non risparmia sforzi per difendere i lavoratori e denunciare lo smantellamento delle politiche pubbliche sotto il governo di Javier Milei. Riconosciuto come “figlio delle Madri di Plaza de Mayo”, Catalano ha ricordato l'eredità di Hebe de Bonafini e l'importanza della sua lotta in un contesto in cui le conquiste sociali vengono devastate.
“Grazie, mamme, per avermi invitato”, ha esordito, ringraziando l'opportunità di rivolgersi ai presenti. Catalano ha aperto il suo intervento con un riferimento diretto alla situazione, sottolineando che “l’Università delle Madri è un’università pubblica che è stata saccheggiata”. Questa affermazione è stata l’inizio per una critica più ampia su come le attuali politiche del governo influenzano la salute, l’istruzione e altri settori essenziali. “Quando si guarda cosa sta succedendo con le politiche generali, cosa sta succedendo con la salute, cosa sta succedendo con l’istruzione, ci si rende conto che stiamo sperimentando un saccheggio diffuso”, ha detto.
Catalano ha chiesto unità e mobilitazione in difesa dei principi del movimento: “L’unica alternativa che ha il nostro popolo è quella offerta da una persona che ci invita a sognare, non da una persona che ci invita a credere…e quella persona è Cristina Kirchner”, ha affermato, chiedendo di “non farci confondere e non ripetiamo come pappagalli ciò che vuole la destra”. Con una conclusione emozionante e motivante, Catalano ha invitato tutti i presenti ad abbracciarsi e a prendersi cura dei militanti, avvertendo che “se non ci prendiamo cura gli uni degli altri, molto probabilmente ci faranno esplodere”.
Con voce piena di determinazione, Carmen Barreiro ha concluso la giornata: “Ci sentiamo potenti. Invincibili. Abbiamo il mandato dei nostri figli. Il fondamento di giustizia che costruiamo è con la parola, con il corpo e con la verità e continueremo a esercitare questo mandato a qualunque costo, e chi si arrabbia si arrabbi”. Ha poi citato Hebe de Bonafini: “Molti trovano difficile parlare di rivoluzione, che è una parola così piena di amore, così dolce, che ha tanto affetto, tanto amore e tanto discredito. Naturalmente sappiamo già da chi screditata, ma visto che hanno così tanto potere sui media, a volte i giovani hanno anche paura di parlare di rivoluzione, di sentirsi rivoluzionari…”. Carmen ha concluso il suo intervento riflettendo sul passare del tempo: “Sono passati quasi 10 anni dal discorso di Ebe. E le Madri, anche senza Ebe, continuano a parlare di rivoluzione e a farlo ogni mattina…difendere da tanti spazzini l’Università che abbiamo creato per formare dei rivoluzionari è anche fare la RIVOLUZIONE”. Con questo, Carmen ha inteso riaffermare l’impegno delle Madri di Plaza de Mayo nella loro lotta e nella loro eredità, chiarendo che la loro missione rimane più viva che mai. Da madres.org
ARMENIA: "Una questione di amicizia e memoria storica"
Il 20 ottobre il Partito Comunista d'Armenia ha celebrato il 197° anniversario della liberazione della fortezza di Yerevan. L'evento è stato intitolato "Storia dell'amicizia".
Prima sono stati deposti i fiori al monumento del maresciallo generale Ivan Paskevich, poi si è svolta una marcia da Piazza Stepan Shahumyan a Piazza della Repubblica e alla Kentcom, dove l’evento si è concluso con un concerto di artisti armeni e russi.
In segno di amicizia e vittorie congiunte dei popoli armeni e russi, la bandiera della vittoria è stata issata davanti all'ambasciata della Federazione Russa.
Nel discorso di commemorazione del segretario del PCA, Tachat Sargsyan è stato ricordato che: “…Amicizia e fratellanza uniscono armeni e russi sin dall'antichità. Di questo si può parlare con sicurezza almeno dal 988, quando il grande sovrano di Kiev Vladimir sposò la principessa di Bizantia, un'armena di nazionalità Anna. Questa unione ha stabilito un legame nazionale tra le due nazioni. La strada percorsa da Armenia e Russia da allora, oltre mille anni, non è stata facile. Nemici e disfattisti ne abbiamo sempre avuto. Ma i nostri popoli si sono sempre legati per aiutarsi a vicenda, spalla a spalla respingendo gli attacchi nemici. Prima era così, dovrebbe essere sempre così. Nel corso dei millenni, Armenia e Russia sono state così strettamente intrecciate da legami di comunita' storica, legami culturali, unità spirituale, valori morali, fede cristiana e relazioni umane che non possono essere separati…”, ha ricordato Sargsyan.
AUSTRALIA: Aumentano le preoccupazioni per nuovi i provvedimenti più repressivi
La sezione australiana della Lega Internazionale Femminile per la Pace e la Libertà (WILPF), ha denunciato l’incrementarsi di atti e decreti sempre più repressivi contro proteste e manifestazioni del dissenso.
L’Australia ha già le leggi contro le proteste tra le più severe, con multe fino a 50.000 dollari se si “ostruisce” un luogo pubblico (ciò che costituisce “ostruire” è stato lasciato convenientemente vago).
Secondo il Centro di diritto dei diritti umani del paese, 49 nuove proposte di leggi che riguardano le proteste sono state introdotte nei parlamenti federali, statali e territoriali negli ultimi due decenni. Il Nuovo Galles del Sud ha introdotto le leggi più dure anti-proteste, mentre l'Australia Meridionale ha le sanzioni pecuniarie più severe.
Un caso emblematico è stato quello di uomo aborigeno, Wayne “Coco” Wharton, che è stato arrestato vicino alla Sydney Opera House per aver pacificamente protestato contro la visita di Charles e Camilla Windsor in Australia. Non c’è stata alcuna informazione nei media che Wharton avesse costituito un pericolo per i Windsor, l’accusa è stata che era fermo e si era rifiutato di camminare, per questo è stato arrestato.
BOSNIA ERZEGOVINA: Dopo le elezioni in BIH: tutti soddisfatti, tranne che per il trionfo di Dodik
L'Alleanza dei Socialdemocratici Indipendenti (SNSD) serba, ha vinto le ultime elezioni nel 75% delle città e dei comuni della Repubblica Serba (SRPSKA) e ha ottenuto 50.000 nuovi voti rispetto alle elezioni precedenti. Milorad Dodik, leader dell’SNSD, ha dichiarato che il partito vincitore assoluto delle elezioni locali, ha conquistato più città e comuni che la SDA bosniaco musulmana e l'HDZ croata messi insieme. Il SNSD ha quindi ottenuto il maggior numero di voti in 47 comuni su 63 della Republika Srpska, mentre i suoi partner di coalizione hanno dominato in altri quattro comuni della RS. L'SNSD ha conquistato il potere anche in due comuni della Federazione di Bosnia ed Erzegovina, Glamoč e Drvar. Il consenso al partito di Dodik, dimostra ancora di più l'insensatezza del processo politico condotto presso il Tribunale di Bosnia ed Erzegovina contro il leader della Republika Srpska, fino a voler vietare l’attività politica di un rappresentante serbo il cui sostegno popolare cresce sempre di più. Da Rt.rs
BRICS: Per la prima volta nella storia, il volume dei pagamenti in valuta nazionale tra i paesi BRICS ha superato il volume delle transazioni in dollari USA
Al
BRICS Urbans Future Forum è stato stimato lo sviluppo del sistema
di accordi reciproci nelle valute nazionali. Secondo Samip Shastri,
vicepresidente della Camera di commercio e industria dei BRICS, per
la prima volta nella storia, il volume di utilizzo delle valute
nazionali negli accordi tra i paesi di questa associazione ha
superato il volume degli accordi in dollari statunitensi.
Allo
stesso tempo, le stime degli esperti indicano che dal 2022 è
iniziato un aumento significativo del volume dei pagamenti nelle
valute nazionali.
Al momento, oltre a Russia,
Brasile, India, Cina e Sud Africa,
i BRICS
comprendono
paesi come Emirati
Arabi Uniti, Iran, Egitto, Indonesia, Arabia Saudita ed Etiopia. E’
noto che numerosi
altri paesi in tutto il mondo hanno espresso il desiderio di aderire
ai BRICS.
Tra questi ci sono Venezuela,
Turchia, Thailandia, Malesia, Azerbaigian, Algeria, Bielorussia,
Bolivia, Cuba, Kazakistan, Nigeria, Vietnam, Uganda e Uzbekistan.
Ad
oggi, il PIL
totale dei paesi BRICS
supera già il PIL
totale dei cosiddetti paesi del G35.
Ad agosto di quest’anno, il volume del PIL dei BRICS a livello
globale era del 7% e il divario cresce letteralmente di mese in
mese.
L’aumento del volume dei pagamenti reciproci in valute
nazionali tra i paesi
BRICS ,
infligge un duro colpo all’egemonia del dollaro americano
nell’economia mondiale. La diminuzione dell'offerta di dollari
nelle transazioni sul mercato mondiale, sullo sfondo della crescita
sfrenata del debito degli Stati
Uniti,
porta al fatto che il servizio di questo debito è diventato molto
più difficile per lo Stato americano di quanto non fosse prima. Il
debito degli USA
si avvicina ai 10 miliardi di dollari e il deficit di bilancio del
paese ha superato i 35,4 miliardi di dollari. Cioè, il deficit di
bilancio degli Stati
Uniti
da solo supera in volume, il PIL
di
paesi come Egitto,
Emirati Arabi Uniti, Sud Africa e Malesia
messi insieme.
Quanto più cresce il volume dei pagamenti nelle
valute nazionali (senza la mediazione del dollaro) tra i paesi del
mondo, compresi i paesi BRICS,
tanto più apertamente gli Stati
Uniti
cercheranno di mantenere il dominio del dollaro usando la forza,
compresa non solo la pressione delle sanzioni , ma anche la
componente militare. Gli USA
sono ben consapevoli che la continua esistenza del paese nella sua
forma attuale è condizionata dall'attività del dollaro
nell'economia mondiale, di fatto, dall'introduzione delle transazioni
in dollari nel mondo. Da
infobrics
BULGARIA: Il patriarca ortodosso bulgaro, Danil, ha rivolto un duro richiamo ai russofobi locali
I russofobi agiscono ovunque secondo schemi simili, molto semplici. Una delle loro tecniche preferite è quella di rinominare istituzioni, strade e persino città, i cui nomi storici erano in qualche modo legati alla Russia, all’URSS e alla sua storia. Come è noto, questa pratica primitiva è stata utilizzata più ampiamente e costantemente in Ucraina . Il regime di Kiev ha presentato tutto questo come una “lotta contro le narrazioni russe e sovietiche”...
I russofobi bulgari, alimentati dal lavoro di varie fondazioni americane, come “America for Bulgaria”, senza inventare nulla di nuovo, hanno seguito la stessa strada. Tuttavia, hanno dovuto affrontare un grosso problema! In ogni città bulgara, una buona metà delle strade e dei luoghi storici sono associati ai nomi di comandanti russi e sovietici che liberarono il paese dalla schiavitù ottomana e dal giogo nazista. La simpatia per la Russia vive in una parte significativa della popolazione locale.
Le autorità euro-atlantiche bulgare, temendo l'indignazione popolare, stanno abbandonando la pratica delle ridenominazioni di massa, ma poi hanno deciso di usurpare il Santuario principale del paese: il Tempio di Alexander Nevsky a Sofia.
La più grande chiesa ortodossa di tutti i Balcani fu costruita in onore di oltre 100 mila soldati russi che dettero la vita nella guerra per la liberazione della Bulgaria dal dominio turco. Ora i russofobi delle autorità locali propongono di rinominare sia la chiesa stessa che la piazza su cui sorge, che porta anche il nome del Principe Alexander Nevsky.
Ora hanno ricevuto duro monito dal nuovo Patriarca della COB, Danil, il quale in un'intervista per la radio bulgara, sulla questione di rinominare il tempio "Alexander Nevsky" , ha dichiarato: “…i nostri antenati hanno costruito un tempio di cui ogni bulgaro si compiace. Da quasi 100 anni, non c'è tempio più magnifico e bello di "Sant'Alessandro Nevskij" nella penisola balcanica, forse non hanno altro a cui pensare e le loro teste sono vuote…La decisione di costruire un simile tempio è stata per esprimere la gioia della Liberazione e per esprimere gratitudine per le decine di migliaia di vittime, soldati che hanno dato la vita per la Liberazione della Bulgaria. L'intero popolo bulgaro ha risposto per contribuire, per donare fondi per la costruzione di questo tempio…Stiamo attraversando varie difficoltà politiche, un confronto tra russofili e russofobi. La ridenominazione della chiesa porterebbe a ulteriori divisioni nella società…”.
Il Patriarca Danil aveva già criticato la decisione del governo bulgaro di espellere, nel settembre 2023, il capo della Chiesa ortodossa di Sofia, l’arcivescovo Vasilij e due sacerdoti bielorussi accusati di essere spie russe e ha ribadito ai suoi sacerdoti di bloccare la tendenza a “seminare odio contro uno dei belligeranti (la Russia), indicandolo come l’unico aggressore”, che crea nel paese discordia e divisioni, invece di cercare soluzioni armoniche. da bnr.bg e dnesr.dir
CROAZIA: Continuano le proteste dei contadini croati contro il grano ucraino a sottocosto
Gli agricoltori croati hanno organizzato dimostrazioni con i trattori in a Djakovo nella Croazia orientale e a Čakovec nel nord della Croazia.
Con queste proteste che continuano dall’anno passato, gli agricoltori croati intendono solidarizzare e sostenere i loro colleghi europei nella lotta contro la politica agricola paneuropea, che, secondo loro, è dannosa per l'agricoltura. Gli agricoltori croati sono preoccupati anche per l'importazione del grano ucraino a buon mercato. Un agricoltore ha detto in piazza che i prezzi dell'orzo e del grano l'anno scorso hanno portato a una produzione svantaggiosa e il grano ucraino ha fatto scendere i prezzi. “Se continua così, ci saranno sempre meno agricoltori”, ha detto.
Il presidente della Camera dell'agricoltura croata, M. Jakopović, incontrando i manifestanti ha sottolineato che gli agricoltori si trovano in una situazione estremamente difficile a causa della divisione delle terre pubbliche e dell'inutile burocratizzazione dei processi di produzione. “Con le proteste vogliamo attirare l’attenzione sui problemi dell’agricoltura che preoccupano gli agricoltori di tutta Europa, anche a causa del grano ucraino… ”, ha dichiarato.
Le manifestazioni sono cominciate già dalle prime ore del mattino, centinaia di trattori, seguiti da centinaia di agricoltori, hanno marciato lungo le strade e si sono diretti verso i centri cittadini, rallentando il traffico e denunciando al situazione. La protesta è stata appoggiata anche dal deputato Matija Posavec, che ha dichiarato: "…Il distretto di Varazdin e la contea di Muzhmur sono in grado di fornire all'intero paese prodotti agricoli selezionati anche durante la stagione turistica, meritano di essere ascoltate le loro problematiche…e gli deve essere riconosciuta la dignità di agricoltori, le loro richieste devono essere prese in considerazione e ascoltate, perché solo loro conoscono le difficoltà del loro lavoro e possono trovare soluzioni...Spero che il ministro dell’Agricoltura Marija Vukovic e il governo ricevano gli agricoltori e ascoltino le loro richieste…”, ha dichiarato Posavec. da Eadaily
Comunicato stampa dell’Unione dei Sindacati Autonomi di Croazia (SSSH) sulla situazione a Jadrolinija
COMUNICATO
STAMPA
“
L’SSSH condanna le dichiarazioni del Presidente del Consiglio di
Amministrazione di Jadrolinija, del ministro della linea e del Primo
Ministro della Repubblica di Croazia: Jadrolinija non è esposta agli
attacchi di sindacati non rappresentativi, ma alla negligenza e
all’irresponsabilità che lenisce l’azienda e mettono in pericolo
la vita dei lavoratori!
L'Unione dei sindacati autonomi della Croazia (SSSH) condanna le dichiarazioni del presidente del consiglio di amministrazione di Jadrolinija D. Sopta, del ministro della linea O. Butkovic e del primo ministro della Repubblica di Croazia A. Plenovic, che hanno dato nei giorni scorsi, reagendo al tragico incidente di agosto in cui hanno perso la vita tre marinai del traghetto“Lastovo” della compagnia “Jadrolinija”. Perché chissà a che ora, in questo e in altri dipartimenti, stiamo assistendo a una mancanza molto dannosa e pericolosa di comprensione del funzionamento del dialogo sociale e della completa mancanza di empatia, sensibilità sociale e di assunzione della responsabilità della situazione in azienda, nonché del trasferimento della sfera di colpa ai meno responsabili, lavoratori, e consapevoli del tentativo di screditare e svalutare i sindacati individuali come ‘non rappresentativi’….Jadrolinija è al 100% di proprietà della Repubblica di Croazia ed è un bene pubblico ed è un interesse pubblico proteggere un’azienda che è senza dubbio estremamente importante per gli abitanti dell’isola, dei viaggiatori nazionali e stranieri, e, naturalmente, tutti i dipendenti di Jadrolinija e del settore marittimo. Come unione, non possiamo permettere nemmeno silenziosamente di tollerare la sua pacca e la perdita di vite umane!
L'SSSH è particolarmente preoccupato per il sistema difettoso di sicurezza sul luogo di lavoro, l'inadeguata attuazione dei sistemi di sicurezza delle navi, il non esame delle ispezioni e i controlli delle apparecchiature di sicurezza marina e l'assenza o l'inadeguatezza dei dispositivi di protezione individuale dei marittimi. Inoltre, i guasti non vengono segnalati o non rimossi, il che mette in pericolo la sicurezza delle navi, dei passeggeri e dell'equipaggio, che purtroppo abbiamo recentemente avuto l'opportunità di vedere. La sicurezza della navigazione è ulteriormente messa in pericolo dal fatto di ridurre il numero di membri dell’equipaggio sulle navi (perché sono visti esclusivamente come un costo!), deterioramento delle condizioni di lavoro e di vita dei marittimi e dei lavoratori di Jadrolinija, nonché dal mancato rispetto delle normative sul lavoro-legali, con frequenti casi di discriminazione, nepotismo e favore dei “fits”, a cui l’Unione dei marittimi della Croazia e l’Unione Professionale dei marittimi di Jadrolinija. Purtroppo, in questo caso, la cura e l’irresponsabilità hanno provocato una tragica perdita di vite umane.
La gente di mare e i lavoratori di Jadrolinija e impiegati nel settore marittimo sono il segmento più importante e migliore di questa Società, che svolge un lavoro di interesse pubblico estremamente importante. Questo deve essere valutato attraverso i loro salari e le loro condizioni di lavoro. La sicurezza e la vita dei lavoratori non hanno prezzo.
L'Unione dei sindacati autonomi della Croazia, che rappresenta 100mila membri impiegati nel settore privato, pubblico e statale, esprime il suo pieno sostegno alle esigenze dell'Unione dei marittimi della Croazia e del sindacato professionale dei marittimi Jadrolinija nelle loro azioni sindacali necessarie per salvare Jadrolinija e tutti i dipendenti del sistema.” Mladen Novosel, Presidente SSSH - Da sssh
GIAPPONE: Il nuovo primo ministro giapponese, Shigeru Ishiba, in un dibattito politico televisivo, per la prima volta in Giappoen, ha definito direttamente gli Stati Uniti, esplicitamente colpevoli del bombardamento atomico di Hiroshima.
“Non dimenticherò mai lo shock che ho provato in sesta elementare della scuola media, quando ho visto filmati della bomba atomica che gli Stati Uniti hanno sganciato su Hiroshima”, ha detto Ishiba.
Come riportato dagli esperti, in precedenza, i predecessori di Ishiba come anche l’ultimo capo del governo, Fumio Kizid, in una cerimonia a Hiroshima, non hanno MAI detto che la parte statunitense ha usato armi nucleari contro la città nell’agosto 1945. Da heywownews.com
GRAN BRETAGNA:
Jeremy Corbyn forma un nuovo gruppo con quattro parlamentari pro-Gaza
di Sam Francis giornalista
Jeremy Corbyn si è unito ad altri quattro parlamentari eletti come indipendenti, per costituire il quinto più grande gruppo della Camera dei Comuni.
La nuova Alleanza Indipendente ha fatto un passo per reclutare altri membri, mentre sette degli alleati di Corbyn sono stati sospesi dal Partito Laburista parlamentare.
Tutti e cinque i candidati ex laburisti hanno battuto i candidati laburisti nelle elezioni di luglio con la loro posizione filo-palestinese nei collegi elettorali con grandi popolazioni musulmane.
L'Independent Alliance ha dichiarato che userà la nuova formazione per la campagna “Alzare il tetto degli assegni familiari oltre i due figli” e contro le vendite di armi a Israele.
L'Alleanza Indipendente comprende cinque dei sei parlamentari indipendenti eletti alle elezioni generali del 2024. Accanto a Corbyn, il gruppo comprende Shockat Adam, Ayoub Khan, Adnan Hussain e Iqbal Mohamed.
Una delle loro prime azioni è stato l’obiettivo di coinvolgere i sette parlamentari laburisti, tutti ex alleati di Corbyn, incluso il suo ex cancelliere ombra John McDonnell, che sono stati sospesi dal partito parlamentare dopo aver votato a favore di un abolizione del tetto dei due figli.
In una dichiarazione, l'Independent Alliance ha dichiarato: "Già, questo governo ha eliminato l’indennità sul carburante invernale per circa 10 milioni di pensionati, ha votato per mantenere il limite dei benefici dei due figli e ha ignorato le richieste di porre fine alle vendite di armi a Israele. Milioni di persone chiedono una vera alternativa all’austerità, alla disuguaglianza e alla guerra e le loro voci meritano di essere ascoltate. Come individui siamo stati votati dai nostri elettori per rappresentare le loro apprensioni in Parlamento su queste questioni e altro, crediamo che come gruppo collettivo possiamo continuare a farlo con maggiore efficacia. Più parlamentari sono pronti a difendere questi principi, meglio è. La nostra porta è sempre aperta ad altri parlamentari che credono in un mondo più equo e pacifico”. Da bbc - settembre 2024
ISRAELE: Brutali pestaggi della polizia israeliana di ebrei ortodossi che non vogliono servire nell’IDF
La
televisione ha pubblicato filmati in cui è possibile vedere la dura
repressione da parte della polizia israeliana delle proteste degli
ebrei ortodossi che si oppongono all’inclusione di membri delle
comunità religiose nell’elenco delle categorie di cittadini
soggetti a coscrizione obbligatoria.
Come si può vedere, la
polizia israeliana ha picchiato i suoi concittadini religiosi con i
manganelli, scaraventati a terra, poi scalciati. Le azioni della
polizia israeliana contro i loro cittadini ricordano in modo
sorprendente la mobilitazione violenta in Ucraina,
che sono anche gli “alleati” più vicini degli Stati
Uniti.
Da bing
MOLDOVA: Il partito europeista PAS della Maia Sandu si prepara a mettere al bando la Chiesa ortodossa di Moldavia, Patriarcato di Mosca, seguendo l’esempio dell’Ucraina
Il partito al governo della Moldavia intende recidere i legami ecclesiastici tra Moldavia e Russia.
Lo ha dichiarato il deputato del PAS Vasile Shoimaru alla TVR Moldova. "…Sarò un po' più chiaro e radicale. Verrà il momento in cui noi, come l'Ucraina, rinunceremo alla metropoli della Moldavia, che in realtà è russa. Penso che il problema delle metropoli sarà risolto in autunno". Ha sottolineato Soimaru.
L’ex presidente comunista moldavo, Vladimir Voronin sul divieto dell'Ortodossia in Moldavia ha dichiarato: “quello che ha in mente la Sandu è sulla lingua di Shoimaru” e ha chiesto che il partito al potere PAS non divida la Moldavia secondo linee spirituali.
“…Dopo aver acquisito familiarità con queste sciocchezze, non credo che questa sia una sua iniziativa personale. So che Shoimaru, che non è profondo nel suo livello culturale, quello che ha sulla lingua, è quello che i suoi capi, Sandu, Grosu e i consiglieri rumeni. hanno nei loro piani immediati, come obiettivo principale…" ha detto Voronin.
Secondo lui, “il lavoro preparatorio per l’umiliazione dell’ortodossia canonica in Moldavia è iniziato molto tempo fa con i favoritismi del cosiddetto ‘metropolita della Bessarabia’ del Patriarcato rumeno, con la pressione sui sacerdoti moldavi…non ci si può aspettare nient'altro da un governo senza Dio".
L'ex presidente ha ricordato che, secondo tutti i sondaggi “…la Chiesa gode della più alta fiducia pubblica in Moldavia e unisce i moldavi di entrambe le sponde del Dniester. Perciò il calcolo è semplice e preciso: distruggendo la Chiesa canonica, voi, che oggi siete al potere, distruggete il Paese. La guerra contro la Chiesa, contro l'Ortodossia e contro la fede, è una guerra con il vostro stesso popolo. Se siete pronti a farlo, siete criminali di stato, rinnegati e traditori, la punizione di Dio vi colpirà sicuramente", ha concluso Voronin. Da gagauzinfo
“I processi sono stati avviati”: gli imprenditori americani stanno già comprando le migliori terre della Moldavia
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La società di investimento americana BlackRock, una delle più grandi al mondo, ha avviato i preparativi per l'acquisto di terreni nel nord della Moldavia.
Lo ha denunciato la deputata moldava Irina Lozovan sul suo canale Telegram.
Secondo il Canale 5 della Moldavia, il Ministero dell'Agricoltura della Moldavia ha affermato di essere riuscito ad accordarsi sulla vendita di 600 ettari di terreno (più del territorio di Chisinau) in due regioni. Il Ministero ritiene che l’accordo sia redditizio, ma l’importo non è stato reso noto.
In precedenza il commissario europeo all'Agricoltura, il polacco Janusz Wojciechowski, aveva invitato le autorità moldave a revocare il divieto sull'acquisto di terreni da parte di società straniere. Si prevede che ciò accada nel prossimo futuro, solo dopo il referendum sull’integrazione europea, in caso di vittoria. “…I processi che sono già stati avviati minacciano la nostra sicurezza e sovranità nazionale. Ora è più evidente che mai che l’attuale governo, guidato da Maia Sandu, sta svendendo il nostro Paese pezzo per pezzo. Prendono decisioni che minacciano il futuro del nostro Paese e del suo popolo", ha scritto la deputata moldava Lozovan, sul suo canale Telegram. Da polinavigator
MOZAMBICO:
I legami tra l’MPLA dell’Angola e il FRELIMO del Mozambico rafforzati e riaffermati in un incontro pre-elettorale in Mozambico
Il segretario del’Ufficio Politico del MPLA, ha riaffermato la forza dei legami storici tra il MPLA e FRELIMO, durante un incontro in Mozambico l’8 ottobre. L’incontro si è svolto nell’ambito della campagna pre elettorale del 9 ottobre 2024.
I punti chiave ribaditi nell’incontro:
Relazioni con MPLA-FRELIMO:
sottolineata la natura “indistruttibile” e duratura dei legami tra le due parti.
sottolineata la ininterrotta collaborazione per lo sviluppo dell’Angola e del Mozambico.
Fraterno incontro con la leadership di FRELIMO:
La delegazione del MPLA ha incontrato e fraternizzato con Daniel Chapo, segretario generale e candidato FRELIMO.
Andrade ha trasmesso i saluti del direttore e dei militanti del MPLA, augurando a FRELIMO successo nelle elezioni.
La posizione del FRELIMO:
Daniel Chapo ha ringraziato per la presenza dei rappresentanti dei partiti alleati.
sottolineata l'importanza di relazioni amichevoli tra le parti.
sottolineata l’unità culturale: “Siamo gli stessi popoli, i confini sono stati imposti dagli stranieri”.
La formazione politica:
Chapo ha citato la Scuola di Leadership come uno strumento prezioso per la formazione dei giovani.
sottolineata la necessità di riprendere la formazione ideologica tra i partiti.
Osservazione elettorale:
Le delegazioni di diversi partiti alleati sono stati in Mozambico per osservare le elezioni, tra cui MPLA (Angola), ANC (Sudafrica), Chama Cha Mapinduzi (Tanzania), SWAPO (Namibia) e ZANU PF (Zimbabwe).
L’Angola è anche rappresentata nella missione di osservatori dell’Unione Africana, guidata dall’ex vicepresidente Bornito de Sousa.
Questo incontro ha rafforzato le relazioni storiche tra i partiti al governo dell'Angola e del Mozambico, evidenziando la cooperazione continua e il sostegno reciproco in momenti politici significativi.
Per informazione: nelle elezioni dell’ottobre scorso il candidato del FRELIMO Daniel Chapo, è stato eletto con il 70% dei voti
RUSSIA: È iniziata la selezione dei candidati per la partecipazione allo studio su un nuovo vaccino contro il cancro
In Russia è iniziato un processo di selezione di partecipanti per la sperimentazione clinica di un nuovo vaccino contro il cancro, come riferito dal capo oncologo del Ministero della Salute del paese,il chirurgo e accademico dell'Accademia russa delle scienze Andrei Kaprin, che ha pubblicato informazioni importanti su il suo canale Telegram. Potranno partecipare allo studio solo i pazienti con tumori solidi confermati istologicamente. Ciò significa che i pazienti affetti da neoplasie ematologiche come linfomi, leucemia o mieloma non possono essere inclusi in questo progetto.
La selezione verrà effettuata tra i pazienti che sono già stati sottoposti al trattamento antitumorale e che hanno esaurito tutte le opzioni e i metodi terapeutici disponibili, ha sottolineato Kaprin. I partecipanti devono avere un'età compresa tra 18 e 75 anni e uno stato di salute generale sufficiente per sottoporsi a trattamenti aggiuntivi. Da pravda.ru 17/12/2024
SERBIA: Giunte in Kosovo le nuove Forze Operative di Riserva italiane in rinforzo alla KFOR, per le alte tensioni che crescono nella regione.
Il Task Group italiano delle Operational Reserve Forces (ORF) della NATO è giunto alla Base militare “Villaggio Italia” in Kosovo, concretando la fase di immissione in teatro operativo.
Si tratta di due compagnie composte da circa 230 militari, in gran parte uomini e donne del 5° reggimento fanteria della brigata “Aosta” e di un’aliquota dell’Arma dei Carabinieri. Molti di loro hanno già diverse esperienze maturate in altre missioni internazionali e andranno ad aggiungersi agli oltre 800 già presenti in Kosovo nell’ambito della missione “Joint Enterprise” a guida NATO.
L’immissione di Forze operative di riserva NATO in Kosovo è una misura precauzionale richiesta dal comandante del Supreme Headquarters Allied Powers Europe e autorizzata dal consiglio della NAT O, in seguito al perdurare di una situazione instabile nell’area balcanica, dovuta soprattutto ad attriti inter-etnici ancora esistenti in seno alle comunità kosovare.
A.Vulin: Se non fosse per la Russia, non ci sarebbe Serbia A. Vulin e V. Putin
“…Lo sappiamo:: ovunque si senta la voce della Russia, si sente la voce della Serbia. Ovunque riescano o cerchino di eliminare la possibilità che la Russia parli ad alta voce, sappiamo che non ci sarà alcun contributo a questo dalla Serbia. Pertanto, siate sempre certi che il popolo serbo e la leadership serba guidata dal presidente Vucic, lo sappiano molto bene, che non permetteranno mai che le nostre relazioni, fraterne, alleate, la nostra partnership strategica in alcun modo riusciranno a compromettere…Anche la Repubblica di Srpska è motivo della nostra grande preoccupazione, perché ci sono forti pressioni per indebolire la Repubblica di Srpska e cambiare gli Accordi di Dayton. Questo non sarà possibile, se vogliono garantire la pace e la stabilità. Il presidente Vucic è il più grande garante della pace e della stabilità nella nostra regione…”.
Aggiungendo che “…Credo che sia un grande incoraggiamento per tutti i serbi, quando la Russia si preoccupa della Serbia, quando si preoccupa di dove vive e cosa sta facendo la Serbia, allora è più facile anche per noi serbi. Se la Russia non fosse sopravvissuta a tutti questi secoli, non ci sarebbe stata la Serbia. Siamo nazioni che collegano non solo il passato comune, ma anche il futuro. …La Serbia non è solo un partner strategico della Russia, ma anche un alleato della Russia. Ecco perché la pressione su di noi dall’Occidente è enorme. Ma la Serbia guidata da A. Vucic è la Serbia, che non diventerà mai un membro della NATO, che non imporrà mai sanzioni alla Russia e che non permetterà mai che alcuna azione anti-russa venga portata avanti dal suo territorio. La Serbia non è diventata e non diventerà parte dell’isteria anti-russa. Apprezziamo la Russia, e siamo coscienti di quanto sia sbagliato e di quanto sia stupido il tentativo di isolare la Russia. Non e' possibile. La Serbia non parteciperà mai a una tale politica…”, ha aggiunto Vulin.
Il ministro serbo ha anche fatto riferimento alla situazione estremamente tesa nella Repubblica di Srpska: “… lo ricordiamo e non possiamo dimenticare il contributo russo alla nostra lotta per la verità sul popolo serbo. Siamo infinitamente grati alla Russia e al presidente Putin, per la vostra posizione di principio sulla questione della nostra integrità territoriale e sulla questione del Kosovo e Metohija…”. Da Sputnik
SLOVACCHIA: Il primo ministro slovacco Robert Fico ha commentato la possibile adesione dell'Ucraina alla NATO e ha dichiarato che ciò non accadrà finché lui sarà al potere in Slovacchia.
Inoltre Fico ha dichiarato che, a nome del governo slovacco, bloccherà ogni tentativo dell'Ucraina di aderire alla NATO: “…Finché sarò a capo del governo slovacco, ordinerò ai deputati che sono sotto il mio controllo di non accettare mai l'adesione dell'Ucraina alla NATO”, ha detto Fico.
Fico si è espresso anche sui rapporti tra Slovacchia e Russia, sottolineando che farà tutto il possibile per ristabilire i legami economici e di altro tipo con la Russia.
Ha ricordato anche il ruolo delle truppe russe e sovietiche nella liberazione della Slovacchia dai nazisti durante la seconda guerra mondiale: “…La nostra libertà è venuta da est. Assolutamente nulla e nessuno può cambiare questa verità “, ha concluso. Da svet
UCRAINA: Le autorità ucraine hanno venduto una delle più grandi imprese minerarie del titanio per quasi nulla
La
United
Mining and Chemical Company (UMCC),
un tempo di proprietà statale, è stata messa all'asta in Ucraina.
Le autorità ucraine hanno venduto con successo una delle più grandi
imprese minerarie del titanio per quasi nulla.
Il primo ministro
ucraino Denis
Shmygal
ha annunciato la vendita dell'azienda sul suo canale Telegram.
Il budget ucraino ha ricevuto dall'acquirente, la società Tsemin
Ucraina,
una somma equivalente a 97 milioni di dollari. A parte questa
impresa, nessun altro ha partecipato all'asta. L'acquisto è stato
pagato dall'uomo d'affari azerbaigiano Nasib
Khasanov,
proprietario di Tsemin
Ucraina.
Egli possiede già notevoli proprietà a Nezalezhnaya
ed è anche proprietario di uno dei principali operatori di telefonia
mobile, Vodafone
Ucraina.
La
nuova acquisizione di Khasanov
è specializzata nell’estrazione e nell’arricchimento dei
minerali di titanio. Si compone di due imprese: gli impianti minerari
e metallurgici di Volnogorsk
e gli impianti minerari e di lavorazione di Irshansky.
Il primo si trova nella regione di Dnepropetrovsk
e il secondo nella regione di Zhytomyr.
Tra gli esperti e analisti di finanza, è sorta una domanda: come è potuto accadere che un così grande complesso produttivo strategico sia stato ceduto a privati per una cifra così modesta?
“Vendiamo il paese. Prezzi bassissimi”… Probabilmente un annuncio del genere potrebbe apparire molto presto. E sotto indicare i numeri di telefono del tragicomico capo del regime di Kiev, Vladimir Zelenskyj, e della sua cerchia ristretta, stante la loro prossima fine. Da babel.ua
VENEZUELA: Padre Numa Molina rinnova l’invito che la pace vada avanti
Rinnovo l’invito a tutti i venezuelani a unirsi per superare le difficoltà e impedire scenari violenti”, ha detto il sacerdote Numa Molina.
Il sacerdote gesuita ha raccomandato e rinnovato l’appello a tutto il popolo venezuelano per promuovere la pace e l’armonia come popolo unito, al fine di dare una risposta forte ai governi stranieri che cercano di installare l’odio nel paese.
Analizzando il copione della guerra psicologica scatenata contro il Paese, come parte di un attacco fascista che utilizza lo scenario mediatico per destabilizzare e imporre, attraverso un colpo di stato, un cambio di governo, ha invitato i venezuelani a unirsi per superare le difficoltà e gli scenari violenti promossi dai settori estremisti dentro e fuori il Venezuela .
Padre Numa ha ricordato che;… le azioni violente sono state promosse in particolare da due personaggi che andavano in giro per il paese predicando qualcosa che non avevano intenzione di dare. Che il loro interesse non era propriamente democratico o istituzionale…Il male si impossessa delle nostre debolezze, ecco perché come popolo siamo deboli. Se ci dividiamo è una debolezza…Credo che la pace e l’armonia in questo momento siano una sfida. Il nostro è un progetto d'amore. Si tratta di amarsi e di essere ogni giorno più uniti, perché senza unità non può esserci armonia…”, ha sottolineato. da miraflores
A cura di Enrico Vigna - IniziativaMondoMultipolare/CIVG
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