Mario Monti, senatore a vita, in diretta TV su La7 ha detto: «Bisogna trovare delle modalità meno democratiche nella somministrazione dell’informazione, in una situazione di guerra si devono accettare delle limitazioni alle libertà».
E questo parlamentare sta nel Parlamento di una Repubblica democratica fondata sul lavoro nella quale la sovranità appartiene al popolo e la libertà d'espressione è garantita dall'articolo 21 della Costituzione.Su La7 Monti ha affermato: “Siamo in guerra ma in nessun Paese abbiamo utilizzato un tipo di comunicazione adatta alla guerra. Nella comunicazione di guerra c’è un dosaggio dell’informazione e quando si ha a che fare con un morbo io credo che bisogna trovare delle modalità meno democratiche nella somministrazione dell’informazione. Tra l’altro abbiamo già accettato delle limitazioni molto forti alle nostre libertà ed è un bene che siano venute da parte dei governi”.
Qui sotto, tre articoli al riguardo:
MONTI: “DOSARE L’INFORMAZIONE E CENSURARE IL DISSENSO”
https://www.databaseitalia.it/
(articolo da diffondere urbi et orbi)
UNA “COMUNICAZIONE DI GUERRA”:
MARIO MONTI INVOCA UNA INFORMAZIONE MENO DEMOCRATICA
(video di Monti con Bassetti sognante)
Sembra non bastare più la censura preventiva dei social e delle piattaforme di comunicazione che mette il bavaglio all’informazione indipendente.
Adesso arrivano proposte di oscuramento direttamente da chi fa parte del Parlamento, e quindi rappresenta i cittadini di una nazione.
https://byoblu.us17.list-
"Troppa democrazia, siamo in guerra". Eh, già. Sempre sullo sproloquio di Mario Monti, l'euroinomane cui nessun mainstream si oppone. Qui Diego Fusaro: Analisi politica del Sistema della Crisi. https://youtu.be/_Y_aH44CeuM?
Di fronte a queste evidenze, c'è ancora qualche buonista che giustifica la 'dittatura'...?
Jure Eler
Commento integrazione di Giorgio Stern: "Il senatore a vita, ex capo del Governo della Repubblica Italiana, Mario Monti, intervenuto al programma ‘In Onda’ su La7 Monti ha commentato così la situazione odierna: “Si tratta di una guerra ma in nessun Paese abbiamo utilizzato un tipo di comunicazione adatta alla guerra”.
RispondiEliminaAlla domanda cosa intenda esattamente con “comunicazione di guerra” il senatore risponde: “Nella comunicazione di guerra c’è un dosaggio dell’informazione e quando si ha a che fare con un morbo io credo che bisogna trovare delle modalità meno democratiche nella somministrazione dell’informazione. Tra l’altro abbiamo già accettato delle limitazioni molto forti alle nostre libertà ed è un bene che siano venute da parte dei governi”.
Colpisce il lessico adoperato da Monti l’informazione va somministrata.
Assimilando l’informazione al vaccino l’operazione assume senso compiuto.
Monti è tutto fuorché uno sprovveduto. Se oggi espone questi concetti lo fa sapendo di fare l’apripista nel momento in cui deve e può farlo. Enuncia intenzioni che altri, cioè Draghi, applicheranno o stanno applicando. Sono concetti peraltro già espressi da Mario Monti con una metafora chiarissima pubblicata dal giornalista Claudio Messora su Byoblu nel 2015: “È possibile che le pecore prendano a guidare il pastore nella buona direzione, assumendo anche il controllo del cane da pastore?”
“Pecore”, “pastore”, “cane”. Sostituire alla metafora i riferimenti è un gioco di società!"
Commento di D.R.: “...a questo punto credo che estenderanno l'obbligo vaccinale entro febbraio. Personalmente, anche in tal caso non lo farò, ma capisco anche che la scelta in questo caso dipende dalle condizioni finanziarie e familiari di ognuno. Tuttavia questa storia deve finire. In molti stanno alla terza dose e a breve faranno i vaccini per le varianti, non si può andare avanti in questo modo, considerando anche il fatto che di questa cosa non si sa nulla sugli effetti di lungo periodo...”
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