mercoledì 15 agosto 2018

Esercito di popolo o mercenariato?

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...con un esercito di leva, cioè di cittadini di tutti i colori, perlopiù portati alla pace e alla vita senza avventurismi di sapore fascista, ovviamente niente da fare per le guerre di sistema NATO... (...)

Questa è la considerazione basilare per porre fine al turpe allevamento di carne da cannone e di combattenti, in casa e fuori, per il Nuovo Ordine Mondiale dell’élite dollarocratica, a "difesa dei confini della patria" (sic) tra Herat, Mogadiscio, Baghdad, Tripoli e dove cazzo la famiglia Rothschild e il suoi salottini Trilateral, Bilderberg decidono di avanzare verso quel nuovo ordine. Poi ce ne sono altre che con le guerre e armi c’entrano poco o punto. Pensate a otto mesi in cui ragazzi tra i 18 e i 25 anni possono tirare fuori lo smartphone solo la sera, in libera uscita. A questi giovanotti coccolati e rimpinzati dalla famiglia fino a 40 anni (mica per colpa loro, s’intende) senza mai dover subire l’affronto di un monte fisico o psicologico da superare, una difficoltà da contenere o raggirare, un sopruso da subire senza farsene abbattere. Senza mai aver dovuto affrontare un forte disagio ambientale, umano, morale, costretti a convivere anche all’ingiustizia senza poterla scaricare su altri, ma dovendola condividere.... (...)

Un esercito di popolo non sarebbe neanche quello che abbiamo conosciuto nei decenni del dopoguerra, sempre intriso di quell’impostazione gerarchica senza basi valoriali civiche e consenso legittimante. Noi di Lotta Continua, con l’organizzazione “Proletari in divisa”, ci impegnammo a fondo negli anni ’70 per strappare alla politica e all’apparato militare sclerotizzato su concetti addirittura pre-napoleonici, il diritto a spazi democratici e di autodeterminazione dei soldati. L’idea, da riproporre oggi per un’eventuale nuova leva, militare o civile, è quella dell’intima connessione tra forze armate e società civile, territorio, istanze e bisogni popolari. Un esercito scuola di costruzione della democrazia a partire dai suoi cittadini organizzati in servizio di leva, dalla compartecipazione di militari, comandi e politica nelle decisione riguardanti attività di difesa e di intervento nelle problematiche nazionali, nell’assoluto rispetto dell’art.11 della Costituzione. Per cui missioni all’estero, che non siano per aiutare a estrarre persone da sotto le macerie del terremoto in Iran o nelle Filippine, neanche a sognarle.

Un tempo la battaglia per l’esercito di popolo e contro il mercenariato dei professionisti la combattevano quelli che la pensavano come il mio compagno carrista Marcello. Quelli che sono contro l’esercito di popolo sono anche quelli che inneggiano alla cessione della sovranità di popolo a Juncker e a Draghi...

Stralcio di un articolo di Fulvio Grimaldi

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"La difesa della Patria è sacro dovere del cittadino. Il servizio militare è obbligatorio nei limiti e modi stabiliti dalla legge. Il suo adempimento non pregiudica la posizione di lavoro del cittadino, né l'esercizio dei diritti politici.  L'ordinamento delle Forze armate si informa allo spirito democratico della Repubblica." (Costituzione, art.52)

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