lunedì 30 luglio 2018

Marcello Foa... e gli stregoni della notizia (mainstream)


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Carissimo Marcello Foa, avendo avuto il piacere (e non di meno l’onore) di condividere con te, negli ultimi mesi, riflessioni sull’importantissimo tema del servizio pubblico televisivo nel nostro Paese, non posso fare a meno di prendere spunto dalle controversie delle ultime ore, circa la tua nomina alla presidenza della Rai, per esprimerti, insieme alle congratulazioni vivissime, i brevi spunti che seguono, anche a titolo di solidarietà e rinnovata stima per il tuo operato professionale pregresso e a venire.

Soprassiedo sulla ridicola accusa di “pensiero sovranista”, da parte dei tuoi detrattori, poiché non c’è nulla da dire. Basta, in replica, quanto hai scritto, citando l’opera di Giuseppe Valditara, in uno degli ultimi articoli sul tuo blog, ove chiarisci, a cotanto caproni del globalismo d’accatto transoceanico, che “essere sovranisti vuol dire credere semplicemente nei principi fondanti delle nostre democrazie, ……significa credere che ogni Stato abbia la necessità di rappresentare un Popolo, un’Identità e una Cultura comuni e che solo difendendo quelli che sono bisogni insopprimibili e caratteristici di ogni vera comunità, sappia porsi in maniera cooperativa e costruttiva nei confronti degli altri Paesi”. 

Mi soffermo piuttosto sulle accuse più gravi di logiche spartitorie e poltronistiche nella definizione del nuovo assetto di governo della Rai (di volgare tradizione storica, propria degli accusatori stessi) che altro non sono che il goffo e maldestro tentativo di occultamento di ciò che realmente preoccupa questi malfattori seriali in materia di occupazione e incaprettamento di un servizio pubblico di primaria e fondamentale rilevanza per l’autentica vita civile del Paese.  

La Verità è una sola e molto semplice: il terrore attanaglia questi farisaici sepolcri imbiancati di fronte all’avvento di un professionista che ha avuto il coraggio di denunciare come si fabbrica informazione a servizio dei governi, proponendo per giunta al grande pubblico un testo – Gli stregoni della notizia – che vilmente si guardano bene dal citare e che buona cosa sarebbe se venisse adottato come base d’esame per l’iscrizione all’albo dei giornalisti per coloro che si avviano ad una professione di così alta e grave responsabilità.

Hanno il terrore che un uso consono e soprattutto trasparente e autentico del servizio pubblico televisivo possa demolire in poche battute, col maglio dell’onestà, il castello di menzogne in cui si sono per anni arroccati, producendo azioni di sistematica, vera e propria “deformazione” della pubblica opinione! Parole non mie, ma di una delle più illustri figure della storia della televisione pubblica italiana – Ettore Bernabei – che ho avuto l’opportunità di intervistare su così importante materia, nell’ambito di iniziative di cittadinanza attiva di cui sono stato per anni promotore. .

Questo quanto tenevo a dirti e qui mi fermo per non rubarti oltre il tempo. Solo rinnovo gli auguri, assicurando, come potrò, l’impegno e il sostegno per la tua impegnativa missione.

Il Paese intero conta su di te! Un caro saluto e un caloroso abbraccio


Adriano Colafrancesco  

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