giovedì 26 marzo 2015

Messaggi spirituali di: Jiddu Krishnamurti, Friedrich Nietzsche, E. M. Reyes, Donato Di Poce



QUANDO LA MACCHINA SOSTITUISCE IL CERVELLO di J. Krishnamurti

Il cervello ha una capacità infinita, è davvero infinito. Questa capacità viene ora usata in ambito tecnologico. Essa è stata impiegata per la raccolta delle informazioni, per l’immagazzinamento della conoscenza scientifica, politica, sociale e religiosa. Il cervello è stato occupato in queste cose, ed è esattamente di questa funzione (di questa capacità tecnologica) che la macchina prenderà possesso.

Quando questa sostituzione da parte della macchina avrà luogo, il cervello e la sua capacità si atrofizzeranno, così come farebbero le braccia se smettessimo di usarle. La domanda è: se il cervello non è attivo, se non funziona, se non pensa, cosa gli succederà? Si tufferà nel divertimento – e le religioni, i riti e le puja sono divertimento – oppure si volgerà alla indagine interiore. Questa indagine è un movimento infinito. Questa indagine è religione.

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ZARATHUSTRA

Compiuto ch'ebbe il trentesimo anno, Zarathustra abbandonò patria e lago natio, e andò sulle montagne. Ivi godè del suo spirito e della sua solitudine e non se ne stancò per dieci anni. Ma alla fine il suo cuore si cangiò, e un mattino, levatosi con l'aurora, si mise di fronte al sole e così parlò:

«O grande astro! Che ne sarebbe della tua felicità se non avessi a chi risplendere?

Da dieci anni vieni quassù nella mia caverna; ti saresti tediato della tua luce e di questo cammino, non fosse stato per me, per l'aquila mia e pel mio serpente.

Ma noi ti attendevamo ogni mattina, prendevamo il tuo superfluo, benedicendoti in cammino.»

[Friedrich Nietzsche, Così parlò Zarathustra (Also sprach Zarathustra Ein Buch für Alleund Keinen, traduzione di Michele Costa, Grande Universale Mursia, Milano 1963.]

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Mi esercito, un’altra volta, nella difficile arte di cominciare da zero.
(E. M. Reyes)

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Anche gli alberi a primavera scrivono poesie.
E gli stupidi pensano che siano dei fiori.
(Donato Di Poce)




(Fonte: Uqbar Love - N. 128)

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