martedì 17 marzo 2015

L'attesa invasione di primavera - Il parere eretico di Michele Rallo sull'arrivo dei "briganti" in Sicilia



Per un momento – lo confesso – ho pensato di essermi sbagliato sullo
spessore di Matteo Renzi. Non aveva trovato il coraggio di chiedere
l’intervento della NATO per difendere l’Italia dalle minacce esplicite
che le giungono dalla Libia, ma almeno – riflettevo – aveva avuto le
palle per andare a Mosca a chiedere sostegno al Grande Dittatore
inviso al Grande Alleato americano. E il Grande Dittatore – Politico
con la P maiuscola – era stato ben lieto di impegnarsi seduta stante
ad appoggiare in sede ONU ogni iniziativa a tutela delle ragioni
italiane. Anche perché – aggiungo – l’ISIS è nemico dei suoi amici
mediorientali (iraniani e siriani).

Naturalmente, si sarebbe dovuto iniziare da quella che è la minaccia
più grave e imminente: il milione di migranti che gli uomini del
Califfato custodiscono in Libia, e che a primavera scaglieranno contro
le coste siciliane. Non è un mistero. Lo sanno tutti: CIA e nunzi
apostolici, pii petrolieri dell’Arabia Saudita ed altrettanto pii
concorrenti del Qatar, ONG americane e lobby israeliane e,
naturalmente, le molte “antenne” che i nostri servizi segreti –
nonostante tutto – conservano ancora a Tripoli e a Misurata. Così come
tutti sanno (anche se nessuno ha il coraggio di ammetterlo) che una
percentuale non so quanto grande di questo milione sarà formata da
“soldati” jihadisti, mandati in Italia perché fungano da quinta
colonna in vista di future azioni militari. Quali? Difficile dirlo. Ci
potrebbe essere – Dio non voglia – un tentativo di conquista della
Sicilia, calcando le orme dell’invasione islamica già realizzata nel
Medio Evo. O ci potrebbe essere il tentativo di un’azione dimostrativa
su Roma o contro il Vaticano. D’altro canto, le nostre strutture di
pubblica sicurezza sono in ginocchio, falcidiate dalle riduzioni di
personale e dai “tagli lineari” che le privano anche
dell’indispensabile.

Il contesto è a tal punto drammatico, che l’ONU – attraverso il suo
inviato Bernardino Leòn – si è espressa preventivamente, non più tardi
di un paio di giorni fa, per un blocco navale dell’Unione Europea alle
coste libiche; un blocco che impedisca l’arrivo in Italia di quella
“bomba” migratoria. È una misura utile a tutelare l’Italia, ma è anche
una misura profilattica contro una possibile strategia ISIS che
volesse portare la guerra in Europa.

Ebbene, a questo punto, quando le parole dell’inviato ONU sembravano
un provvidenziale “assist” per venire in soccorso dell’Italia, ecco
che gli uomini del governo Renzi si precipitavano a gettare acqua sul
fuoco. Iniziava il Ministro degli esteri Gentiloni, avvilente nel suo
tentativo di minimizzare ogni cosa, contrario all’ipotesi di un blocco
che potesse ostacolare l’azione di soccorso ai migranti; anzi, ha
puntualizzato l’Incredibile Hulk, l’Italia fa già la sua parte ed
auspica soltanto che l’Unione Europea le dia una mano più energica.
Per che fare? Ma, perbacco – ci scommetto – per traghettare con più
tranquillità il milione di profughi in territorio italiano!

Gli ha fatto sùbito eco la diafana Mogherini, quella vaga fanciulla –
si ricorderà – che il Vispo Tereso è riuscito fortunosamente a
piazzare come “alto rappresentante per gli affari esteri” dell’UE. No
– ha detto la Mogherini – nessun blocco navale. Non ha aggiunto che il
milione di migranti è il benvenuto, ma non ce n’era bisogno. E Renzi,
il “duro” che è andato a chiedere il sostegno di Putin? È
semplicemente sparito dalla circolazione. Si occupa di "riforme" e di
rapporti con la minoranza del suo partito, e sembra ignorare
completamente il problema del Califfato e del milione di migranti che
si apprestano ad invaderci.

Evidentemente, qualcuno gli ha tirato le orecchie, e il discoletto ha
promesso di non farlo più. Chi potrebbe essere stato questo qualcuno?
Non so. Forse qualche suo amico finanziere particolarmente sensibile
alle esigenze di Israele (che non è nemica dell’ISIS); forse qualche
personaggio vaticano che sogna una nuova omelia di Papa Bergoglio a
Lampedusa; o forse, più semplicemente, qualche tirapiedi
dell’Ambasciata americana, o qualche latitante della NATO. Fatto sta
che il nostro sembra rientrato disciplinatamente nei ranghi. E la
Sicilia, rassegnata, aspetta l’invasione di primavera.


 Michele Rallo  - ralmiche@gmail.com 

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