domenica 28 luglio 2013

“Durata della vita animale senza l’intervento umano.. ed accettazione del vegetarismo come dieta naturale"

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I polli, come le galline, dovrebbero vivere in media 20 anni ma vengono uccisi a 5-6 settimane di vita; le galline ovaiole vengono soppresse ad un anno e mezzo di vita;
i pulcini maschi vengono macinati entro un’ora dalla nascita;
il maiale dovrebbe vivere almeno 20 anni ma viene abbattuto a 5 mesi di vita;
le scrofe gravide vengono uccise a 2-3 anni di esistenza;
la mucca da latte dovrebbe vivere in media 30 anni ma dopo 5-7 anni di vita viene inviata al mattatoio;
i vitelli vengono uccisi a 4 mesi di vita;
i  tori vengono lasciati vivere per 18-20 mesi e poi abbattuti;
il montone vive normalmente 20 anni;
agli agnelli è concesso di vivere solo per 6 mesi;
l’anatra può vivere fino a 15-20 anni, viene sacrificata dopo 3-4 mesi;
un’oca vive per 30-40 anni, ma il supplizio dell’ingrasso forzato la uccide dopo qualche mese di vita.

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Cambiamenti climatici e povertà: “Per salvare il mondo seguire una dieta vegetariana”
Dieta vegetariana contro la fame nel mondo, gli effetti dei cambiamenti climatici e la povertà. Secondo quanto affermato dall’Onu per salvare il mondo è necessario un minor consumo di prodotti animali: la cucina ricca di carne e latticini sarà nel prossimo futuro “insostenibile”. “Gli impatti sull’agricoltura cresceranno sostanzialmente a causa dell’aumento della consumazione di prodotti animali da parte della popolazione – ha affermato il rapporto United Nations Environment Programme delle Nazioni Unite (Unep) – Contrariamente al combustibile fossile, è però difficile trovare alternative: la gente deve mangiare. Una notevole riduzione di questi tragici impatti sarebbe possibile solo con un cambiamento globale della dieta”.
Una dieta vegetariana appare essere la “migliore soluzione” per la sopravvivenza del nostro pianeta. Secondo gli autori del rapporto i prodotti animali causano più danni rispetto alla produzione di minerali, plastica o metalli: l’agricoltura, in particolare solo per la produzione di carne e latticini, rappresenta il 70% del consumo globale di acqua dolce, 38% dello sfruttamento delle terre e il 19% dell’emissioni di gas serra. Il gruppo di esperti ha inoltre classificato prodotti, risorse, attività economiche e trasporto secondo il loro impatto sull’ambiente. Dai risultati è stato evidenziato che l’agricoltura risulta essere “al pari” con il consumo dei carburanti fossili in quanto il consumo di entrambi è aumentato drasticamente a fronte della crescita economica.
“I prodotti animali causano più danni che la produzione di minerali da costruzione come la sabbia o il cemento, la plastica o i metalli – ha commentato Edgar Hertwich, capo autore del rapporto -. La biomassa prodotta e i raccolti per gli animali sono tanto pericolosi quanto la fusione dei combustibili fossili”. (Tiscali)


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