La Festa della Repubblica patrimonio di
tutti i cittadini: Rete Italiana per il Disarmo, Conferenza Nazionale Enti di
Servizio Civile, Forum Nazionale per il Servizio Civile, Tavolo Interventi
Civili di Pace e Campagna Sbilanciamoci, scrivono a Napolitano. Anche il
Movimento Nonviolento tra i firmatari del testo inviato al Presidente della
Repubblica
Una lettera al presidente Napolitano per segnalare che la Festa della Repubblica deve essere patrimonio di tutti gli italiani e di tutte le categorie di cittadini, non solo simboleggiata con la parata militare. Questa è l’iniziativa, la prima di una serie di altre azioni, che le principali reti che lavorano sul tema del servizio civile, della pace e disarmo hanno deciso di intraprendere in questi giorni. Una lettera per sottolineare al Capo dello Stato, e con lui a tutta l'opinione pubblica, un forte e profondo desiderio delle numerose associazioni di questa area: che si riportino al centro del 2 giugno i valori fondanti della Repubblica e della nostra Costituzione. Valori rappresentati da quelle categorie sociali che sono vere e proprie forze vive dell'Italia e hanno pieno diritto di essere celebrati in occasione del 2 Giugno: le forze del lavoro, i sindacati, i gruppi delle arti di mestieri, gli studenti, gli educatori, gli immigrati, i bambini con le madri e i padri, i ragazzi e le ragazze del Servizio Civile Nazionale. Un passaggio importante anche per cambiare i simboli (che sono rilevanti per il vivere comune) legati a questa che non è la Festa delle Forze Armate ma di tutta la Repubblica.
La lettera è stata elaborata e sottoscritta dalla Rete Italiana per il Disarmo, dalla Conferenza Nazionale Enti di Servizio Civile, dal Forum Nazionale per il Servizio Civile, dal Tavolo Interventi Civili di Pace e dalla Campagna Sbilanciamoci.
Sono poi oltre 100 gli organismi di varia natura che hanno sottoscritto esplicitamente la missiva inviata alla Presidenza della Repubblica.
L’impegno delle associazioni ed organizzazioni che hanno inviato la lettera al Presidente Napolitano è quello di rendere vivo il 2 giugno su tutti i territori in cui le diverse realtà sono presenti. Con l’intendo di celebrare nelle sedi degli organismi e richiamandone le attività quotidiane l'Italia che “ripudia la guerra” aprendo le porte nello spirito dell’articolo 11 della nostra Costituzione. “Cercheremo inoltre di valorizzare le storie di tanti giovani che hanno scelto di mettersi al servizio del bene comune, dei nostri territori e delle nostre comunità – sottolineano i promotori in un passaggio della missiva - Giovani che dal sud al nord del Paese, in ambiti diversi d’intervento, testimoniano con vivacità ed entusiasmo una voglia di mettersi in gioco e di rendersi protagonisti che riteniamo preziosa per il presente e il futuro della nostra Patria”.
L’appuntamento per tutti è quindi per il 2 giugno. Molte delle sedi delle organizzazioni promotrici e sottoscrittrici della lettera rimarranno aperte ed in alcune di essi saranno presenti anche giovani in Servizio Civile, in particolar modo nei Comuni colpiti dal terremoto emiliano del Maggio 2012. Un modo aperto per testimoniare il contributo concreto che il Servizio Civile Nazionale porta alla coesione sociale e alla difesa del Paese così come l’iniziativa in programma a Roma per festeggiare la Repubblica con le categorie già prima ricordate e premiando esempi di cittadini al servizio reale di questa nostra Italia.
Movimento Nonviolento
Al Presidente della Repubblica
On. Giorgio Napolitano
Palazzo del Quirinale - Roma
Egregio Presidente,
nell’avvicinarsi della celebrazione della Festa della Repubblica, il prossimo 2 giugno ci
permettiamo di scriverle ancora una volta per sollecitare e valorizzare un’altra forma di
celebrazione, che non associ simbolicamente la nostra Repubblica alla sola forza militare.
Noi crediamo che celebrare la Festa della Repubblica sia anche e soprattutto il valorizzare
le tante storie di chi ogni giorno si impegna per il bene del nostro paese, lavorando per la
coesione sociale, costruendo storie di pace, di giustizia, di solidarietà.
Una scelta che esprime la volontà e le energie che il nostro Paese è in grado di mettere in
campo e che prende le mosse dalla nostra Carta Costituzionale, scritta subito dopo il
flagello del secondo conflitto mondiale e proprio per questo tesa al ripudio della guerra
stessa. La stessa Costituzione ci indica come fondamento della nostra Repubblica sia la
forza del lavoro, e non delle armi. Un lavoro che in questa fase di crisi manca a molti nostri
concittadini e concittadine e che quindi è ancora più da valorizzare e celebrare. Perché sul
lavoro si fonda il nostro vivere comune.
Noi desideriamo che si riportino al centro i valori fondanti della nostra Repubblica,
rappresentati da quelle categorie sociali (vere e proprie forze vive dell’Italia) che hanno
davvero il pieno diritto di essere celebrate in occasione del 2 giugno: le forze del lavoro, i
sindacati, i gruppi delle arti e dei mestieri, gli studenti, gli educatori, gli immigrati, i bambini
con le madri e i padri, le ragazze e i ragazzi del servizio civile.
In particolare questi ultimi sono ai nostri occhi elementi importanti da celebrare, come
simbolo di chi quotidianamente permette al nostro Paese di andare avanti favorendo la
coesione sociale e il supporto a quei diritti e servizi senza i quali non si può parlare di vera
cittadinanza. Senza dimenticare – poi – che il Servizio Civile oggi è l’unico parziale
elemento che riesce a concretizzare quella difesa “non armata” della Patria (prevista del
nostro ordinamento) che costituisce una strada innovativa e a noi cara di assolvere al
dovere previsto dalla nostra Costituzione all’articolo 52 (Lo ha ribadito in più occasioni
anche la Corte Costituzionale).
E quindi tutte le realtà del mondo del Servizio Civile, come negli anni passati, vogliono
partecipare a questi festeggiamenti, ricordando il valore della Pace, l’impegno per la
giustizia, la ricerca del dialogo, la pratica della nonviolenza soprattutto in questo momento
di crisi dove le povertà, le disuguaglianze e le ingiustizie sembrano frantumare ed
aumentare la disgregazione sociale sia nel nostro paese che nel resto del mondo.
A 40 anni dalla legge 772 è importante non disperdere – soprattutto nell'attuale momento
storico – il patrimonio dell'obiezione di coscienza e della nonviolenza riproponendolo in
forme rinnovate e ribadire il valore dell'esperienza di servizio civile nazionale come pratica
di costruzione della pace, di rispetto della dignità umana, di riconciliazione pacifica, di
ricucitura del tessuto sociale ed umano, pratica di cittadinanza.
Vogliamo festeggiare la festa della Repubblica per riaffermare che solo attraverso
l’impegno di tanti si può costruire un paese coeso e solidale, dove la pace è declinata nei
tanti piccoli gesti di responsabilità, disponibilità, di dialogo, di ricerca delle ragioni dello
stare insieme.
Per tutte queste motivazioni a Lei Presidente della Repubblica chiediamo, viste anche le
attuali necessità di sobrietà, di festeggiare la nostra Repubblica senza spendere un euro,
valorizzando l’impegno quotidiano di giovani ed enti che al di là della retorica e delle
manifestazioni pubbliche sanno calarsi dentro le ferite dei nostri territori e delle nostre
comunità e costruire storie di speranza, libertà e democrazia.
Da parte nostra ci impegniamo a rendere vivo il 2 giugno su tutti i territori in cui le nostre
realtà sono presenti, per celebrare nelle nostre sedi e con le nostre attività l'Italia che
“ripudia la guerra”: apriremo le nostre porte nello spirito dell’articolo 11 della nostra
Costituzione. Un passaggio importante anche per cambiare i simboli (che sono rilevanti
per il vivere comune) legati a questa che non è la Festa delle Forze Armate ma di tutta la
Repubblica.
E cercheremo inoltre di valorizzare le storie di tanti giovani che hanno scelto di mettersi al
servizio del bene comune, dei nostri territori e delle nostre comunità. Giovani che dal sud
al nord del nostro paese, in ambiti diversi d’intervento, testimoniano con vivacità ed
entusiasmo una voglia di mettersi in gioco e di rendersi protagonisti che riteniamo
preziosa per il presente e il futuro di questa nostra Patria.
Il 2 giugno dunque – e sarebbe importante un Suo Patrocinio a riguardo - le nostre
organizzazioni terranno aperte le proprie sedi in tutta Italia per incontrare i cittadini mentre
i giovani in servizio civile nazionale si recheranno nei Comuni colpiti dal terremoto
emiliano del Maggio 2012. Un modo aperto per testimoniare il contributo concreto che il
Servizio Civile nazionale porta alla coesione sociale e alla difesa del Paese.
Infine, diversi di noi si ritroveranno in quella giornata a Roma per festeggiare la
Repubblica con le categorie già prima ricordate: le forze del lavoro, i sindacati, i gruppi
delle arti e dei mestieri, gli studenti, gli educatori, gli immigrati, i bambini con le madri e i
padri…
Ci piacerebbe poterLa incontrare, per condividere anzitutto con Lei questo grande
abbraccio all’Italia che tutti vogliamo dare.
Rete Italiana per il Disarmo – Controllarmi
Conferenza Nazionale Enti di Servizio Civile – CNESC
Forum Nazionale per il Servizio Civile – FNSC
Tavolo Interventi Civili di Pace – ICP
Campagna Sbilanciamoci!
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