sabato 9 marzo 2013

Sistema carcerario diffuso, casa per casa... siamo tutti ai "domiciliari"



Quanti sono i “detenuti” in Italia (nel senso letterale del termine)?  Sono almeno 60 milioni i cittadini tenuti in prigionia, ai domiciliari, da un sistema coattivo che non tiene conto delle libertà personali e della dignità umana.

Che dire ad esempio del totale ossequio al quale siamo obbligati dal sistema tributario in corso? Non si può sfuggire alla mannaia del fisco che è diventato peggio delle gabelle medioevali da versare ad ogni angolo di strada e ad ogni potere costituito: chiesa, impero, ducato, padronato, etc. Oggi si chiamano stato, regione, provincia, comune, enti, aziende,  etc.
Fra tasse dirette ed indirette, inevadibili come non si può evadere la necessità del respiro, siamo totalmente ostaggio di un apparato oppressivo al quale non si può sfuggire e che vive amministrando (per se stesso) il maltolto…. Ma non solo questo anche le libertà personali sono fittizie e ridotte, lentamente anno dopo anno, siamo diventati rotelline quadrate dell’ingranaggio burocratico che impedisce ogni movimento fuori dal contesto social-economico in cui, come in una trappola, siamo caduti nel momento stesso della nascita (uscendone a malapena con la morte, sempre pagando s'intende). La burocrazia è diventata così opprimente, la serie di norme e codicilli talmente ossessiva che solo trasgredendo le regole, a proprio rischio e pericolo, si può sperare in “un’ora d’aria….”
E come si manifesta questa trasgressione? C’è l’aspetto passivo, quello che viene definito “l’uscita ai margini” -cioè la via del barbone e del mendicante- oppure il metodo del delinquente, che volontariamente infrange ogni regola per farsi la sua legge, e che comprende non solo gli spacciatori, i ladri, i truffatori, etc. ma anche i mafiosi e tutti quelli che creano una struttura alternativa di potere. In queste due categorie sono inseriti gli italiani in soprannumero a quei 60 milioni di “prigionieri in casa”. Ah dimenticavo, nel numero degli “extra” vanno compresi anche gli “aguzzini” (politici ed amministratori) che chiaramente sono al di sopra ed al di là di ogni coercizione, in quanto svolgenti la funzione di “guardie carcerarie all’aperto” del popolo minuto, detto anche popolo “bestia”.
Chissà se quei "carcerati doc"  che albergano nelle carceri, a spese dello stato, non stiano addirittura meglio dei 60 milioni costretti "ai domiciliari” fuori delle carceri?
Paolo D’Arpini

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