Riflessione su una performace artistico-morale:
Almeno per un giorno il biondo Tevere si è tinto
di Rosso
Tutto si può dire della città eterna tranne che
non sia una città “accomodante e scanzonata”. Per una qualsiasi problematica ti
senti rispondere dal romano DOC “E che problema c’è”.
Aristide Gabelli scriveva : “A Roma i forastieri e
gli artisti propensi alle novità erano pochi. I più erano beati di trovar qui un
mondo tutto diverso da quello di casa loro. Questo pezzettino di medio evo
ospitale e pacifico, discretamente ben conservato dava loro un diletto simile a
quello che proviamo nel contemplare un castello feudale, che colle sue torri
merlate, colle sue scale segrete e co' suoi trabocchetti, ci permette di vivere
con l'immaginazione in tempi lontani, pittoreschi e differenti dal nostro. Le
stesse cose ch'essi avrebbero biasimato a casa propria come un disordine
intollerabile, qui parevano necessità d'armonia, un fondo indispensabile al
quadro.”
E così accade che girovagando mollemente per la
città, in un pomeriggio bigio ed umido che sembra rispecchiare gli accadimenti
dei giorni precedenti, dalla diatriba religiosa alle lacrime dei fedeli accorsi,
dalle beghe alla satira politica, ci si ritrovi ad incappare in novelli e
moderni “Pasquino”, Artisti che affidano alle acque la rappresentazione scenica
di una quantità indescrivibile di croci che placidamente scendono lungo i
riccioli cresposi del biondo Tevere da Ponte Cavour, passando sotto Ponte
Sant’Angelo per proseguire il loro cammino verso l’Isola Tiberina ed oltre,
tingendolo di rosso.
E mentre stai li a guardar l’incrocio dei giochi
di gabbiani, canoe, click e croci rosse, e ti chiedi cos’altro stia succedendo
di nuovo in mezzo a tanto grigio, ti ritrovi un foglietto fra le mani con su
scritto :
L'evento "Aggiornamento
sulla Morale"
Vuole esprimere, attraverso una
rappresentazione scenica simbolica e provocatoria di mille croci rosse
galleggianti sul Tevere, questo particolare momento storico che stiamo
vivendo. Vuole essere una riflessione sull’etica che attualmente sta
abbandonando (oppure tradendo) i suoi più antichi e principali valori che ci
hanno da sempre caratterizzato.
Le croci sono state realizzate in cartone,
materiale biodegradabile, e colore vegetale. Sono state
lanciate nel Tevere, e dopo la performance recuperate.
Improvvisamente capisci, ricolleghi, i
simbolismi ci sono tutti: la “CROCE” quale aspetto dinamico della Terra con la
sua funzione di sintesi, di misura, di mediazione, di comunicazione. Il
“ROSSO” che rappresenta il fuoco, il calore, l’energia e la luce, la volontà
dell’uomo ad agire. L‘ “ACQUA” come mezzo universale di purificazione e
rinascita.
Ti guardi intorno. Il Rosso Tevere è tornato ad
essere biondo e “A Roma i forastieri e gli artisiti propensi alle novità sono
pochi...”.
Laura Lucibello
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