giovedì 10 gennaio 2013

Elezioni amare - Quel che succederebbe se vince Bersani Pierluigi, il filo montiano


Bersani prende ordini dal superiore...

Stamattina al baretto di Spilamberto, quello dei Cuoricini di cioccolata sul piattino, il cappuccino caldo è stato amaro assai. Non perché mancasse lo zucchero, di quello sul  tavolo ce n'era in abbondanza: bianco, rosso, al miele, dietetico, etc. No, a rendere amaro il cappuccino era la notizia letta sulla Stampa che il bersani è stato "respinto" e  preso a pesci in faccia dal monti. Ma si può essere più malaccorti? In piena campagna elettorale invece di distinguersi dal concorrente il bersanino si appropinqua e chiede aiuto al monti, sposa la sua agenda, gli propone alleanze post-elettorali ed altri inciuci... Si è dimostrato più politicamente preparato il professore bocconiano (forse consigliato dalla Trilateral o dai banchieri internazionali) che gli ha risposto picche dicendo "io non sono la stampella di nessuno". Insomma il bersanino si pone subito come servitorello dei poteri forti, nessuna parola in merito alle tasse strozza popolo od al disfacimento dello stato sociale, ma una corte spietata a tenersi buono il bancario mario ed i democristianucci che lo appoggiano. Mi sa che Renzi sarebbe stato più di fegato, questo bersani non mi piace per nulla e se così continuasse non lo voterò di certo!

Trovo conferma al mio sentire dalla lettera ricevuta da uno spiritualista laico par mio (Subramanyam) che dice:   
Caro Paolo, constato che sul “Giornaletto di Saul” ferve il dibattito politico, com’è giusto che sia, data la ribollente e drammatica situazione attuale. A mio modesto avviso, sarebbe sì tragico riavere al Governo Monti, ma lo sarebbe pure se vincesse Bersani; in entrambi i casi si otterrebbe un inasprimento fiscale accompagnato da un aumento della disoccupazione, dall’introduzione del redditometro e da un’ulteriore riduzione della quantità di denaro contante utilizzabile. Quelli di sinistra nascondono il loro asservimento ai poteri forti sovra-nazionali dietro la loro finto-progressista posizione nei confronti delle donne al Governo (ben il 40%). Anche questo dato mi preoccupa (Fornero et similia docet): secondo Natura, la sfera del femminile riguarda l’intimo, l’interno, i movimenti ciclici dell’esistenza. Non credo quindi che tale apparente rivalutazione del femminile abbia qualcosa a che vedere con una reale riproposizione della dignità della donna. In realtà, la messinscena che ci si para dinnanzi è ideata da uomini e da donne alienati da se stessi, i quali non sanno far altro, nella loro pochezza, che corteggiare il disastro.
Se vincesse Berlusconi, avremmo sicuramente un miglioramento immediato sul piano economico, ma non verrebbero minimamente affrontati i temi fondamentali della cementificazione e della sovranità nazionale compromessa dalla presenza in Italia delle basi americane.
Si deve considerare tuttavia come questi temi non verrebbero sfiorati nemmeno dal centro-sinistra.
Il Movimento 5 Stelle resta un incognita che forse val la pena di tentare. 
Un cordiale saluto e buon lavoro"

Paolo D'Arpini

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