martedì 8 gennaio 2013

Giovanna Canzano intervista Alberto B. Mariantoni, sulla nascita di Gesù



Canzano 1- Lei, come esperto di religioni del Vicino e Medio Oriente,
che potrebbe dirci a proposito della ricorrenza del Santo Natale?

Mariantoni: Prima di incorrere in sgradevoli o antipatici qui pro quo,
premetto che non sono un teologo, ma un politologo. Qualcuno, cioè,
che studia ed analizza le religioni dal punto di vista della cultura e
della storia. Lungi da me, dunque, volere tentare di scalfire,
inficiare o snaturare i fondamenti morali e/o le basi spirituali di
una qualunque credenza o di una qualsiasi religione. Chiunque non si
ritenga uno stolto o un mero presuntuoso, infatti, sa che la ragione
non è mai in grado di spiegare nessuna fede, mentre invece, la fede è
invariabilmente in condizione di spiegare qualsiasi ragione. Ora, se a
lei conviene una lettura culturale e storica della ricorrenza del
Natale, possiamo senz’altro continuare. Altrimenti, preferisco
fermarmi qui.

Canzano 2- No, no, per carità… Per me va benissimo che ci parli della
ricorrenza del Natale, anche soltanto dal punto di vista della cultura
e della storia…

Mariantoni: Da un punto di vista strettamente storico, posso dirle che
– il Natale cristiano – è una “pia” ciarlataneria. Una simulazione
convenzionale, nata da un plagio. Un sincretismo posticcio e
raffazzonato. Una favola, insomma, che – ripetuta ossessivamente per
17 secoli – è, oggi, maggioritariamente considerata e creduta una
“verità storica”!

Canzano 3- In chiaro, mi sta dicendo che – da un punto di vista
storico – il Gesù della tradizione cristiana non sarebbe nato il 25
Dicembre dell’anno “0” della nostra era?

Mariantoni: Vede, il celebre Yeshuà o Yehosuà o Yehòshuà o Yeschuah o
Yeschù o Yeshù (che in lingua ebraica significa , “YHWH è salvezza”,
“YHWH salva”) o Yehòshuà ben Yussef o bar-Yosef (Gesù figlio di
Giuseppe) o Iēsoûs o Iesus o Gesù della tradizione cristiana, non solo
non è mai nato un 25 Dicembre ma, da un punto di vista storico, non è
nemmeno esistito… In tutti i casi, non è mai esistito – per essere più
preciso – nei termini in cui i testi del Nuovo Testamento continuano a
presentarcelo.

Canzano 4- Ma come non sarebbe mai esistito? Si spieghi meglio…

Mariantoni: Certamente. Prendiamo, per cominciare, la data di nascita
del Gesù della fede. Secondo la tradizione cristiana,
Yeshuà/Yehosuà/Yehòshuà/Yeschuah/Yeschù/Yeshù/Iēsoûs/Iesus/Gesù
sarebbe nato nel corso del principato di Augusto (-31/14) e sarebbe
stato crocifisso durante quello di Tiberio (14/37). In che anno, mese
e giorno sarebbe nato, esattamente? Questo, nessuno lo sa, né può
affermarlo con certezza. Nemmeno la Chiesa, con la sua notoria e mal
celata prerogativa di assoluta “infallibilità”! Un breve giro
d’orizzonte tra gli scritti degli autori che cercano storicamente di
situare quell’avvenimento, ci offre l’ampiezza dell’estrema confusione
che è sempre regnata a proposito dell’eventuale data di nascita
(Matteo 1, 18; Luca 1, 14; 2, 7) del Gesù della fede. Per alcune
Chiese orientali – secondo il resoconto fattoci pervenire da Clemente
Alessandrino (150-215 – Titus Flavius Clemens), in Stromates I, 21,146
– il medesimo Gesù potrebbe essere stato partorito un 25 Pashon (che
corrisponde al nostro 20 Maggio) o un 15 Tybri (10 Gennaio) o un 11
Tybri (6Gennaio). Se seguiamo, invece, le indicazioni forniteci dal
‘De pascha computus’ – attribuito a Tascio Cecilio Cipriano (199-258 –
Thascius Caecilius Cyprianus) – il medesimo Gesù potrebbe essere
venuto al mondo un 28 Marzo. Diversamente, per Ippolito (m. 235 – in
Commento su Daniele’ IV, 23), quell’evento potrebbe essersi verificato
un 23 Aprile. Al contrario, se teniamo conto dei punti di vista di
Epifanio (315-403 – Epiphanius, Vescovo di Salamina), di Ephraem Syrus
(306-373), di Cosma Indicopleuste (o ‘Viaggiatore delle Indie’ - P.G.,
LXXXVIII, 197) e di Abramo di Efeso (VIº secolo), l’identico Gesù
potrebbe essere nato un 6 Gennaio (dalla data di quell’avvenimento,
tra l’altro, si fa derivare il termine Epifania – dal greco Epiphàneja
– manifestazione, nascita, comparsa, apparizione. Ed è in questa data,
in ogni caso, che la Chiesa Ortodossa continua a festeggiare il
Natale). Più vicino a noi, il Vescovo e teologo inglese John B.
Lightfoot (1602-1675 – all’epoca vice cancelliere dell'Università di
Cambridge: lo stesso personaggio che aveva minuziosamente “calcolato”
che Dio avrebbe creato l’Universo alle 9 di mattina del 26 Ottobre
-4004!), ci informa che il Gesù della fede potrebbe essere stato
generato un 15 Settembre. Dal canto loro, Henry Browne (‘Ordo
saeclorum’, Londra, 1844) e Thomas Lewin (‘Fasti Sacri’, Londra,
1865), considerano più volentieri che la nascita di Gesù potrebbe
essere avvenuta nel mese di Agosto. Da parte sua, il Reverendo Jack
Barr (vederehttp://www.barrfamily.com/godsword/dateborn.htm) è molto
più propenso a credere che il medesimo Gesù possa essere nato tra
Aprile e Settembre dell’anno -5. Roger T. Beckwith (‘The Date of
Christmas and the Courses of the Priests’, in Id., Calendar &
Chronology, Jewish and Christian, Leiden, 1996, pp. 79-92), invece,
pensa che quell’evento possa essersi verificato nell’ultima decade di
Settembre. Identica deduzione per Corrado Maggia che parla ugualmente
del mese di Settembre.
(vedere:http://www.incontraregesu.it/risposte/25dicembre.htm). Alcuni
astronomi, invece – basandosi sull’indizio offerto dalla famosa
‘stella cometa’ che avrebbe indicato ai Re Magi l’esatta ubicazione
del luogo di nascita del Gesù della fede, e costatando che in quel
periodo della storia l’unico fenomeno astro-fisico che sia stato
registrato, è quello della congiunzione di Giove e di Saturno, nella
costellazione dei Pesci – sono più propensi a credere che quell’evento
possa essersi verificato il 13 Novembre del -7. Ultimo in data (ma si
potrebbe continuare all’infinito…), Guido Pagliarino (‘Gesù, nato nel
6 a.C., crocifisso nel 30 d.C.: un approccio storico al
cristianesimo’, Collana Orione, Prospettiva Editrice, Civitavecchia,
2003) – che tiene conto, sia degli studi di Keplero che delle scoperte
archeologiche di Schnadel – pretende che la nascita di Gesù possa
essere avvenuta a Giugno o ad Agosto dell’anno -6. Inutile, dunque,
cercare, da un punto di vista della Storia, la vera data di nascita
del Gesù della fede. Insomma, l’unica cosa indiscussa che ci è dato
storicamente di conoscere, è che, nel 337 della nostra era, il Papa
Giulio Iº (Pontefice dal 337 al 352), per ordine (sembra…)
dell’Imperatore Costantino (Flavius Valerius Aurelius Claudius
Constantinus o Imperator Caesar Flavius Constantinus Pius Felix Victor
Augustus Maximus – 274-337), decretò che lo
Yeshuà/Yehosuà/Yehòshuà/Yeschuah/Yeschù/Yeshù/Iēsoûs/Iesus/sù della
tradizione cristiana, era nato nella notte tra il 24 ed il 25 Dicembre
del 753 ab Urbe condita (a.U.c. – cioè, dalla fondazione di Roma). In
altre parole, nell’Anno 0 della nostra era!

Canzano 5- Lei, però, come ha accennato prima, tenderebbe ugualmente a
negare, addirittura l’esistenza storica della figura di Gesù Cristo?

Mariantoni: Mi scusi, ma io, personalmente, non nego e non affermo
nulla. Anche perché, se permette, io, in quell’epoca, non c’ero.
Quindi, non posso testimoniare, né in un senso, né nell’altro! Come
ogni ricercatore che si rispetti, però, non posso non tenere conto
dell’insieme delle fonti storiche che esistevano, in quel tempo, nel
contesto dell’area mediterranea. Tra quelle fonti, mi permetto di
ricordare: Titus Livius oTito Livio (-59/+17); Publius Ovidius Naso o
Ovidio (-43/+18); Philo Iudaeus Alexandrinus o Filone di Alessandria
(-20/+50); Marcus Velleius Paterculus (-19/+31); Phaedrus o Fedro
(-15/+50); Quintus Asconius Pedianus o Quinto Asconio Pediano
(-9/+76); Lucius Annaeus Seneca o Seneca (-4/+65); Quintus Curtius
Rufus o Quinto Curzio Rufo (m. 53); Aulus Perseus o Persius Flaccus o
Aulo Persio Flacco (4/62); Lucius Iunius Moderatus Columella o Lucio
Giunio Moderato Columella (4/70); Lucius Iunius Moderatus Columella o
Lucio Giunio Moderato Columella (4/70); Gaius Plinius Secundus Major o
Plinio il Vecchio (23/79); Tiberius Catius Asconius Silius Italicus o
Silio Italico (26/101); Marcus Fabius Quintilianus o Quintiliano
(35/100); Marcus Valerius Martialis o Marziale (38/104); Marcus
Annaeus Lucanus o Lucano (39/65); Sextus Iulius Frontinus o Frontino
(40/103); Dion Chrysostomos o Dione Crisostomo (40/120); Publius
Papinius Statius o Publio Papino Stazio (46/96); Ploútarkhos o
Plutarco (46/127); Decimus Iunius Iuvenalis (60/140); Appianos o
Appiano Alessandrino (95/165); Zadok o Iustus o Justus o Giusto di
Tiberiade (I sec.); Marcus Valerius Maximus o Valerio Massimo (I
sec.); Pomponius Mela o Pomponio Mela (I sec.); Gaius Valerius Flaccus
o Valerio Flacco (I sec.); Statius Caelicius o Stazio Cecilio (I
sec.); Lucius Apuleius Madaurensis o Lucio Apuleio (123/170); Iulius
Lucius Annaeus Florus o Lucio Florio (I/II sec.); Publius Aelius
Phlegon o Flegone (I/II sec.); Theon di Smyrne o Teone di Smirne (I/II
sec.), ecc. Come studioso di questa materia, dunque, mi pongo
semplicemente queste domande: come mai la quasi totalità delle fonti
storiche (ivi compreso il Cristano Eusebio di Cesarea, detto il
falsario, nel suo ‘Vita di Costantino’ III, 56) riporta notizie a
proposito di Apollonion Tyaneus o Apollonio di Tiana (2/98), un
autentico e stimato guaritore che operava "miracoli", senza mai avere
preteso di essere figlio di nessuna divinità? Mentre, invece, al
contrario, nessuna delle medesime fonti, non sembra degnarsi, in
nessun modo, di spendere neanche una parola a proposito del Gesù della
fede, il diletto figliuolo di Dio (Matteo 3, 17; 17, 5; Marco 1, 11;
9, 7; Luca 3, 22; 9, 35; 2 Pietro 1, 17), del Nuovo Testamento? Vale a
dire, quello sbalorditivo e prodigioso personaggio, cioè, che –
secondo i Vangeli – avrebbe “camminato (e fatto camminare
Pietro/Khefa) sulle acque” (Matteo 14, 25-29; Marco 6, 45-56; Giovanni
6, 16-21), “resuscitato – oltre che se stesso (Matteo 28, 1-10; Marco
16, 1-9; Luca 24, 1-12; Giovanni 20, 1-18) – i morti” (Matteo 9,
23-25; 11, 5; Marco 5, 42; Luca 7,22; Giovanni 11, 41-44; 12, 9),
“mondato i lebbrosi” (Matteo 8, 2-4; Marco 1, 41; Luca 5, 12-14),
“guarito i paralitici” (Matteo 8, 5-13; 9, 2-5; 12, 16; Marco 1, 21;
2, 1-12; ; Luca 4, 31; 5, 23; Giovanni 5, 8, 11, 12) e gli “infermi”
(Matteo 14, 14; 9, 36; Marco 6, 34; 8, 2),“sanato l’indemoniato cieco
e muto” (Matteo 12, 22; Marco 3, 20; Luca 11,14), “restituito la vista
ai ciechi” (Matteo 9, 27-30; 20, 30-34; Marco 10, 47; Giovanni 9,
10-11), “guarito gli storpi” (Matteo 15, 30), “cambiato l’acqua in
vino” (Giovanni 2, 5-11), “realizzato il miracolo della
moltiplicazione dei pani e dei pesci” (Matteo 14, 16-21; 15, 34-38;
Marco 6,30-44; 8, 1-9; Luca 9, 10-17; Giovanni 6, 1-15), ecc.? Il
silenzio “assordante” della Storia su questo favoloso personaggio, non
le “suona” un po’ strano?

Canzano 6- In altre parole, secondo lei, non ci sarebbe nessuna fonte
storica che possa oggettivamente attestare la nascita, la vita, la
passione, la morte ed i miracoli del Cristo, al di fuori del Nuovo
Testamento e di altri scritti cristiani?

Mariantoni: Capisco la sua reazione. Che vuole, dopo 17 secoli di
sistematica e capillare colonizzazione culturale operata dalla Chiesa
su i nostri Popoli-Nazione, ed i riflessi condizionati che – per
questi ultimi – ne sono inevitabilmente derivati, mi rendo conto che
le mie informazioni possano essere considerate scioccanti. Ma –
storicamente parlando – le posso assicurare che, a mia conoscenza, non
esistono fonti extra-cristiane che siano in grado di documentare la
reale esistenza del Gesù della fede. La Chiesa, naturalmente, pretende
il contrario. Pretende, infatti, che quattro storici, non cristiani,
abbiamo comunque parlato di Gesù. In particolare: Plinio il Giovane,
in una lettera all'imperatore Traiano (Lettere X, 96-97); Flavio
Giuseppe o Joseph ben Mathitjahu o Joseph Ben Matthias o Josephus
Flavius (Antiquitates iudaicae XVIII. 63-64; XX, 200) o celebre
‘testimonium flavianum’
(vedere:http://it.wikipedia.org/wiki/Testimonium_flavianum); Publius
Cornelius Tacitus o Tacito (Annales XV, 44); Gaius Suetonius
Tranquillus o Svetonio (che, in un suo testo a proposito di disordini
a Roma, nell’anno 50, parla di un certo "Chrestus"/”Chrestos” = in
greco antico, ‘utile’, ‘buono’, ‘eccellente’; un nome che veniva
spesso affibbiato a degli schiavi, e che non può essere in nessun caso
confuso con quello di Christos = Mâschîàh o Mâschîà: cioè, l’unto o il
consacrato, della tradizione cristiana). Ora, se – per ovvi motivi –
si esclude quest’ultimo autore, non c’è affatto da sbalordirsi se la
maggior parte degli studiosi di questa materia considerino che le
frasi degli altri tre storici (che, in definitiva, dovrebbero
certificare l’esistenza storica del Cristo), siano delle semplici
interpolazioni ad hoc che sarebbero state operate da copisti
cristiani, a partire dal IV secolo. In questa sede, sarebbe troppo
lungo riassumerle l’insieme delle prove che sono in grado di
documentarlo. Chi è curioso, però, può sempre dare uno sguardo alle
opere di un certo numero di ricercatori che si sono interessati a
questa problematica. Cito a memoria: Lucas Osiander, Bruno Bauer, John
M. Robertson, Alfred Loisy, Prosper Alfaric, Raoul Vaneigem, Earl
Doherty, Michel Onfray, Paul-Louis Couchoud, Jacques Moreau, Charles
Guignebert, Pierre Battifol, Léon Hermann, Daniel-Rops, Marie-Joseph
Lagrange, Marcel Simon, Pierre-Aimé Puech, Edmond Staffer, Friedrich
Pfister, Georges Las Vergnas, Emil Schürer, Serge Bardet, Guy Fau,
Georges Ory, Emil Schürer, Henry Chadwick, Pierre Geoltrain, Luigi
Cascioli, Giancarlo Tranfo, ecc.

Canzano 7- Ma, allora, come è nato il Cristianesimo?

Mariantoni: Molti studiosi, ormai, considerano che il Cristianesimo –
inizialmente, una semplice Setta eterodossa del Giudaismo – possa
essere scaturito da una serie di costruzioni intellettuali. Delle
costruzioni che, a partire dal retroterra culturale fornito
dall’Antico Testamento, abbiano realizzato – e qui, sto cercando di
semplificare… – un nuovo credo che, rispetto all’iniziale fede di
Mosè, tendesse ad adattarsi molto di più alla sensibilità, alla
mentalità ed alle consuetudini delle popolazioni europee e
mediterranee d’epoca romana. Dando vita, per questo, ad un
‘personaggio ideale’ (il Gesù della fede) e ad un artificiale e
studiato sincretismo, a partire da antiche religioni misteriche che, a
loro volta, si riferivano a Dei ed a personaggi mitologici, morti e
resuscitati, come, ad esempio, Osiride, Dionisos, Mithra, Sol
Invictus, Asklēpiós o Aesculapius (Ascepio, in greco ; Esculapio, in
latino), ecc.

Canzano 8- Ritornando alla ricorrenza cristiana del Natale, potrebbe
precisarci i motivi che, secondo lei, spinsero la Chiesa del 337 ad
imporre la data del 25 Dicembre, per festeggiare la nascita del suo
Gesù?

Mariantoni: Ecco una delle tante prove che documentano il sincretismo
di cui le stavo parlando. Come spiega Miranda Green (Le Divinità
solari dell’antica Europa, Collana ‘Nuova Atlantide’, Serie
Religiosità e sacro, Mito e conoscenza, Trad. di Massimo Ortello,
ECIG, Genova, 1995), infatti, il 24/25 Dicembre era un’ancestrale
ricorrenza che era sistematicamente e spontaneamente festeggiata dalla
quasi totalità delle popolazionidell’Europa. Nei paesi scandinavi, ad
esempio, si festeggiava la nascita di Freyr, il figlio supremo di
Odino (Odhinn-Wotan). Nell’estremo Nord, si celebrava Baldur (il
candido e bellissimo ‘Dio della giustizia’ e del ‘bene’; un Dio che
dopo essere stato ucciso, era resuscitato 40 giorni più tardi). In
Danimarca, si festeggiava Trundholm (il ‘disco solare’). In Irlanda,
si commemorava la venuta al mondo di Samhein (un Dio, guarda caso, che
dopo tre giorni dalla sua morte, era ugualmente risorto). I
Gallo-Celti glorificavano Alban Arthuan (la ‘rinascita del Sole’). I
Troiani – secondo l’Iliade di Omero – adoravano il Sole-Apollo. I
Greci, celebravano Helios (il ‘carro solare’ – figlio dei Titani
Hypérion e Théia) ed in seguito Apollo Phoibos (‘Apollo raggiante’);
ma onoravano ugualmente Adonis o Adone (allegoria della morte e della
rinascita della natura) e Dioniso (figlio di Zeus e di Semele). A Roma
e nel Lazio, si festeggiavano i Saturnali (feste in onore di Saturno,
‘Dio dell’Agricoltura’, dal 19 al 25 Dicembre) e la nascita di Bacco
(l’equivalente di Dioniso, in Grecia); si onorava ugualmente il Sol
Indiges e, più tardi – introdotto nel 273 (MXXVI a.U.c.)
dall’Imperatore Aureliano (270-275) – il Dies Natalis Solis Invicti
(il ‘giorno della nascita del sole invincibile’ – celebrazione fissata
ante diem octavum Kalendas Ianuarias, cioè il nostro 25 Dicembre). I
Germani, nello stesso periodo, solennizzavano il giorno di Yule (la
‘ruota solare’) e gli Anglo- Sassoni, l’equivalente Geola (il ‘giogo
dell’anno’). Nei Balcani, tra le popolazioni Illiriche, si ossequiava
Dupljaja (la ‘figura d’argilla’) e, tra gli Slavi, Dajbog. Il tutto,
naturalmente, senza dimenticare che nello stesso periodo erano
ugualmente festeggiati, Giove/Zeus/Juppiter (‘Dio Supremo’, ‘Padre dei
Cieli’ e ‘Re degli Dei’) e Plutone/Hadès (Pluto, ‘colui che
arricchisce’, in latino; Hadès, ‘colui che rende invisibile’, in
greco), nonché l’egiziano Osiride o Osiris (‘Dio della morte e
dell’oltretomba’). Non parliamo del Vicino-Oriente. In quella regione,
la radicata ritualità del 24/25 Dicembre è ugualmente comprovata dalla
storia e dall’archeologia. In quella data, ad esempio, i Sumeri vi
celebravano il culto di Utu Babba (il ‘Sole’ – ‘Dio della giustizia’)
che era rappresentato dal disco solare e il numero 20. E vi
commemoravano ugualmente la nascita di Dumuzi (chiamato Tammuz a
Babilonia e considerato la ‘reincarnazione del Sole’), un altro Dio
morto e resuscitato! Quel Dio era rappresentato, da un bambino, in
braccio alla madre Semiramis e/o a Istrar (la ‘Regina del Cielo’
babilonese che aveva una aureola di 12 stelle che svettava sul capo),
alla stessa stregua dell’indiana Isi con suo figlio Iswara o
dell’egiziana Isis con suo figlio Horus, ecc. Nell’antico Egitto,
inoltre, si festeggiava il ‘Dio Sole’ Rê o Râ (più tardi, Amon-Râ), il
‘Dio Creatore’ che era rappresentato dalla figura di un uomo che
portava un disco solare sulla testa. Ad Heliopolis (la ‘città del
Sole’), sempre in Egitto, il medesimo Rê o Râ veniva adorato sotto le
sembianze di un falco e l’aspetto umano di Atum. Questo, naturalmente,
senza dimenticare Serapide (altro nome del ‘Dio Sole’ egiziano), né il
monoteistico Dio Aton voluto da Amenhotep IVº che, nel corso del suo
breve e sfortunato regno, per meglio attribuirsi e dedicarsi al Sole
aveva addirittura cambiato il suo nome in Akhenaton (l’efficienza di
Aton).A Babilonia, nello stesso periodo, si commemorava Bel-Marduk (il
‘vitello del Sole’) e Shamash (il ‘Dio Sole’). Ad Emesa (l’attuale
Homs), in Siria, si ricordava solennemente Elababalus o Invictus Sol
Elagabalus (il ‘Dio Sole invitto’ – da cui prenderà spuntol’Imperatore
Aureliano, per il suo Dies Natalis Solis Invicti). A Petra, tra i
Nabatei, si onorava Dusares (il ’Dio Sole’). Nell’India vedica, si
celebrava Surya (il ‘fuoco del cielo’ o ‘l’ultima verità’). Nella
medesima data del 24/25 Dicembre, inoltre, si festeggiava la nascita
del Dio Mitra o Mitra (l’invictus-aniketos, venerato ugualmente a Roma
come il nome di fautor imperii), una delle più importanti divinità
dell’induismo antico e dell’originaria religione persiana. In Frigia,
nell’allora Asia Minore (l’attuale Turchia), si solennizzava la
nascita di Attis o Atys (figlio ed amante dell’affascinante Dea Cibele
o Cybele-Agditis). Identica considerazione per quanto riguarda buona
parte del resto del mondo. Nel Messico precolombiano, ad esempio,
veniva onorato Quetzalcoatl (il ‘serpente con le piume’ e ‘Dio della
luce’) e Huitzilopochtli, il ‘Dio Sole’ degli Aztechi. Itzamnà (il
‘Dio del Sole’) e la nascita del Dio Bacab, nello Yucatan, erano
commemorati dai Maya. Gli Incas festeggiavano Inti o Inti Raymi, un
Dio che era rappresentato con una maschera d’oro, dal viso umano,
ornato di raggi. In Cina, si commemorava il giorno di Scing-Shin. In
Giappone, era la Dea Amaterasu o-mikami (la ‘grande e regale divinità
che illumina il cielo’), a ricevere i medesimi onori. Dobbiamo ancora
chiederci il motivo per cui la Chiesa del 337 decise di scegliere la
data del 24/25 Dicembre, come data convenzionale della presunta e mai
accertata nascita del Gesù della fede?

Canzano 9- Un’ultima domanda Prof. Mariantoni: lei è Cristiano?
Festeggia il Natale?

Mariantoni: Sono nato in una famiglia cattolica. Di conseguenza, sono
stato battezzato e cresimato. Mi sono sposato in Chiesa. Da giovane,
ho servito la Messa, ho suonato le campane e le nacchere, sono andato
per questua, ho spesso accompagnato il prete – come cierichetto –
nelle benedizioni delle abitazioni (a Pasqua) e nelle estreme unzioni,
ecc. Ero affascinato dalle Messe cantate e dai Canti gregoriani. Mi
piacevano le processioni e l’insieme delle ritualità che
caratterizzavano gli aspetti formali e sostanziali di quella fede. In
definitiva, così come me l’avevano insegnata da piccolo, la fede in
Cristo, appariva ai miei occhi, come la Via, la Verità e la Vita. Mi
sentivo (e ne ero fiero!) un Soldato di Cristo. Insomma, per farla
breve – nonostante che più tardi abbia scoperto che si trattava del
compendio di una semplice costruzione intellettuale – non avrei avuto
nessun problema a continuare a restare cattolico. E questo, anche se
la Chiesa mi avesse ufficialmente certificato che quella fede, altro
non era che una bellissima favola! Il Cattolicesimo romanizzato, in
fondo, faceva parte della storia del mio Paese (cuius regio, eius
religio) e sarebbe stato ammissibile, ai miei occhi, che avesse potuto
continuare ad interessarsi degli aspetti spirituali della vita degli
Italiani. Poi, venne il Concilio Vaticano II. E la Chiesa divenne
un’altra cosa. La Chiesa, in breve, per le ragioni che sono le sue,
dopo 17 secoli di “libera uscita” ideologico/teologica (apparentemente
autonoma…), decise – forse obtorto collo – di ritraslocare in
Sinagoga. I Cristiani accettarono di diventare i “fratelli minori”… Il
tutto, naturalmente, senza che i suoi responsabili, dopo la loro
radicale e contraddittoria metamorfosi, avessero avuto il coraggio o
il buon senso di cancellare dal Nuovo Testamento l’insieme dei
riferimenti che continuano a stigmatizzare gli “Ebrei” come deicidi
(Paolo, prima Lettera ai Tessalonicesi, 2, 14-16; Atti, 2, 23; 3,
14-15; 4, 10; 5, 30; 10, 39; 13, 28; Giovanni, 5, 18; 19, 6-7; 19, 15;
Matteo 27, 25), crucificatori di Gesù (Atti 2, 36); figli
dell'inferno... sepolcri imbiancati... serpenti… razza di vipere…
(Matteo 3, 7; 12, 34; 23, 15, 27; 23, 31-38; Luca 3, 7), uccisori di
profeti (Paolo, Iª Lettera ai Tess., 2, 15 ; Matteo 23, 34; 23, 37;
Luca 11, 47; 11, 51; 13, 34), pieni di rapina e d'iniquità (Luca 9,
39), avversi a tutti gli uomini (Paolo, Iª Lettera ai Tess., 2, 15),
oltraggiatori della legge (Marco 7, 10), abrogatori della parola di
Dio (Marco 7, 13), bestemmiatori (Marco 15, 29-32), progenie del
demonio (Giovanni, 8, 44), Sinagoga di Satana (Apocalisse 2, 9; 3, 9);
ecc. Infine, in Chiesa, tra le tante “innovazioni” che ci venivano
suggerite, ci incominciarono a dire che il Cristianesimo non era più
‘La Verità’, ma ‘una’ delle “verità”… A quel punto, mi chiesi: tra le
tante “verità” esistenti, per quale ragione dovrei remissivamente
continuare a professarne una che – in realtà – non ha niente a che
fare o che vedere con l’originaria Civiltà del mio antico
Popolo-Nazione? Visto che avevo l’imbarazzo della scelta, perché,
allora, non ritornare ai nostrani Dei dei Patres o ‘Indigetes’
(tradizionali): vale a dire, Giano, Giove, Marte, Quirino e Vesta? Lo
stesso dicasi per la ricorrenza cristiana del Natale. Alla luce delle
suddette considerazioni, oggi, ovviamente, non la festeggio più.
Preferisco, in tutti i casi, celebrare il Solstizio d’Inverno che
altro non è che un reale ed oggettivo avvenimento astrofico naturale
che segna il ciclico e costante ritorno della luce, a discapito delle
tenebre.

Canzano 10- Insomma, per concludere, è diventato un miscredente, un
agnostico o un pagano?

Mariantoni: Mi consideri come meglio crede… Per quanto mi riguarda, so
di essere un uomo libero. Un uomo, cioè, che, da sempre, ha fatto sua
la massima che primeggiava sul frontone centrale dell’antico Pantheon
romano: “Quod ceteri sacrum, nobis sacrosanctum est” (Ciò che per gli
altri è sacro, per noi è inviolabile). Un uomo, per giunta, che ha
perfettamente coscienza che l’essere umano, è spirito e materia. Non
solo, quindi, soltanto immanenza, ma ugualmente trascendenza. Le
“Sette”, però, non mi interessano più. Come sosteneva giustamente
François Marie Arouet (detto Voltaire) “ogni setta della “verità”, di
qualunque genere sia, e' uno schieramento del dubbio e dell'errore.
Non esistono sette in geometria: non si dice mai, un "euclidiano", un
"archimedista". Quando una verita' è chiara, è impossibile che ne
nascano partiti e fazioni. Non si è mai disputato se c'è luce a
mezzogiorno”. Ciò che può senz’altro appagare il mio spirito –
conoscendo la maggior parte delle religioni esistenti – non tento più
di scoprirlo nelle Gatha dei Mazdeisti; né nell’Hamifla Humfley Torà
(o Pentateuco), nel Talmud o nello Zohar degli affiliati al Giudaismo;
né nelle Tripitaka, nel Saddharmapundarika Sutra e/o nel
Praginaparamita dei Buddisti; né nel Nuovo Testamento dei Cristiani;
né nel Corano (al-Qur’ân) dei Musulmani; né nel Granth Sahib dei Sikh;
né nel Tirumurai, nel Tirumurukarruppatai e nel Tiruvacakam dei Tamul;
né nel Bayan, nel Kitab- E-Hukkam e/o nel Kitab al-aqdas dei Baha’is.
Tanto meno, provo più a rinvenirlo e discernerlo nei Veda, nel
Mahabharata, nel Ramayana, nelle Upanishad o nella Baghavadgîta. Meno
ancora, mi dilungo più a cercare di scovarlo o rintracciarlo
all’interno delle pagine dei Libri Sibillini. Da tempo, infatti, per
individuare e focalizzare il significato ed il senso dello spirituale,
mi basta levare gli occhi al cielo, e riflettere. Come dicevano gli
antichi Greci, dove c’è ordine, senza allineamento, là c’è
intelligenza. E questo, a me, è più che sufficiente per soddisfare la
mia sete di trascendentale ed, allo stesso tempo, continuare a vivere
e ad operare in perfetta simbiosi ed armonia con il Cosmos di cui
faccio parte e sono parte integrante.

(Fonte: http://www.abmariantoni.altervista.org/)


......................


Commento ricevuto:

Pregevolissimo articolo, peccato contenga una svista grossa come una casa.

E' l'ultima frase della risposta di Mariantoni alla domanda indicata come "Canzano 4"
 In altre parole, nell’Anno 0 della nostra era!


Dice che la data della nascita di Cristo (scelta da Costantino) corrisponderebbe all'anno zero della nostra era.
Ebbene non esiste un anno zero nel sistema di datazione inventato dal monaco della Scizia Minore ovvero attuale Dobrugia (Romania) nel sesto secolo, verso il 525, per datare gli anni dalla nascita di Cristo e da noi e da gran parte del mondo attualmente seguito, per la semplice ragione che il numero zero e la numerazione posizionale che fa dello zero la sua chiave di volta (e che sara' la base del sistema decimale), inventate dagli indiani (non dagli arabi) non erano ancora pervenute nel mondo Euro Mediterraneo.


Sperando di fare cosa utile segnalo altri piccoli refusi:
 nella  risposta di Mariantoni alla domanda indicata come "Canzano 6 " 
 Istrar (la ‘Regina del Cielo’ babilonese) 
presenta un errore di battitura e  deve essere Isthar

 nella  risposta di Mariantoni alla domanda indicata come "Canzano 9" , alla fine: 
il Solstizio d’Inverno che altro non è che un reale ed oggettivo avvenimento astrofico naturale                                presenta un errore di battitura e  deve essere           oggettivo avvenimento astrofisico naturale

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