....è un inciso che mi viene strappato a forza dalle orride circostanze. "Attualità vista dal basso".
Hanno proposto il lutto, per ora non nazionale, ma senz'altro al braccio della Nazionale di calcio, per la morte, non di Eleonora Duse, non di Maria Montessori, non di Levi Montalcini e nemmeno di Titina De Filippo. Di più, di più! Di Raffaella Carrà! Una soubrette, ma anche l'anima rimpianta dell'Italia perduta. Non sono bastati gli applausi delle nazioni di ben due continenti alla bara di una soubrette, con vocina da balera, le cui canzonette rendevano quelle di Orietta Berti il Clavicembalo ben Temperato di Johannes Sebastian Bach. Soubrette che viene festeggiata perché simbolo di un'età inetta, frivola, stupida, spensierata e reazionaria. Da bere, come si diceva della Milano devastata. L'ideale prefazione ai tempi che corrono.
Anni Ottanta, giustamente chiamati del "riflusso", o della risacca, quando l'onda, che sembrava tutto travolgere, si ritira e torna la bonaccia. Era dell' "edonismo reaganiano", in omaggio al primo dei presidenti USA davvero rozzi e incolti, fino alla demenza senile (non ultimo della serie), ma pronto a fare di McDonald's, Coca Cola e il Pentagono i padroni del mondo. Traendo dalla ben alimentata psicosi degli UFO - panzane - il pretesto per le "Guerre Stellari" - vere - ha preparato agli USA un dominio spaziale dal quale fare carne di porco della Terra. Era anche della Thatcher che, passando per stragi di minatori, lavoratori e di colonizzati argentini nell'isola delle Malvine, dall'altra parte del mondo, pensava di trasformare la sfiga britannica del post-Swinging London in rinnovato Impero vittoriano.
Domata l'ultima vera istanza rivoluzionaria, 1968-1977, la borghesia redditiera e parassitaria italiota ricuperava il suo ruolo di guardiano atlantista di questo paese, da sempre laboratorio reazionario del più terrorista e sanguinario totalitarismo mafio-fascio-capitalista. Raffaella Carrà, con le sue canzoncine scipite, le sue trasmissioni del nulla al cubo e, a volte, idiotizzanti (i fagioli!), le sue allusioni erotiche, ci cullava, dopo la tempesta liberatoria del ventennio precedente, nell'erotismo di plastica di un ombelico scoperto e un tuca tuca da scimmie antropomorfe. Era la ciliegina su una torta di cartapesta. Torta che al suo interno occultava la restaurazione della Santa Alleanza tra austerità UE e protervia padronale in chiave Agnelli, poi Marchionne, poi FCA, poi Stellantis, fino a Draghi. Eravamo partiti da un trampolino che ti fa spiccare il volo, siamo finiti sullo scivolo che ti fa finire nella sabbia.
Fulvio Grimaldi - https://fulviogrimaldi.blogspot.com/
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.