Posso ricordarmi di un ragazzo, che mungeva le vacche in una vaccheria nei pressi di Ribolla ( Maremma grossetana), mi sono fermato più volte a parlare con lui (avevamo sui 10 anni...), lui mi diceva che aveva cominciato a prendere lezioni di fisarmonica ed io gli dicevo che faceva bene. Ad un certo punto lui quasi mi gridò che avrei dovuto starci io a mungere le vacche (cosa che non mi avrebbe comunque offeso) ma io gli risposi che non era il caso di attuare questa sostituzione perché lui quel mestiere lo stava già facendo molto egregiamente.
Riferisco questa conversazione che mi è rimasta a lungo in mente, perché costituisce uno degli aspetti del gradiente culturale in una società che si dice "acculturata". In precedenza, quando non esisteva ancora la scolarizzazione, il problema non era vissuto con questa preoccupazione. Chi voleva acculturarsi entrava in Seminario, ove, tra le tante possibilità di "avventure", c'era anche da imparare qualcosa. A patto che venissero rispettati alcuni criteri sui quali poggiava il "potere" statale e clericale. Da qui la spietata crudeltà esercitata dall'Autorità della Chiesa nei confronti di coloro che, secondo il "loro" stesso criterio avevano "fregato i soldi" e poi si era acculturati "contro" osando anche di divulgare quel che pensavano.
Al presente esistono i demi-kult, che somigliano a quelle giovani che furono chiamate demi-vierges. vergini a metà. A questi demi-kul-t, che sanno tutto sui vaccini,ma in termini del tutto letterari, cioè ripetono le parole che sentono volteggiare nei dibattiti televisivi, e NON hanno alcuna esperienza sul campo, è molto difficile far capire che le cose NON sono propriamente quelle descritte dagli immunologi finanziati dalle Multinazionali.
Giorgio Vitali
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