mercoledì 18 novembre 2020

USA. La disintegrazione è appena iniziata

 



La crisi dell’impero è iniziata. A settembre 2020, il professore di politica internazionale all’Università di Nagoya Kobayashi Koichi pubblicava un articolo che concludeva che a causa delle crescenti contraddizioni nella società nordamericana, è molto probabile che gli Stati Uniti si disgreghino improvvisamente e collassino come l’Unione Sovietica. 

Non è lontano da ciò che si aspettano gli esperti d’intelligence di Washington. Un rapporto del Pentagono dello scorso anno affermò che la rete elettrica degli Stati Uniti potrebbe crollare entro vent’anni per i disastri legati al clima. E un video di formazione del Pentagono del 2016 avvertiva su un futuro distopico “inevitabile” per le aree urbane del mondo, coll’aumento della disoccupazione e il deterioramento delle infrastrutture che causano la destabilizzazione anche in molti luoghi che prima erano ricchi. Come scrisse Kobayashi su questa situazione: “Entro 10 anni, gli Stati Uniti crolleranno? Sembra la conclusione da Mille ed una Notte, che pare incredibile alle persone. Proprio come la disintegrazione dell’Unione Sovietica di allora, andò ben oltre le aspettative della gente. Tuttavia, la storia è così, sempre piena di incertezze! Non si sa mai cosa succederà domani”.

La classe dirigente statunitense spera di salvarsi  dalla possibilità che da tale caos emerga un movimento socialista rivoluzionario. Solo così la classe dominante  si sentirà al sicuro, perché anche un Paese gravemente impoverito e tormentato dai conflitti è facile da tenere sotto controllo per i capitalisti e gli imperialisti. Se la classe dominante potrà continuare ad avere il sopravvento, i poveri degli Stati Uniti diventeranno ancora più poveri e più pesantemente controllati. Questo è già così nelle zone più povere del Paese,  in gran parte abitate da nativi e neri. Le condizioni attuali delle vittime più oppresse da colonialismo e capitalismo statunitensi fanno presagire ciò che accadrà al resto della popolazione del Paese mentre il  deterioramento economico neoliberista continua e il peggioramento dei disastri naturali crea sempre più migranti climatici. Soprattutto nei centri urbani e lungo le coste, la vita delle persone verrà messa a repentaglio come mai prima d’ora, anche nel cuore dell’imperialismo globale.

Stralcio di un articolo di Rainer Shea

















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