Dopo la decisione del governo di cancellare i voucher,
per evitare il referendum indetto dalla CGIL, ho letto sui giornali
diverse prese di posizione da parte di “imprenditori”, i quali si
lamentano dicendo che tale provvedimento “rovina l'economia”,
“non si potranno più pagare le baby sitter”, “i lavori
estemporanei saranno penalizzati”, etc.
La verità è che con i
voucher, bastano 10 euro lordi per comprare un’ora di prestazione
oraria comprensiva di assicurazione e versamento
previdenziale. Niente controlli né verifiche.
E ben fece la CGIL a
raccogliere le firme per il referendum poiché il buono occupazionale
è stato l’ultimo attacco al salario e ai diritti dei lavoratori.
Con il voucher il lavoro è stato reso sempre più povero e meno
tutelato, e poi non si capisce perché usare un termine inglese, in
italiano si direbbe “marchetta”.
Senza controlli, in camera caritatis, né limiti settoriali. Si compra un “servizietto”, scardinando, così, l’idea complessa di regolazione dei rapporti tra datore di lavoro e lavoratore che si manifesta in un contratto, anche il più precario e instabile.
Senza controlli, in camera caritatis, né limiti settoriali. Si compra un “servizietto”, scardinando, così, l’idea complessa di regolazione dei rapporti tra datore di lavoro e lavoratore che si manifesta in un contratto, anche il più precario e instabile.
Insomma, il voucher, fortemente voluto dall'ex
premier Renzi, rappresentava la frontiera ultima dell’attacco al
contratto di lavoro. Ed ora aspettiamo di vedere se il governo
Gentiloni, sempre al fine di evitare il referendum, metterà mano
agli “appalti al massimo ribasso" (e relativi sub-appalti
pilotati), a tutto scapito dei lavoratori e della realizzazione delle
opere....
Paolo D'Arpini
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.