La porno teologia si sta insinuando sempre di più all’interno della Chiesa cattolica con i suoi vescovi ed i suoi sacerdoti, in barba ai secolari insegnamenti del Magistero autentico.
Una deriva porno voluta da una minoranza, anche se trattasi di una lobby agguerrita ed economicamente ben foraggiata, che sotto l’egida di altisonanti… cammini di speranza gode in Vaticano e non solo dell’appoggio delle varie gerarchie, come il caso del Vescovo di Albano Laziale, nella cui diocesi a partire dal prossimo 1° aprile (chissà forse si tratta di un pesce d’aprile?), si è dato appuntamento il Forum dei cristiani LGBT.
Torna in auge la nota della Congregazione della Dottrina della Fede, un testo illuminante e profetico che risale al 1985: “Oggi, un numero sempre più crescente di persone, anche all’interno della Chiesa esercitano una fortissima pressione per portarlo ad accettare la condizione omosessuale, come se non fosse disordinata e a legittimare gli atti omosessuali. Quelli che all’interno della comunità di fede, spingono in questa direzione hanno sovente stretti legami con coloro che agiscono al di fuori di essa. Ora questi gruppi esterni sono mossi da una visione opposta alla verità sulla persona umana, che ci è stata pienamente rivelata nel mistero di Cristo”.
E ancora: “Anche all’interno della Chiesa si è formata una tendenza costituita da gruppi di pressione con diversi nomi e diversa ampiezza, che tenta di accreditarsi quale rappresentante di tutte le persone omosessuali che sono cattoliche. Di fatto i suoi seguaci sono per lo più persone o che ignorano l’insegnamento della Chiesa o cercano in qualche modo di sovvertirlo. Si tenta di raccogliere sotto, l’egida del cattolicesimo persone omosessuali che non hanno alcuna intenzione di abbandonare il loro comportamento omosessuale. Una delle tattiche usate è quella di affermare, con toni di protesta, che qualsiasi critica o riserva nei confronti delle persone omosessuali, delle loro attività e del loro stile di vita, è semplicemente una forma di ingiusta discriminazione”.
Tuttavia nonostante queste chiare indicazioni del Magistero autentico, si sta sviluppando in ambito cattolico quella che mons. Dariusz Oko ha ribattezzato omoeresia, ovvero si tratta della presenza di una del tutto inesistente teologia omosessualista tesa a scardinare i principi su cui si fonda la morale cristiana e per certi versi l’ecclesiologia. A mons. Oko, fa eco Giampaolo Amato: “C’è un settore interamente fuori controllo nella Chiesa che contraddice le parole di tutti i papi”.
E in questo settore fuori controllo, appena accennato, non poteva certamente mancare il vate della chiesa dei poveri (sic!), progressista e futurista, ovvero il puffo con la barba, Enzo Bianchi, per il quale Cristo non avrebbe detto nulla sull’omosessualità. Una affermazione, questa del sedicente teologo ammazzamorali, che annovererei volentieri in quell’esegesi dei luoghi comuni tanto cari allo scrittore francese Leon Bloy. Per questo esponente di spicco, infatti, della chiesa bergogliana protestante, Cristo non si sarebbe mai pronunciato su alcuna questione che non rientri nel suo ristretto schema di pensiero o nel suo libero esame delle scritture, finalizzati ad esaltare una teologia storicista, quando non addirittura marxista. Si tratta in parole povere della classica Sindrome di Stoccolma, che invita ad adattarsi al mondo e non viceversa.
Giuseppe Bracchi – lazio.gb@libero.it
Fonte: http://www.lacitta.eu/index.php?option=com_content&view=article&id=26400:la-pornoteologia&catid=80:cronaca&Itemid=528
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