mercoledì 15 febbraio 2017

Trump traballa? - Dimissioni forzate di Flynn ed avanzata dei neo.cons guerrafondai


Risultati immagini per dimissioni forzate del generale Flynn

Le dimissioni forzate del generale Flynn sono una netta vittoria dei neocons-neolib. Corrono voci preoccupanti che potrebbe essere sostituito dal gen. Petraeus. Sarebbe un disastro.

E' la logica conclusione della battaglia su CIA e Council for National Security. Come saprete, la CIA era stata estromessa dal CNS da Trump (non credevo ai miei occhi!), ma la levata di scudi generale lo ha costretto a emendare il decreto e a riammetterla. Un segno della debolezza che oggi non ha permesso di difendere Flynn.

Flynn serviva a Trump per guardargli le spalle nei confronti delle "three-letter agencies" (CIA, DIA, etc) e fare piazza pulita nelle stesse. Non solo, Flynn aveva ottimi rapporti con la Russia, pessimi rapporti con Obama ed era nemico giurato di Isis e affini. Per tutte queste cose la defenestrazione di Flynn è un colpo micidiale all'amministrazione Trump. Ciò che emerge è che i neocons-neolib hanno disseminato i propri uomini i tutti i punti chiave. E' il famoso "stato profondo". Non solo, hanno creato un vero e proprio clima culturale-politico che opera un controllo sociale come l'OVRA non sarebbe mai riuscita a fare. Non so se basterebbe un Putin americano a fare piazza pulita.
(P.)

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Commento di Fulvio: "Io condivido la valutazione. L'eliminazione del poco appetibile Flynn è sicuramente la punta del complotto del peggio del peggio revanscista. Per una telefonata all'ambasciatore russo, poi! Grottesco. Tutto fa brodo nei neocon obamian-clintoniani per spingere verso la guerra."


Commento -integrazione di Alessandro Lattanzio: 
"Le dimissioni dell’ex-Generale Michael Flynn sono un duro colpo per Erdogan, di cui era un lobbista a Washington. Quest’aspetto viene convenientemente ignorato, sebbene dimostri la realtà della frattura nella dirigenza militar-spionistica-strategica, che va amplificandosi. La Russia non perde nulla dalle sue dimissioni, poiché Flynn è un radicale oppositore dell’Iran. Tutto ciò è solo l’ulteriore chiarimento e dimostrazione che Mosca deve continuare a consolidare i rapporti con i suoi veri alleati: Cina, India, Iran, Vietnam, Iraq, Siria. La Turchia erdoganista invece esce assai indebolita, nella sua rivolta contro Gladio-B (alias Stato islamico), con le dimissioni del suo referente nell’amministrazione Trump. E, di riflesso, ne esce distrutta anche la delirante posizione dei duginisti. Infatti, a fine gennaio, Dugin aveva invocato un’alleanza con l’America di Trump per procedere allo smembramento della Cina popolare. Quindi, non solo la pretesa di Washington verso Mosca, di consegnare la Crimea al regime di Kiev (espressione di Gladio-A, ovvero sempre della NATO), scredita l’attrattiva dei pericolosi deliri anti-eurasiatici del ‘geofiloso’ russo innamorato di Himmler e Crowley, ma svela la trama intessuta da Erdogan che si estende fin negli USA, dove Flynn era un suo referente, connettendo in modo occulto il ‘geofilosofo’ e la sua cerchia, presente anche in Italia, ai servizi segreti neo-ottomani, che hanno stabilito proprie filiazioni ideologiche ed operative anche in Italia, fazioni della CIA e del Pentagono, alla junta di Kiev e alle bande nazislamiste collegate a Kiev e Ankara, ramificate dal Donbas alla Siria, sempre passando per le aree geografiche, mediatiche e sociali dominate dal PD in Italia...”

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