Siria. A
cosa serve la tromba di Amnesty? Cosa deve coprire, compensare, da
cosa deve sviare?
1) Il
succedersi, dopo il trionfo di Damasco che ha capovolto l’intera
vicenda, di vittorie dell’esercito siriano, con i suoi alleati
hezbollah, iraniani e russi, ora alle porte di Idlib e Al Bab, grandi
e strategici centri nel nord-ovest, e in avvicinamento a Palmyra e
Deir Ezzor, che promettono di essere liberate. Dopodichè ai
terroristi di ogni denominazione, compresi quelli curdi e turchi, non
resta che il deserto a est e la cosiddetta “safe
zone” al confine turco.
2) La violazione
degli accordi di pace di Minsk e il rinnovato assalto degli
ucronazisti alle repubbliche liberate del Donbas, con relativi eccidi
di civili nei centri abitati, lanciato per incastrare Trump in una
situazione di non ritorno. Su questa strategia viaggiano uniti i
neocon, McCain, Soros e Amnesty.
3) il criminale disastro
dell’incursione diretta USA in Yemen, prima operazione bellica del
neopresidente “distensivo”, culminato nella la strage di una
trentina di civili tra cui almeno 9 bambini e i contemporanei
successi dei patrioti Huthi che, non sopraffatti dopo due anni di
bombe, jihadisti e blocco alimentare, con missili hanno colpito la
base militare accanto a Riad e la nave ammiraglia saudita nel Mar
Rosso.
4)
Il tentativo degli ultrà di Netaniahu, analogo a quello dei loro
camerati di Kiev, di mettere Trump davanti al fatto compiuto,
aumentando ed accelerando a livelli parossistici lo spezzettamento
della Cisgiordania con l’incistamento su terre private palestinesi,
garantite dagli accordi di Oslo, di migliaia di nuove abitazioni,
anche in Gerusalemme Est e con nuove colonie, tutte da affidare a
4000 nuove SA di Lieberman che ossessivamente ripete il dogma
divino:”Tutta questa terra è nostra perché
ci è stata data da dio”. E mentre quanto
la criminalità sionista e internazionale ha lasciato ai palestinesi
si sbriciola e scompare, Mahmud Abbas, e i suoi soci in raccolta di
briciole, promette di mantenere la “sicurezza congiunta” con la
Gestapo israeliana. E la lobby, cosa fa la lobby? Quella che
anatemizza i muri e perora l’accoglienza di tutti i “rifugiati”,
fossero anche milioni, per la gloria del “multiculturalismo” e
del “meticciato”? Nella sua Terra Promessa proclama lo stato
etnico dei soli ebrei ed erige muri di 8 metri sia contro gli
autoctoni, sia contro i “rifugiati” dal Sinai.
5)
Last but not least, le atrocità inventate
dai facilitatori imperialisti di Amnesty servono a coprire le voci
soffocate provenienti da temerarie Ong dei diritti umani (tipo
B’Tselem, Addameer, Defence for Children International)
e da giornali come Haaretz
della stessa Israele, sulle torture istituzionali, vere
e provate, che da decenni subiscono, insieme
ai padri, i figli minorenni del popolo derubato. E qui, invece, si
tratta di soggetti con facce, corpi, nomi e date dei quali a una
magistratura non dissimile da quella di Roma sono stati esibite la
prove dei metodi di interrogatorio: bastonate sugli organi sensibili,
corpi con piedi e polsi ammanettati piegati sullo schienale della
sedia o costretti in piedi al muro per ore, privazione del sonno,
violenze sessuali, minacce di morte ai famigliari, strangolamenti,
isolamento perpetuo. Oggi 6000 palestinesi sono chiusi in carcere, di
cui 200 bambini e 25 donne (per le quali nessuna marcia mondiale
delle donne). Il 20% degli abitanti dei territori occupati sono
passati per il carcere. 207 ne sono usciti morti. Questo in aggiunta
all’aberrazione giuridica che è la detenzione amministrativa, in
Irlanda del Nord detta Campi d’Internamento. Vi finiscono circa un
migliaio di palestinesi, anche minori ogni anno, sena imputazione,
difesa, processo, sentenza.
Piedi
russi in tutte le staffe?
Mi
rimane da dire di un tormentoso dubbio che alita sul mio sostegno
alla Russia e a Putin per la favolosa svolta storica che ha imposto
in Medioriente e nel mondo. Su Al Bab stanno convergendo, in evidente
gara di chi arriva primo, siriani lealisti e turchi accompagnati da
“ribelli” siriani filoturchi (un animale nuovo, probabilmente
virtuale, un ircocervo come i siriani che i curdi dicono inseriti
nelle loro “Syrian Democratic Forces”). I primi per restituire
alla patria il maltolto da Isis e Al Qaida (rinominata Al Nusra e
Fateh Al Sham), i secondi per impedire ai cantoni curdi di
congiungersi e per consolidare la striscia occupata detta “zona di
sicurezza” turca che probabilmente pensano di annettere
definitivamente. E i russi? Operano verso Al Bab insieme agli alleati
siriani tradizionali in vista del recupero di territori sottratti. E
operano con i nuovi alleati turchi nelle incursioni su Al Bab?
Stupefacente? Contradditorio? E se un Sukhoi in compagnia degli F15
turchi incontra un Sukhoi affiancato da Mig siriani? Non solo, hanno
proposto a Damasco una nuova Costituzione Federale, con dentro una
“entità” curda per i cazzi suoi. Proposta ovviamente respinta al
mittente con un buon grado di mimetizzata indignazione. Aleggia sulla
Siria lo spettro della spartizione programmata dai suoi nemici
storici. E la Russia che fa, asseconda?
Captatio
benevolentiae nei confronti di chi? Di Trump
che promette dialogo ed equilibrio, forse ferma Kiev, ma minaccia
morte e distruzione a Tehran? Dei curdi da sottrarre al mercenariato
Usa? Di Erdogan che ha appena siglato l’accordo per il Turkish
Stream con tubo sottomarino che si divarica poi per portare gas nella
Tracia turca e inoltrarlo agli europei? Aspettiamoci una
chiarificazione rassicurante. Siamo fiduciosi.
Fulvio Grimaldi
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