mercoledì 22 febbraio 2017

Emiliano, il pescivendolo. Nella radicata tradizione dei “masanielli”

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Retroscena dietro retroscena, si arriva alla bocchetta del “suggeritore”. Lì si scopre che il melodramma emiliano era tutto stabilito sin dall'inizio. Dall'accordo del “pesce fresco” stipulato la settimana scorsa a Roma, allorché il berlusca ha accolto l'invito ad incontrare riservatamente Emiliano: appuntamento a cena in un’abitazione romana, quattro coperti a tavola padroni di casa compresi. Il Cavaliere desiderava avere notizie fresche sul Pd, se  si stava davvero avviando alla scissione, ed era parso sollevato dalle parole dell’interlocutore: «E comunque io non me ne andrò mai», aveva detto lapidario Emiliano. E così è stato, lui resta a fare da stampella al rottamatore, facendo la parte del finto concorrente interno, il candidato alternativo,  "ma  di appoggio”. 

 Che penoso teatrino quello messo in mostra dal masaniello emiliano. Giravolte, contorsioni e piroette per arrivare al "coup de théâtre" finale con la presentazione della sua candidatura alla segreteria. Ma come si può  pensare di dare ancora credito a persone simili, la cui unica preoccupazione è quella di crearsi una platea, incuranti di ciò che il paese sta subendo da troppo tempo per causa loro, nonché di aver assestato il colpo definitivo alla loro residua credibilità e serietà?.. 

Anche un uomo dabbene capirebbe che la candidatura dell'emiliano è una farsa, una pulcinellata. La cosa penosa è che, fra il tempo perso dall'altro ambizioso toscano a fare protagonismo in una campagna referendaria ed in un prosieguo sordo e cieco alla risposta dei cittadini alla medesima, tutti hanno dimenticato che il nostro Paese è privo di un reale governo.  Mentre il partito di maggioranza relativa continua a definirsi di centro sinistra, nonostante le nefandezze che ha prodotto nei 1000 giorni guidati dal guappo toscano. 

"Quo usque tandem abutere, Catilina, patientia nostra? 
Quamdiu etiam furor iste tuus nos eludet? Quem ad finem sese effrenata iactabit audacia?"

Fino a che punto deve giungere questa politica, se così vogliamo ancora chiamarla? Mi chiedo infine quale sia il reale tornaconto di questo novello pescivendolo che, guarda caso, è stato “benedetto” dal Berlusca: “Emiliano vincerà, ha le carte giuste” ... Lo scrive La Repubblica edizione barese, mica il Giornaletto di Saul...

Paolo D'Arpini




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