La teoria panteista, propugnata da Giordano Bruno, secondo la quale l'Universo è eterno ed infinito, esclude il concetto di un Dio creatore, avvicinandosi in ciò al pensiero orientale ed uscendo completamente dal teismo. E questo le religioni tradizionali non possono accettarlo poiché mette in discussione la loro stessa ragione di esistere.
La differenza sostanziale nell'espressione religiosa fra oriente ed occidente è che in occidente la religione si considera con un inizio ed una fine mentre in oriente essa viene riconosciuta come "eterna", senza inizio né fine.
In oriente non esistono strutture di potere riconosciute come legittime custodi della religione, ciò che è eterno pensa a se stesso.
In occidente al contrario si presuppone che la religione debba essere controllata e gestita da nuclei di potere sacerdotale, proprio in considerazione della sua finitezza ed imperfezione, e questo per "evitare" devianze o eresie dalla norma consolidata e dal credo scritturale.
Forse questo sistema di controllo -nelle fedi di origine semitica, quali la giudea poi cristiana e musulmana - basato sul potere sacerdotale, derivò dalla figura di Mosè il quale riportò ordine e regole nella religione "madre"; regole fatte in seguito proprie sia dal cristianesimo che dall'islamismo. Ma il potere centralizzato è soprattutto presente nel cristianesimo, formandosi nei secoli un diritto acquisito del vescovo di Roma di gestire in modo autonomo ed assolutistico le cose religiose e mondane connesse al credo cristiano.
Questo semplice fatto ha comportato una "cura d'interessi" personalistica pure nei fatti dottrinali e nel riconoscimento di santità od eresia. Ad esempio andò bene a Francesco d'Assisi che andò ad umiliarsi a Roma e perciò ottenne l'autorizzazione papale e successivamente anche il riconoscimento di santità. Molto male, forse perché in quel periodo regnavano pontefici più gretti, andò al Savonarola od a Giordano Bruno che furono sacrificati sul rogo. Nel periodo storico in cui visse Giordano Bruno, in verità vi fu un certo fermento illuminista con Galileo Galilei che studiò il sistema solare e lo definì eliocentrico, oppure con Tommaso Campanella che si ispirò alla teoria neo-platonica per immaginare la sua "Città del Sole".
Purtroppo per Giordano Bruno la sua intuizione fu troppo grande e troppo incontrollabile per poter venir accettata dal papato, addirittura egli chiamò l'universo autoesistente, eterno ed infinito, senza centro né circonferenza. Una cosa del genere non poteva piacere ad un potere religioso che basava il suo esistere sulla "finitudine, sulla limitatezza, sul peccato originale, sulla differenza fra Dio e creature, sulla necessità di un salvatore specificatamente indicato".
Giordano Bruno fu troppo vicino nella sua espressione filosofica al "Sanathana Dharma", all'eterna legge dell'essere e del non essere, ben descritta dai saggi realizzati dell'oriente…
Se le teorie di Giordano Bruno avessero avuto un seguito che posto sarebbe rimasto per un papetto qualsiasi, un cardinaletto, un curato di campagna nel contesto di tale verità? Semplici figure autoreferenziali e pretenziosamente costituite in veste istituzionale. Purtroppo la demistificazione ed il rischio che questa avrebbe comportato alla continuazione religiosa cristiana fu inaccettabile per i meschinelli capi religiosi della cristianità (una religione per altro inventata a tavolino). Così fu necessario che Giordano Bruno fosse immolato sul rogo, nel tentativo di distruggere
assieme al suo corpo martoriato anche il suo pensiero.
Paolo D'Arpini - Comitato per la Spiritualità Laica
(Fonte: http://www.terranuova.it/Blog/
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