mercoledì 7 agosto 2013

Salotto culturale "aperto" in Accademia della Libertà


....molteplici sono le chiavi d'accesso alla coscienza, essa può essere raggiunta agendo su diversi canali, il “pensiero razionale”, il ragionamento, è solo uno di questi. Il “pensiero emotivo”, i sentimenti, le sensazioni, agiscono ugualmente sulla coscienza, forse in maniera anche più incisiva. Questi canali non si attivano mai uno per volta, ma può verificarsi la prevalenza di uno di questi sugli altri.

Per fare audience non occorre necessariamente abbassare il livello dei contenuti, basterebbe "variegare" la comunicazione, stimolando più “canali” alla volta, fornendo più livelli di lettura contemporaneamente.

L'uomo possiede altri mezzi oltre l'intelletto per agire sulla coscienza, in qualche modo questi mezzi sono bilanciati fra loro, e tendenti ad equilibrare le apparenti disparità che emergono tra gli uomini. Tali disparità emergono da un lato, prendendo in considerazione solo uno di questi canali per volta, mettendo ad esempio a paragone le sole capacità di analisi, o di sintesi, o di memoria, di un individuo con quelle di un altro, piuttosto che valutare le potenzialità dell'uomo nel suo complesso prendendo in considerazione l'insieme di tutte le sue doti. 

 Dall'altro, tali disparità sono causate dalla mancanza di stimoli e da atteggiamenti repressivi che l'uomo può subire specie nei primi anni di vita, che danneggiano il suo potenziale in maniera irreparabile. Li dove non arriva l'intelletto può arrivare lo spirito, e l'uomo, voglio credere (ottimisticamente) anche il più sfortunato, possiede alla nascita i mezzi necessari e sufficienti a realizzare pienamente la sua vita, ogni uno a modo suo. 

Purtroppo ciò che accade, con crescente programmaticità, è l'inibizione di gran parte di questi canali, che provoca nell'uomo una limitazione del suo potenziale.

L'arte, in tutte le sue forme, da sempre è stata la modalità di comunicazione preferenziale dello spirito, capace di raggiungere tutti (prima di decretarne la morte). I messaggi portati dall'arte passano attraverso diversi canali contemporaneamente: sensoriale; intellettuale; sentimentale; emozionale; ciò che non passa al vaglio della ragione, arriva senza filtri dritto all'inconscio. 

Non è un caso che il potere si sia impadronito di tutte le forme d'arte, basti pensare alla funzione indottrinante che ha avuto la pittura nel cattolicesimo, o alla cinematografia oggi, arte dall'elevatissimo potenziale comunicativo, capace di attivare tanti canali contemporaneamente. Partendo da immagini in movimento e suoni riesce a contenere un po' tutte le arti, e si presta molto bene come vettore di messaggi e contenuti. Sai benissimo come viene utilizzata la tv e il cinema per plagiare le menti e corrompere la coscienza delle persone.

Dovremmo utilizzare questi stessi mezzi per combattere ad armi pari.

Prodotti artistici di un certo livello potrebbero raggiungere un pubblico molto più ampio, cortometraggi, film, romanzi, musiche, canzoni, fumetti, divulgato tutto sul web gratis, in canali multidisciplinari come ad esempio Accademia. Occorre alimentare una contro-cultura, una cultura del pensiero libero. Prodotti di qualità, che vengano visualizzati da milioni di visitatori, magari solo perché belli, ben fatti, godibili anche da chi si ferma solo al primo livello, la percezione, ma nel contempo capaci di stimolare visioni di verità più profonde in chi ne è alla ricerca.

Molto ambizioso? Sicuramente, sono molto ambizioso e desideroso di fare grandi cose, e senza scendere a compromessi con le logiche malate del mercato.

Tornando al mio contributo, questa è una cosa a cui potrei lavorare, l'ho sempre rincorsa, che ne dite, riusciamo a metter su un salotto culturale? Pensatori, artisti, o aspiranti tali, che sentano il desiderio di confrontarsi e collaborare insieme per portare avanti qualche progetto? Questo che viviamo è uno di quei periodi storici a cavallo di una grande svolta, basterebbe una scintilla. C'è bisogno di un manifesto, gli uomini hanno bisogno di visualizzare obbiettivi per agire con più determinazione, ci riesce meglio.

Io trovo che la parte più difficile (per lo meno lo è stato per me) sia quella di riunire persone disposte ad affrontare questo genere di imprese, specie se a gratis. Ci hanno fottuto il cervello con logiche tipo il self-marketing, che puntano tutte a far carriera e ottenere danaro vendendo se stessi al miglior offerente, conseguenza ne è la frammentazione della società in tanti bei soldatini che lottano fra loro, ogni uno per la propria piccola battaglia, incapaci di immaginare obbiettivi più "universali". 

Devo essere sincero, credo che oltre alla filantropica vocazione che spinge un uomo ad affrontare questo genere di sfide ci sia sempre un ritorno personale, ed è giusto che sia così, saremmo ipocriti a sostenere il contrario. Anche se non in termini economici, sicuramente un ritorno per se stessi c'è sempre, in termini di crescita, di esperienza, di dignità guadagnata, che poi non è detto che tali esperienze non possano riversarsi in ambito professionale, perché tutte le attività dell'uomo sono collegate, ma in doverosa e piena coerenza con quello che pensiamo sia degno e giusto per l'uomo.


Nello scrivere mi faccio sempre prendere un po' la mano sul finale, mi perdonerete.

Antonio Casaburi

(Fonte: Accademia della Libertà) 

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