venerdì 17 giugno 2022

Volodymyr Zelenskyi. Al servizio di chi?....



Lo confesso: non ho alcuna simpatia per Volodymyr Zelenskyi. Parlo di impressioni personali, “a pelle”, prescindendo da ogni valutazione di ordine politico. Ciò non toglie che anche dal punto di vista politico il personaggio non mi ispiri grande fiducia. E ciò per due ordini di motivi: per il suo stranissimo esordio in politica, e per la sua gestione della guerra in corso.

Oggi parleremo soltanto del primo punto, rimandando ad altra occasione una chiacchierata sullo Zelenskyi del tempo piú recente.

Dunque, prendiamo le mosse dagli anni successivi al colpo-di-Stato antidemocratico del 2014, con la nuova classe dirigente (filoamericana) che annaspava in un mare di corruzione e di clamorosa incapacitá a governare, lasciando presagire la sua prossima liquidazione alla prima scadenza elettorale utile. I sondaggi nazionali attribuivano al Presidente della Repubblica del tempo, Petro Porošhenko, un gradimento di appena il 20%, mentre i sondaggi internazionali (Gallup) certificavano che quello ukraino era il governo con la piú bassa fiducia popolare del mondo intero.

Si avvicinavano le elezioni presidenziali, fissate per il marzo 2019, e non si escludeva che contro Porošhenko potesse candidarsi il capo del principale partito d’opposizione, Viktor Medvedčhuk, massimo esponente della tendenza filorussa. Naturalmente, in via assolutamente ipotetica, se la Presidenza fosse andata a Medvedčhuk – o comunque ad un esponente dell’opposizione – sarebbe crollata tutta intera l’impalcatura delle manovre americane in Ukraina, dalla “rivoluzione arancione” del 2004 al golpe di piazza Maidan del 2014, dalle stragi nel Donbass alle sfacciate provocazioni della NATO, fino agli inconcludenti chiacchiericci dell’Unione Europea.

Era in quel contesto che iniziava l’ascesa di Volodymyr Zelenskyi, padrone della societá di programmi televisivi Kvartal 95, produttrice fra l’altro della serie tv semicomica “Servitore del Popolo”. La serie narrava di un comune cittadino ukraino – interpretato dallo stesso Zelenskyi – che diventava fortunosamente Presidente della Repubblica sulla base di un programma anti-corruzione del tipo né-di-destra-né-di-sinistra.

Nel marzo 2018, esattamente un anno prima delle previste elezioni presidenziali, Volodymyr Zelenskyi fondava un partito con il medesimo nome della serie tv e, poco dopo, annunziava di volersi candidare alle elezioni contro il Presidente uscente Porošhenko, che tutti i sondaggi davano in caduta libera. Da lí muoveva i passi una formidabile campagna mediatica, che nel giro di un anno riusciva a convincere gli elettori ukraini che l’attore avrebbe potuto calcare le orme del suo personaggio televisivo, sconfiggendo corruzione, incompetenza e malgoverno.

Risultato: alle elezioni Zelenskyi stracciava Porošhenko, staccandolo di 15 punti percentuali al primo turno e addirittura di 50 punti al ballottaggio. Era cosí fugata ogni minaccia per gli equilibri della nuova politica ukraina, ed assicurata per i prossimi cinque anni la conservazione di una leadership filoamericana ed antirussa. Tutto era avvenuto “per caso”? Ma guarda che fortunata catena di combinazioni...

Fin qui la ricostruzione – per sommi capi – della nascita del personaggio Zelenskyi. Quanto alle sue qualitá, ci viene in aiuto una recente inchiesta del Consorzio Internazionale dei Giornalisti Investigativi, un pool di 600 giornalisti appartenenti a 150 testate di 117 diversi paesi. Questa seconda inchiesta, nota come the Pandora Papers, é stata pubblicata nell’ottobre dell’anno scorso e fa séguito alla precedente, the Panama Papers. Si tratta della piú grande inchiesta della storia che abbia ad oggetto episodi di corruzione, illeciti finanziari e comportamenti borderline da parte delle leadership politiche ed economiche del mondo intero.

Orbene, i Pandora dedicano grande attenzione alle figure di Volodymyr Zelenskyi, della moglie Olena, di due suoi strettissimi collaboratori (Sergei Shefir e Ivan Bakanov), di un oligarca molto amico (Igor Kolomoisky), nonché della galassia delle societá riconducibili a Zelenskyi stesso o ai suoi amici: oltre alla ricordata Kvartal 95, anche la Film Heritage, la Davegra Limited (Bakanov), la Candlewood Investment Limited, la Maltex Multicapital Corp (Kolomoisky), e forse anche altre.

Di queste societá i giornalisti investigativi hanno ricostruito passaggi, movimenti, partite di giro, triangolazioni avvenute attraverso banche amiche ed in ospitali paradisi fiscali: le Isole Vergini, il Belize, Cipro.

Naturalmente, non ho seguíto i vari passaggi di denaro: non ne ho il tempo o la voglia, né saprei muovermi con disinvoltura nei meandri di certa finanza anómala. Chi volesse togliersi lo sfizio, comunque, potrá digitare in internet “pandora zelenskyi” e troverá senz’altro materiale interessante.

Una precisazione, infine: non credo che quanto sopra prefiguri veri e propri illeciti finanziari. Credo – e spero – che possa trattarsi soltanto di comportamenti borderline. E tuttavia, dopo una pur rapida carrellata, credo di aver capito qualcosa di piú del “Servitore del Popolo” che ha in mano i destini dell’Ukraina.  

MIchele Rallo




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