“Si mettano d’accordo”, un leit motiv ricorrente. D’accordo su cosa? La sola cosa da fare è riconoscere uno Stato ai palestinesi. Gli ebrei sionisti ce l’hanno, i palestinesi no. Nel 1948 la mediazione consistette nel dare agli ebrei sionisti, che erano il 35% della popolazione, il 55% della Palestina (tutta l’ubertosa fascia agricola costiera più la riserva idrica del lago Tiberiade) e ai palestinesi, che erano il 65 % della popolazione, il restante 45% . I palestinesi non vennero consultati (se lo fossero stati avrebbero ovviamente rifiutato un simile imbroglio).
Per loro parlarono gli Stati arabi limitrofi i cui regimi erano legati a filo doppio con gli interessi petroliferi e geopolitici occidentali. E quando intervennero (guerra 1948 – 49) lo fecero per accaparrarsi parti della Palestina. Basti pensare al Regno di Giordania, il cui esercito, la Legione Araba (il solo seriamente organizzato), era comandato da tale Glubb Pascià. Cioè Sir John Bagot Glubb generale britannico, fondatore della “Legione” il cui intervento nella guerra del ’48 riguardò gli interessi del Regno Haschemita e ancor più quelli di Sua Maestà Britannica. Molte cose cambiarono poi. La stessa geografia politica del Mediterraneo mutò.
I palestinesi presero in mano i loro destini e cambatterono una guerra di liberazione che per molte strade condusse negli anni Novanta del secolo scorso a quelli che furono gli “Accordi di pace per uno Stato Palestinese” da realizzarsi entro il 2000. Sono passati trent’anni e nel frattempo Israele ha colonizzato i territori del futuro Stato palestinese sino a ridurli al 15 percento della Palestina storica. Ora cinque milioni di palestinesi vivono su una porzione di Palestina le cui dimensioni Israele riduce ogni giorno di più. Gerusalemme è una città, parte palestinese e parte israeliana, che dovrebbe rappresentare i due Stati. Ma Israele, sostenuta dagli Stati Uniti, dice che Gerusalemme è la sua capitale.
L’Italia, l’Unione Europea e le Nazioni Unite non riconoscono questa annessione. Israele però si impadronisce delle case e dei rioni dei palestinesi. Questi reagiscono contro polizia, esercito e coloni fondamentalisti che vogliono espellerli. Da Cisgiordania a Gaza, gli altri palestinesi si uniscono alla protesta. E affrontano il potente esercito di Tel Aviv come possono, con sassi, coltelli, fionde, qualche fucile e, da Gaza, con i razzi. Israele bombarda e collauda gli F35. Il rapporto delle vittime palestinesi/israeliani è di molte volte superiore a quel 10 italiani per ogni tedesco delle rappresaglie nazifasciste.
Questo, e purtroppo molto altro, accade perché si impedisce ai palestinesi di avere uno Stato. Tutto qua!
Giorgio Stern
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