mercoledì 12 maggio 2021

Afghanistan - Il dramma continua...



E’ quasi passato sotto silenzio nei nostri mass media la notizia di un attentato in un liceo femminile di Kabul in Afghanistan che ha causato la morte di 55 studentesse ed il ferimento o la mutilazione di molte altre. Gli autori dell’attentato, che non aveva nessuno scopo militare, sono facilmente individuabili: si tratta di qualcuna delle agguerrite formazioni estremiste di fanatici islamici agenti da anni nel paese (Talebani, ISIS, ecc.) che non ammettono che le donne possano istruirsi, vivere libere e padrone del loro destino.

C’è stato negli anni ’70 ed ’80 del secolo scorso un governo laico afghano che aveva affrontato il problema della situazione medioevale in cui si trovavano le donne afghane. Il governo laico e progressista dell’epoca guidato dal Partito Comunista aveva imposto per legge l’istruzione obbligatoria per le ragazze fino alle scuole superiori e vietata la pratica per cui ragazze, anche giovanissime, venivano vendute dalle famiglie al migliore offerente con l’uso di matrimoni combinati. Venivano riconosciuti pari diritti a tutti i cittadini indipendentemente dal sesso (come succede in altri stati progressisti del Medio Oriente, come la Siria, visti invece come il fumo negli occhi in Occidente che preferisce allearsi con stati reazionari ed oscurantisti come l’Arabia Saudita ed altre monarchie del Golfo Arabo).

Gli Stati Uniti e la NATO decisero però che l’Afghanistan socialista, alleato dell’URSS, non doveva vivere. Furono armati fino ai denti i peggiori estremisti islamici del paese, mentre “volontari” arabi, organizzati da Al Qaida sotto il comando del carismatico Bin Laden accorrevano per sostenere i rivoltosi. All’epoca Bin Laden e la sua organizzazione Al Qaida erano attivamente sostenuti dalla CIA americana e dai Servizi segreti del Pakistan islamico. La caduta del governo afghano dopo una lunga resistenza fu favorita anche dal tradimento dell’irresponsabile Gorbacev che ritirò dal paese le truppe sovietiche corse in aiuto dell’Afghanistan socialista. D’altra parte non ci si poteva aspettare altro da un uomo che ha contribuito a distruggere in pochi anni la seconda potenza mondiale.

Dopo la vittoria i rivoltosi “mujiaidin” si divisero in una serie di fazioni insanguinando il paese in una lunga guerra civile da cui emersero i Talebani, inizialmente sostenuti dagli USA. Dopo l’11 settembre del 2001 gli Stati Uniti decisero di rompere l’alleanza con i Talebani ed invasero il paese, iniziando una guerra feroce che dura ancora dopo 20 anni ed ha causato danni e lutti enormi. Ora gli USA, ed i loro alleati della NATO tra cui anche l’Italia che ha mandato anch’essa truppe nel paese, hanno deciso di ritirarsi. L’Afghanistan  semidistrutto è lasciato nel caos più completo e nelle mani di feroci bande estremiste islamiche. L’attentato al liceo femminile è un segnale di quale sia il quadro in cui si muove l’incerto futuro dell’Afghanistan.

Vincenzo Brandi     



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