venerdì 2 ottobre 2020

Erdogan e la mischia in Nagorno Karabakh

Secondo alcuni la colpa è tutta dell’URSS che ha creato le grandi Repubbliche, ma anche quelle piccole e le regioni autonome. Così nell’Azerbajan Sovietico Stalin ci ha messo un pezzo di Armenia chiamato Nagorno Karabakh, abitato interamente da armeni. Quando erano tutti comunisti, la questione non si poneva. Quando, invece, l’Azerbajan è diventata una dittatura capitalista, sotto l’immortale clan Alijev, cara ai turchi e agli Usa, e l’Armenia una democrazia amica della Russia, gli armeni del NKA si sono risentiti di stare con gli azeri e si sono dichiarati indipendenti (diversamente dal Kosovo, riconosciuti da nessuno). Ne è scaturita nel 1990 una guerra, vinta dagli armeni e, da allora, ogni tanto qualche scaramuccia.


Il sultano, i padrini, i sicari, il progetto

A questo punto il più frenetico guarrafondaio del mondo, dopo il trio Bush-Clinton-Obama, non si è saputo contenere e, anche su solleciazione di Pompeo e dei generaloni statunitensi, ha spinto gli azeri all’attacco. Una volta per tutte sembrerebbe. Non gli par vero di poter allargare la presa dei suoi Fratelli Musulmani da Ankara ad Armenia, Libia, Siria, Iraq, Somalia, tutto il Mediterraneo Orientale dei ricchi giacimenti di gas per i quali è già in urto e in guerra, più o meno guerreggiata con Libia, Grecia, Egitto, Italia, Francia e sotto a chi tocca. Quanto a Israele, alle corna che gli fa s’accompagna la strizzatina d’occhio. Dal terzo giorno dell’aggressione azera, le forze armate di quel paese sono sotto comando dello Stato Maggiore turco. Stato Maggiore prima di tutto Nato, che nulla può fare senza il consenso, o la collecitazione degli USA. L’Intelligence e gli istruttori, invece, sono israeliani Tanto per esplicitare chi fa cosa.


 Quant’è cattivo il sultano! Quanto ci serve il presidente

La balla qual’è? E che UE, Londra, Berlino, Parigi, Roma e i loro strilloni liberal-sinistri schiammazzano moralisticamente contro questo sultano ottomano fuori tempo massimo, per quello che fa a giornalisti, avvocati, curdi, patrioti siriani, iracheni, libici, somali e oppositori in genere. Balle. Anche rosse e giall. Lui e il colonialismo dei Fratelli Musulmani gli garbano invece molto. E così al Deep State USA e alla Cupola sopra di esso. Da sempre la Fratellanza, a partire dall’Egitto (che se ne è salutarmente liberato), sta al colonialismo come la spia britannica, Lawrence d’Arabia, sta alla vera liberazione della nazione araba.

 Il progetto di Erdogan-USA-Israele e chi non ci sta


 I nazionalisti populisti, popolari e sovranisti tipo Assad, Al Sisi, Haftar, Hezbollah, i greci liberatisi di Tsipras, le milizie patriottiche irachene che hanno cacciato l’Isis caro a Erdogan e che bombardano l’ambasciata USA di Baghdad un giorno sì e l’altro pure, non gli vanno per niente a genio. E non gli va per niente bene, a lui, agli Usa e a Travaglio, neppure l’ENI. Che si permette di fare, lui, la politica estera italiana che, per il governo è leggere l’ordine di servizio USA la mattina. E perlopiù la fa in amicizia con l’Egitto, grossa pecora nera del Mediterraneo.   Tutti rompiscatole in vista del vaccinatissimo e digitalissimo Nuovo Ordine Mondiale.

Fulvio Grimaldi - https://fulviogrimaldi.blogspot.com/



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