Tra insulti, coronavirus e reciproca delegittimazione, martedì 3 novembre 2020 si voterà per eleggere il presidente Usa
Mentre scriviamo non siamo ovviamente in grado di prevedere ulteriori colpi di scena nella competizione – pardon, guerra – tra il presidente uscente degli Stati uniti, il repubblicano Donald Trump, e lo sfidante, il democratico Joe Biden. Chi poteva immaginare la rissa nel primo faccia a faccia televisivo tra i due anziani – forse troppo anziani – candidati? E chi la positività alla Covid-19 e la miracolosa guarigione di Trump? Intanto, martedì 3 novembre, data delle elezioni, si sta avvicinando.
Una prima vittoria c’è. Ed è di noi italiani, dei nostri politici, del nostro tanto bistrattato sistema. Per anni abbiamo invidiato la compostezza, il patriottismo, il rispetto dell’avversario politico, tipici del mondo anglosassone e in particolare statunitense. Oggi possiamo ritenere scontri e volgarità dei nostri politici dei veri e propri fioretti intellettuali rispetto al penoso spettacolo mostrato dai due candidati alla presidenza del più potente e – secondo la vulgata – democratico stato della terra. Certo, quattro anni fa ne avevamo avuto un anticipo con i dibattiti Trump-Hillary Clinton, ma quello dello scorso 30 settembre è stato davvero riprovevole. A parziale giustificazione di Biden, possiamo immaginare che egli sia stato consigliato dai suoi consulenti per la campagna elettorale di adeguarsi ai toni aggressivi e schernenti di Trump. E, infatti, secondo i sondaggi, pare sia stato premiato: il che dimostra a che livello sia caduta pure l’opinione pubblica. Volendo compiere una considerazione più generale, si può dire che oggi, con una sinistra che non fa più la sinistra e una destra che ha occupato molte tematiche sociali prima quasi del tutto appannaggio delle sinistre, ma, viceversa, resta poco sensibile verso le tematiche civili e ambientaliste, è difficile schierarsi per qualcuno.
Se qualcosa di interessante ha mostrato lo scontro in atto negli Usa, è che esso rispecchia pari pari quello presente in tutte le problematiche democrazie dell’Occidente in crisi. Da un lato le destre, spesso guidate da personaggi sfrontati, ma che ben incarnano e interpretano le paure e i bisogni delle popolazioni “autoctone”: la disoccupazione e il precariato, la globalizzazione e, ancor peggio, l’ideologia globalista, la pandemia venuta dalla Cina e per cui sta pagando solo l’Occidente, un’immigrazione quasi del tutto selvaggia e incompatibile con gli stili di vita liberali…
Dall’altra le sinistre, sempre più vicine ai radical chic e lontane da operai, artigiani e piccolo borghesi, prone al pensiero unico neoliberista politicamente corretto e impegnate solo a difendere “simbolicamente” minoranze rumorose come immigrati, neri, gay, donne violentate, o a sbandierare battaglie su tematiche inesistenti (il razzismo) o sulle quali le possibilità di intervenire sono complicatissime, se non impossibili (i cambiamenti climatici), attribuendo alle destre colpe inesistenti. Insopportabili la distanza dalla realtà e la spocchia delle sinistre quanto l’assurdo e retrogrado disinteresse delle destre verso i legittimi diritti delle donne e dei gay, verso la libera scelta di aborto ed eutanasia, o verso le problematiche ambientali e le varie forme di intolleranza. In questo quadro, e visto il voluto degrado delle masse e quindi degli elettori, chiunque vincerà negli States non potrà che essere il peggiore. E viva la gerontocrazia! Un notevole contributo all’abbruttimento e all’involgarimento generale l’hanno dato gli strumenti telematici e i social media. Su LucidaMente 3000 se ne occupa Alessia Ruggieri con il suo approfondimento “Influencer” e politica: dal like al voto il passo è così breve? In un’epoca in cui il raggiungimento dei followers è più facile di quello del quorum, ecco i rischi e le potenzialità della politica sul web.
Edoardo Anziano ha affrontato col suo consueto piglio investigativo la realtà di due Paesi esteri, discutibili per spetti diversi fra loro: Bielorussia, ecco chi reprime le proteste e Malta e l’eredità di Daphne (a tre anni dall’omicidio Caruana Galizia, la situazione nella chiacchierata isola del Mediterraneo non sembra essere cambiata: corruzione, fiscalità irrisoria e istituzioni indebolite). Sull’immoralità dei politici, ma stavolta in Italia, si è soffermato Christian Corsi in riferimento alla scandalosa erogazione ad alcuni “onorevoli” dell’indennità economica prevista per i lavoratori autonomi in difficoltà a causa del lockdown e del coronavirus (Bonus euro 600,00 ed etica all’italiana).
Tornando a uno dei rovelli di chi sta scrivendo quest’
Nel mese di settembre abbiamo dedicato ampio spazio al perverso rapporto uomo-natura. Ancora Anziano ha denunciato che a Marina di Ravenna e dintorni si mangiano i mitili cresciuti sulle trivelle della multinazionale di San Donato Milanese, anche se sono inquinate da metalli pesanti. (Eni e cozze contaminate nei lidi ravennati). Certo, gli interventi catastrofici dell’umanità sull’ambiente non sono solo recenti, ma ora è sempre peggio e si procede a una velocità folle verso il completo annientamento… A tal punto che Paolo D’Arpini si pone il sanguinoso dilemma O l’uomo o la natura e il sottoscritto si chiede, anche con un po’ d’ironia, Chi sono i veri “signori della Terra”? (dalle vecchie idee religiose e umanistiche, a quella politico-economica, fino a…) e ritiene che nel mondo attuale, se non si introiettano nuovamente gli antichi concetti classici di hybris, limes, nemesis, sia a livello individuale sia a livello sociale e antropologico, come abitanti del pianeta, saremo destinati alla catastrofe globale (Libertà? La più grande è porre dei limiti a se stessi, a cominciare dalle proprie azioni individuali e soprattutto evitando l’insano sfruttamento della Terra). Unica consolazione, il reportage di Dora Anna Rocca: La tartaruga Caretta caretta trova in Calabria il suo habitat ideale.
Rino Tripodi
(LucidaMente 3000, anno XV, n. 178, ottobre 2020)
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